Un semplice «Grazie» basta a Francesco per riconquistare il suo popolo

«Grazie a tutti». Come nella notte dell’elezione, quando dalla Loggia delle Benedizioni di San Pietro salutò i romani con un genuino «Buonasera», così oggi dal balconcino del policlinico Gemelli, dopo 38 giorni di degenza per una grave forma di polmonite, Francesco si è rivolto alla folla dei fedeli con un semplice «Grazie». E con una speciale menzione per la «signora con i fiori gialli», subito diventata l’obiettivo inevitabile dei cronisti di tutto il mondo.
Lei, Carmela Mancuso, 79 anni, non si è scomposta. E davanti a taccuini e telecamere ha riassunto la sua storia in poche parole. «Sono a Roma da 6 anni - ha detto - alle udienze mi sono presentata con i fiori per il Santo Padre: dalla prima volta, ho visto la meraviglia e il sorriso nei suoi occhi. “Sono per me?” mi chiese. E da quel momento glieli porto sempre. Sventolando questo mazzo di rose gialle volevo salutarlo, rallegrare il suo sguardo dopo la convalescenza. Sapere che mi ha guardato è una emozione che non so spiegare con le parole. Non sono degna. Volevo salutarlo anche a nome dei malati e dei bambini che sono qui in questo ospedale ma in tutto il mondo».
Una voce flebile
Affaticato, la voce flebile, forse un po’ dimagrito, il pontefice ha sorriso a chi lo aspettava sotto le finestre del policlinico - 3 mila persone all’incirca - e ha fatto il gesto del pollice alzato, sorridendo poi apertamente nel vedere e nel sentire la folla che gridava: “Francesco, Francesco!”, “Ti vogliamo bene!”, “Siamo qui per te!”. Tra loro, ovviamente, i medici, gli infermieri e gli studenti dell’Università Cattolica; ma anche i rappresentanti della Cooperativa Auxilium, che hanno innalzato prima delle 12 un grande cartellone con le bandiere di tutto il mondo e un appello per la pace. E suor Geneviéve Jeanningros, la religiosa “angelo del Luna Park” di Ostia, impegnata da anni nella pastorale di rom e sinti, ma pure di omosessuali e persone transgender. Una vecchia conoscenza del Papa, che la chiama “enfant terrible”. «Non vedevo l’ora che Francesco si facesse vedere e uscisse - ha detto suor Jeanningros ai media vaticani - Non ce la facevamo più. Gli facciamo tanti auguri. Auguri buoni».
Il pensiero di Bergoglio al termine del periodo più difficile vissuto durante il pontificato è stato quindi affidato al testo dell’Angelus - la preghiera mariana della domenica - diffuso dalla Sala stampa del Vaticano a mezzogiorno.
«In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati. Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose», ha scritto il Papa.
Breve viaggio in 500
Subito dopo aver visto Francesco affacciarsi al balconcino, la folla si è spostata verso l’ingresso del policlinico Gemelli per catturare l’uscita del pontefice a bordo della consueta e ormai nota Fiat 500L bianca. Ancora saluti e cori hanno accompagnato il passaggio di Bergoglio che, in auto, era seduto davanti, a fianco dell’autista, e mostrava i naselli dell’ossigeno.
Prima di rientrare a Santa Marta, il Papa ha fatto una deviazione verso Santa Maria Maggiore in piazza dell’Esquilino, sulla sommità dell’omonimo colle, la basilica che mai una volta - dopo un viaggio internazionale o una operazione e un ricovero - Jorge Mario Bergoglio ha mancato di visitare per pregare davanti alla Salus Populi Romani, l’icona bizantina raffigurante la Madonna col Bambino da tutti conosciuta come Regina Coeli.
Questa volta, il Papa non è entrato nella cappella Paolina ma ha consegnato un mazzo di fiori al cardinale lituano Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica, il quale li ha poi deposti ai piedi della tavola mariana.
Com’è noto, Francesco ha già stabilito di voler essere sepolto a Santa Maria Maggiore, dove riposano le spoglie di altri 7 successori di Pietro. «Sin dal primo giorno di pontificato - ha più volte raccontato l’ex arciprete della basilica, il cardinale spagnolo Santos Abril y Castelló - Francesco ha confermato di aver posto il suo magistero e la sua stessa vita sotto la protezione della Vergine».