Politica federale

Una sessione nel segno delle donne

Preventivo, CO2, armi e migranti sono alcune delle importanti tematiche trattate dalle Camere federali nella sessione invernale appena conclusasi
Ats
14.12.2018 11:15

BERNA - L’elezione di due nuove consigliere federali il 5 dicembre scorso entrerà senz’altro nella storia. L’ingresso in Governo di Viola Amherd (PPD) e Karin Keller-Sutter (PLR), in sostituzione di Doris Leuthard e Johann Schneider-Ammann, porterà maggior equilibrio tra i sessi in seno all’esecutivo. Ma la sessione invernale appena conclusasi è stata pure contraddistinta dall’elezione di un’altra donna alla presidenza del Consiglio nazionale, la deputata socialista ticinese Marina Carobbio. Classe 1966, la Carobbio Guscetti ha sostituito il primo giorno l’esponente del PPD friburghese Dominique de Buman, conducendo i dibattiti in italiano durante tutte le tre settimane. Si tratta dell’ottava rappresentante del canton Ticino ad essere eletta alla presidenza della Camera del popolo. L’ultima volta che una ticinese aveva assunto la presidenza del Nazionale era satata nel 2008-2009 con Chiara Simoneschi-Cortesi (PPD). Agli Stati, la presidenza è andata invece al Vallesano Jean-René Fournier (PPD), che ha sostituito proprio Karin Keller-Sutter. Quest’ultima, prima di essere eletta in Governo - come tutti gli altri candidati, quattro in totale, tre donne e un uomo - si è sottoposta durante due pomeriggi alle audizioni dei gruppi parlamentari presenti alle Camere federali.

In preventivo un’eccedenza di oltre un miliardo
A prescindere da questi avvicendamenti, il Parlamento è stato chiamato ad affrontare tutta una serie di dossier delicati. A incominciare dal preventivo del 2019 che presenterà un’eccedenza di oltre un miliardo di franchi e ha tenuto occupate le due Camere durante tutto l’arco della sessione. Dopo un lungo tira e molla, Nazionale e Consiglio degli Stati si sono accordati su alcuni tagli nella voce «spese per beni e servizi» (-19 milioni) e nell’aiuto sociale per il settore dell’asilo (-45 milioni) e, in particolare, su un supplemento di 101,2 milioni per la formazione e la ricerca.

Respinta la revisione della legge sul CO2
Il Consiglio nazionale ha anche affrontato la revisione totale della legge sul CO2, volta a trasporre nella legislazione nazionale gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima. Dopo oltre tre giorni di discussioni, anche accese, la camera ha respinto per 90 voti a 60 e 43 astenuti tale revisione. Un’alleanza tra sinistra (delusa per le modifiche apportate che hanno annacquato il testo) e UDC (contraria a un inasprimento della normativa in vigore) ha portato all’affossamento del testo. In agenda c’è stata anche l’iniziativa popolare «Più abitazioni a prezzi accessibili», il cui esame si è concluso oggi con la bocciatura del testo e l’approvazione di un controprogetto del Consiglio federale. Qualora l’iniziativa dovesse venir ritirata o respinta dal popolo, il fondo di rotazione per l’edilizia abitativa di utilità pubblica attivo dal 2003 riceverebbe 250 milioni di franchi, spalmati su dieci anni, per la realizzazione di appartamenti ad affitto moderato.

Sì al miliardo di coesione ma a certe condizioni
Anche il Consiglio degli Stati ha avuto le sue gatte da pelare nel corso delle tre settimane di sedute. Con la motivazione che bisogna ristabilire la fiducia tra le parti, la Camera dei Cantoni ha dato il via libera al «miliardo» di coesione (1,3 miliardi in realtà) a favore delle nazioni dell’Europa dell’Est e del Sud. I «senatori» hanno però sottoposto il versamento a una condizione, ossia che l’Unione Europea non adotti, mettendole in pratica, misure discriminatorie nei confronti della Svizzera. Il dossier va ora al Nazionale, che se ne occuperà il prossimo mese di marzo. L’agenda degli Stati ha previsto pure una discussione sulla ratifica del trattato volto a vietare le armi nucleari. Contro il parere della sua Commissione di politica estera, la Camera dei cantoni ha accolto una mozione del consigliere nazionale Carlo Sommaruga (PS/GE) che chiede di firmare e ratificare senza esitazioni il trattato sulla proibizione di questi ordigni.

Export di armi: il dossier torna in commissione
I senatori sono anche stati sollecitati ad esprimersi sulla mozione del Partito borghese democratico, accolta dal Nazionale nel settembre scorso, secondo la quale i criteri definiti nell’ordinanza sulle esportazioni di materiale bellico andrebbero inclusi nell’omonima legge. In futuro, eventuali modifiche sarebbero quindi oggetto di un dibattito parlamentare e, in ultima istanza, attaccabili mediante referendum. Alla fine la Camera dei cantoni, all’unanimità, ha preferito rinviare in commissione la mozione. Visto il dietrofront del Consiglio federale sulla questione, i senatori non hanno sentito il bisogno di spingere il Governo a legiferare in tempi brevi.

Migranti: la decisione sul Patto ONU spetta al Parlamento
A scaldare gli animi nei due rami del Parlamento ci ha pensato inoltre il tanto discusso, e criticato, Patto sulla migrazione delle Nazioni Unite. Dopo che il Consiglio federale ha fatto marcia indietro, decidendo di non firmare il documento prima del dibattito parlamentare, Stati e Nazionale hanno approvato una mozione in materia la quale stabilisce che spetta al Parlamento, e non al Governo, decidere se occorra o meno sottoscrivere il Patto dell’ONU. Il consigliere federale Ignazio Cassis ha sostenuto in aula che il Patto è conforme alla politica migratoria portata avanti dalla Confederazione ed è nell’interesse della Svizzera: rinunciare all’accordo nuocerebbe all’immagine della Confederazione e danneggerebbe le relazioni bilaterali con certi Paesi, ha spiegato il ministro degli esteri.

Parità dei sessi, discriminazioni sessuali e omofobia
Tra i quindici oggetti che hanno concluso l’iter parlamentare vanno segnalati altri due dossier. Da un lato, il Consiglio nazionale ha eliminato l’ultima divergenza che l’opponeva agli Stati in merito alla revisione della Legge sulla parità dei sessi. In futuro, le imprese con almeno 100 lavoratori dovranno far svolgere un’analisi sull’uguaglianza dei salari tra i sessi ogni quattro anni, facendola verificare da un organismo indipendente. Infine, vale la pena di menzionare la modifica del Codice penale con la quale il Parlamento ha completato la norma penale contro il razzismo: in futuro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale saranno espressamente vietate e saranno punite anche le esternazioni omofobe.