La domenica del Corriere

Una cabina di pilotaggio per correggere i conti

La complicata situazione delle finanze cantonali al centro del dibattito, mentre procedono i lavori del gruppo chiamato ad avviare la «spending-review» - Alessandra Gianella (PLR): «Poter avere uno sguardo esterno sarà utile» - Boris Bignasca (Lega): «Processo troppo lungo, nei mandati c’è grasso che cola»
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
29.09.2024 20:00

I conti del Cantone - con il Preventivo 2025 presentato mercoledì dal Governo - sono stati al centro della puntata de «La domenica del Corriere». Ospiti del vicedirettore del CdT Gianni Righinetti, la capogruppo del PLR Alessandra Gianella, il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni, il capogruppo del PS Ivo Durisch e il capogruppo della Lega Boris Bignasca. Punto di partenza, come detto, la situazione finanziaria ticinese e un «preventivo-fotocopia» rispetto a quello scorso anno. «Ci aspettavamo qualcosa in più», ha in effetti ammesso Gianella, la quale ha spiegato: «La situazione è preoccupante, vedremo quale tipo di discussione si potrà portare avanti con gli altri partiti». Secondo Agustoni, invece, i conti «sono certamente in una situazione non ottimale, ma non viene messa in discussione l’erogazione delle prestazioni essenziali alla popolazione, soprattutto a quella più fragile». Per Durisch, il problema è che «si continua ad agire sulla spesa, mentre ci vorrebbe la volontà comune di andare nella direzione opposta, aumentando cioè le entrate». Ciò che invece «infastidisce» la Lega, ha osservato Bignasca, «è che il Governo, prima di andare a tagliare sull’amministrazione o andare a toccare i mandati - dove c’è grasso che cola - va a mettere le mani nelle tasche dei cittadini». Con misure che, secondo il leghista, «dovrebbero essere solo di emergenza». Non a caso, l’iniziativa in arrivo - targata UDC e Lega - ha proprio l’obiettivo di ridurre il personale dell’amministrazione, ha fatto notare Righinetti solleticando il leghista sil testo che verrà svelato a breve: «Lei è più informato di me» ha però risposto Bignasca». Aggiungendo poi: «Per mia fortuna, da un anno non sono parte della dirigenza, quindi mi lascerò sorprendere».

L’esempio di Berna

Se in Ticino la discussione sulla nuova manovra di rientro è alle battute iniziali, a Berna il Consiglio federale procede spedito, dopo aver affidato a un gruppo di esperti il compito di presentare una serie di misure per un totale di 4-5 miliardi di risparmio. Il decreto approvato in Gran Consiglio lo scorso anno su spinta del Centro, ha ricordato Agustoni, presuppone l’avvio di un processo di revisione della spesa, affidandolo a un ente indipendente. «Ora è stato costituito un gruppo - composto da alcuni esponenti della Commissione gestione e del Governo - per definire il mandato, dopodiché sarà indetto un concorso». L’obiettivo, ha proseguito il capogruppo del Centro, «è di arrivare in un anno/un anno e mezzo con un’analisi della spesa cantonale, avendo anche indicazioni su potenziali risparmi e su prassi migliori da adottare, sul modello di altri cantoni». Questo strumento non convince però appieno Bignasca, secondo il quale «il processo rischia di essere molto lungo, visto che si impiega già parecchio per far entrare in funzione il gruppo di esperti». Piuttosto, ha detto, «ci sono un centinaio di funzionari del cantone, ossia persone esperte e competenti, a cui si potrebbe chiedere di andare a trovare i 100 milioni necessari per raggiungere il pareggio di bilancio». La Confederazione ha sì fatto l’esercizio in tempi rapidi, ha ammesso Durisch, «ma andando a tagliare sulla politica sociale, senza andare a toccare l’esercito. Non vorrei quindi che questa strategia venisse replicata anche in Ticino». Per Gianella, invece, lo sguardo esterno che verrebbe offerto dalla «cabina di pilotaggio» sarebbe importante: «Finora, infatti, le misure presentate sono state sempre le stesse. È quindi fondamentale portare avanti questo lavoro, altrimenti anche nei prossimi anni rischiamo di trovarci a discutere sempre sulle solite misure. Contabili, anziché strutturali».

Serve più coraggio?

Ma al Governo manca un po’ il coraggio di fare? ha quindi chiesto provocatoriamente Righinetti. «Ci sono cose che a Berna funzionano meglio. Il processo decisionale, ad esempio, è più rapido», ha osservato Bignasca. «D’altro canto, la politica federale deve fare i conti con lobby potenti. In Ticino, invece, c’è una forte spinta conservatrice, tanto che non appena si tocca qualcosa si grida subito alla tragedia». Così, ha aggiunto il capogruppo leghista, «è inevitabile che i cambiamenti negli anni siano minimi». Per Agustoni, invece, «non è lo Stato che deve avere il coraggio di fare. Anzi, gli Stati con un’economia più florida sono quelli in cui l’impronta statale è leggera». Una posizione condivisa anche da Gianella: «Ma da parte del Governo, nel messaggio sul Preventivo 2025, è mancata una chiara visione sul futuro. Se si chiariscono gli obiettivi, è anche più facile poi coinvolgere i cittadini e spiegare loro perché sono necessari i sacrifici per avere finanze sane».