“Un top manager con grandi qualità umane”

di LINO TERLIZZI - "L'ho conosciuto all'inizio degli anni Novanta. Sono contento che oggi gli vengano riconosciute non solo le sue grandi doti di manager ma soprattutto quelle umane. Sarebbe molto orgoglioso di vedere questo". È quanto ci dice Sergio Ermotti, CEO di UBS, dopo la notizia della morte di Sergio Marchionne. Il top manager italo-canadese deceduto oggi a Zurigo è stato vicepresidente non esecutivo del Consiglio di amministrazione di UBS tra il 2008 e il 2010. Il rapporto con il ticinese Ermotti, che sarebbe poi diventato CEO di UBS nel 2011, risale appunto agli anni Novanta, ma si è poi rafforzato ed è sempre rimasto.Gli anni della presenza di Marchionne nel Cda di UBS erano di forti difficoltà per la maggior banca elvetica, colpita dalla crisi finanziaria. il manager italo-canadese ha contribuito per la sua parte al rilancio di UBS. Marchionne era regolarmente presente alle molte assemblee degli azionisti di quel periodo, dedicate in larga misura a ristrutturazioni e cambi al vertice. Ad un certo punto sulla piazza svizzera si diffuse anche l'idea che Marchionne avrebbe potuto assumere la presidenza del Cda di UBS. il manager italo-canadese non fece mai dichiarazioni ufficiali su questo, ma la sensazione in una parte degli operatori rimase. Poi, l'impegno sul fronte della FIAT, di cui Marchionne era amministratore delegato già dal 2004, si ampliò sino alla maxi unione con l'americana Chrysler. Marchionne uscì da UBS e si dedicò ancor più al settore dell'auto. Ma i suoi rapporti di lavoro con la Svizzera, al di là del fatto che i suoi domicili privati fossero elvetici, sono sempre rimasti consistenti.D'altronde le radici di questi rapporti sono lunghe, occorre risalire allo sbarco di Marchionne a metà anni Novanta nell'allora gruppo Alusuisse-Lonza. Poi, nel 2002, l'approdo alla carica di CEO della ginevrina SGS, del cui Cda rimarrà presidente anche dopo il passaggio a FIAT. E ancora, l'ingresso nel Consiglio di amministrazione della pure ginevrina Serono, farmaceutica controllata all'epoca dalla famiglia italo-svizzera Bertarelli e negli anni successivi ceduta al gruppo tedesco Merck. Per circa un quarto di secolo c'è stata molta Svizzera nel lavoro e nella vita di Sergio Marchionne. Sino all'epilogo di oggi, a Zurigo.