Una libreria per chi non c'è più

La libreria è nuova. Sta in fondo a via Bossi, a sinistra, prima di immettersi in corso Elvezia a Lugano. Da fuori non appare anche se le vetrate sono ampie. Fatti tre scalini, a destra c’è un parrucchiere, a sinistra libri per bambini, poco più indietro una porta chiusa dietro alla quale c’è un’estetista. Benvenuti nell’era del coworking. Alexandru Cefan è seduto alla scrivania in fondo alla sala, alla fine di due scaffali di volumi e un tavolino. La libreria ha aperto il 1° dicembre. Si chiama Reminova, un nome, che è l’unione di varie parole care a Cefan, e che è stato scelto «dal grafico e designer», precisa. Sulla scrivania cioccolatini, volantini e un caffè preparato all’istante. «Di solito non c’è mai nessuno - prosegue - possiamo parlare tranquillamente».
Cefan è rumeno e italiano. La sua libreria proprio oggi, domenica 3 marzo, ospita una presentazione di un libro di un autore moldavo, Attore anonimo di Aurelian Silvestru, «mi aspetto tanta gente»; presentazione organizzata da un paio di associazioni - associazione Italia Moldova e associazione dei romeni in Ticino, e dall’ex console onorario della Romania a Lugano, Marinela Somazzi-Safta.
La libreria è nuova come il suo libraio, occhi azzurri e uno sguardo malinconico. Che non ha mai fatto questo mestiere e nello stesso tempo vorrebbe che molti autori in erba diventassero scrittori. Quasi una missione, la sua. «Voglio aiutare», sottolinea. D’altronde la nascita di questa libreria, oltre a essere insolita in un’epoca che di libri sembra farne a meno, è frutto di una decisione che prende forma in un momento ben preciso. Nasce da un fatto tragico. «Dopo la morte improvvisa per tumore di mia moglie Ecaterina l’agosto scorso, ho deciso di usare i soldi della sua assicurazione sulla vita per aprire questa libreria che non è però solo una libreria ma anche una casa editrice che punta sugli scrittori emergenti», precisail librario-editore con orgoglio.
Dal concorso alla prima pubblicazione
Dare voce letteraria a chi non ce l’ha. Aiutare nel campo della letteratura. È questa la missione della casa editrice. Che ha deciso di gettare subito un occhio ai giovanissimi con un concorso letterario a premi chiamato Sguardi di luce rivolto ai ragazzi e alle ragazze tra i 14 e i 20 anni. Concorso che offre la possibilità di pubblicare i racconti migliori in un’antologia. Tutto gratuitamente (maggiori informazioni su reminova.ch). Scommettere sulle nuove penne. Dare una casa (di carta) a chi ancora non ce l’ha. Non un obiettivo aleatorio. Ma concreto. Ecco perché la nuova casa editrice ha già un titolo nel cassetto. Il primo. Che porterà la firma di un autore esordiente. Diamante, questo lo pseudonimo scelto da un ragazzo di 18 anni che vive in Ticino. E ha scelto di scrivere un testo che parla di sessualità tra generi differenti. Cefan mostra la copertina in anteprima. Fa leggere le prime righe. Il suo entusiasmo è contagioso. Ci crede davvero e tanto. «Forse - ammette - il fatto di non essere riuscito io a diventare uno scrittore professionista mi ha fatto passare dall’altra parte, mi ha indotto ad aiutare i nuovi autori a raggiungere il loro sogno, che è stato anche il mio».
Librario ed editore dopo essere stato scrittore, dunque. «Anche se non ho avuto successo». Ecco perché Cefan ha sempre scritto (e scrive tutt’ora) pur avendo fatto per tutta la vita il carrozziere, il metalmeccanico, il verniciatore e anche l’agente privato di sicurezza. «Ho sempre lavorato. Mi sono sempre dedicato con professionalità e passione a tutto quello che ho fatto». I suoi libri occupano un ripiano in cima allo scaffale. Sono poesie. Ma anche romanzi. E sono tutti scritti in italiano. Una lingua che Cefan ha imparato da zero dopo essere arrivato in Italia a 39 anni, ormai 20 anni fa.
Una vita, una storia di emigrazione. Ma anche di impegno e riscatto, la sua. Perché quando è arrivato in Italia era clandestino. Uno straniero irregolare. Che ha regolarizzato la sua posizione nel 2002 «grazie alla legge Bossi-Fini».
I tanti mestieri e la lettura
Cefan di giorno lavorava, di notte leggeva e scriveva. «Fin da piccolo ho sempre letto molto. Non sono un intellettuale ma quando lavoravo in fabbrica mi portavo da leggere un libro durante le pause invece di fare amicizie». Cefan legge e scrive, poi finalmente riesce a far arrivare in Italia anche la sua famiglia. La moglie Ecaterina e la figlia di 7 anni. «Anche Ecaterina trova lavoro. Stava andando tutto bene fino a quando da un giorno all’altro è stata lasciata a casa senza motivo». Una mazzata. Anche se proprio in quell’anno i coniugi ottengono la cittadinanza italiana e possono trasferirsi dove hanno sempre desiderato. «La mia idea e quella di mia moglie è sempre stata quella di venire qui in Ticino, dove avevo già una sorella», chiarisce.
Così parte una nuova avventura. Quella di trovare lavoro. Per prima ci riesce Ecaterina. Che trova un impiego prima come infermiera in uno Spitex del Luganese, in seguito al Cardiocentro. Dopo qualche anno arriva anche Alexandru. Che si iscrive a una delle tante agenzie di lavoro interinali e viene spedito a fare il verniciatore in un’azienda del Luganese. «Le cose sembravano andare bene fino a quando il contratto non mi viene però rinnovato e mi ritrovo così senza lavoro». Cefan però non molla. Riesce a trovare un’altra occupazione, sempre come verniciatore nel Sopraceneri. Ma anche lì qualcosa non funziona e viene lasciato a casa. Alexandru un’idea ce l’ha ma non la dice. Dice solo di aver sempre e solo pensato a lavorare. L’occupazione seguente è quella di agente privato di sicurezza nei centri della Croce Rossa, dove sono ospitati i minorenni non accompagnati. «È stato un lavoro che mi è piaciuto molto perché ero a contatto con stranieri come me e soprattutto con i giovani. Mi ha colpito molto quel periodo perché ho incontrato giovani che avevano voglia di futuro, di intraprendere un cammino di crescita anche professionale, ma non sapevano dove sbattere la testa. Non sapevano ad esempio delle possibilità offerte dall’apprendistato. Offerte che gli spiegavo e che alcuni di loro hanno poi abbracciato».
«Non è facile ma vado avanti»
Oggi, domenica, la presentazione dovrebbe attirare un po’ di gente, ma non è sempre così. L’inizio non sta andando benissimo. Almeno per la libreria che dà su una strada non proprio centrale ed è spesso solcata da auto in colonna. Cefan sospira. «Non è facile, ma vado avanti, anche se tutti mi hanno detto che sto facendo una follia. Ma del resto i miei sogni sono sempre stati più grandi della realtà». Sembra una frase da poeta e in effetti è così. Lo sguardo a un certo punto si fa malinconico. Di più. Emozionato. «Vado avanti finché riesco». Cefan sa di rischiare. Perché aprire una libreria è un mezzo azzardo. Ma è questo quello che si sente di fare. Oggi e in futuro. In ricordo della moglie, soprattutto. Che come lui non hai smesso di lottare e di lavorare e si è arresa solo davanti alla malattia, che l’ha portata via quasi da un giorno all’altro. Ecaterina se n’è andata ma il suo spirito è ancora qui. Nell’opera e negli occhi di suo marito.