Lugano

Una super stazione dell'acqua a Cassarate

Pubblicato il progetto da quasi trenta milioni per trasformare l’impianto di via Vella che da oltre mezzo secolo rende potabile l’oro blu prelevato dal Ceresio
© Luca Gazzaniga Architetti
Giuliano Gasperi
06.03.2025 06:00

Non si può dire che il Luganese sia messo male a livello di approvvigionamento idrico, «ma nei periodi di siccità prolungata si manifestano problemi a gestire i picchi e a garantire le riserve antincendio». Lo scrivono le AIL presentando il progetto, fresco di pubblicazione all’albo, di potenziamento della stazione di via Vella a Cassarate, dove dagli anni Sessanta l’acqua del lago viene resa potabile e immessa nella rete cittadina. Potenziamento, a dire il vero, è riduttivo: praticamente è una ricostruzione. L’opera, a livello tecnico, prevede la sostituzione di tutti gli impianti con un sistema moderno che garantirà ultrafiltrazione, ozonizzazione, filtri a carbone attivo granulare e disinfezione a raggi UV, mentre dal punto di vista edilizio, il complesso attuale verrà ampliato, anche grazie alla demolizione di alcuni fabbricati accessori. Tutto ciò porterà a triplicare la capacità di trattamento della stazione, che passerà dagli attuali 200 a circa 600 litri al secondo: da sola, se ce ne fosse bisogno, potrebbe rifornire al dettaglio tutta Lugano e all’ingrosso i diciotto Comuni convenzionati. Quantità, ma anche qualità del nostro oro blu, che sarà ancora più elevata. E una certa qualità, come leggiamo sulla relazione tecnica, dovrebbe esserci anche a livello architettonico, con lo stabile che «esternamente sarà caratterizzato da una facciata ventilata in pannelli d’alluminio soffiato».

Non poteva mancare, visto il committente, un’attenzione all’efficienza energetica: sul tetto della stazione verrà installato un impianto fotovoltaico composto da 138 pannelli per una superficie di circa 275 metri quadrati e una potenza di 65 kilowatt picco. Se tutto filerà liscio, i lavori di costruzione cominceranno nel gennaio dell’anno prossimo, mentre la messa in esercizio e il collaudo finale avverranno entro l’inverno del 2028. Chiaramente sarà necessario posare anche le condotte e altre infrastrutture legate alla stazione, che saranno oggetto di un progetto distinto. Lo sforzo finanziario che attende la Città non è indifferente: per il nuovo impianto, se il Consiglio comunale darà il suo benestare, si dovranno investire 29,7 milioni, 2,9 dei quali stanziati dal Cantone. I costi annui legati alla produzione, considerando un volume totale di 10 milioni di metri cubi, sono invece stimati in 700 mila franchi. Oltre alla stazione di trattamento di Cassarate, come spiega l’ingegnere delle AIL Mattia Renggli, è previsto il potenziamento e l’ammodernamento dell’impianto al pian Casoro a Barbengo, che passerà da 50 a 100 litri al secondo. Poi, considerando l’evoluzione demografica prevista fino al 2050, non dovrebbe esserci bisogno di ulteriori potenziamenti a livello di approvvigionamento idrico.

La stazione attuale nella foto di Gabriele Putzu.
La stazione attuale nella foto di Gabriele Putzu.

Più pioggia e meno perdite

Nel 2024, l’erogazione di acqua potabile nel comprensorio delle AIL ha fatto registrare un altro calo significativo rispetto all’anno precedente, passando da 12,6 a 11,8 milioni di metri cubi, mentre nel 2022 erano stati 13,5. «Le cause di questa diminuzione – osserva Renggli – sono le abbondanti precipitazioni, che portano a un minor acquisto di acqua da parte dei Comuni terzi più dipendenti dalle sorgenti, e l’implementazione di nuove tecnologie per la ricerca di perdite e le conseguenti riparazioni». In passato, analizzando il calo dei consumi, l’azienda aveva evidenziato anche un probabile comportamento più accorto da parte dei consumatori. Per quanto riguarda la provenienza dell’oro blu, dal 2022 al 2024 la percentuale di acqua prelevata dalla falda è scesa dal 41%, al 30% e poi al 18%, quella da lago e fiume è aumentata dal 36%, al 39% e poi al 42%, quella presa dalle sorgenti dal 18%, al 26% fino al 35%, mentre la percentuale di acqua comprata – per servire alcune zone, come Caprino, non collegate all’acquedotto comunale – è rimasta invariata al 5%.

L’aumento dei volumi presi dal Ceresio e dai suoi affluenti è dovuto anche alla realizzazione di un impianto di pompaggio provvisorio che rende potabile e rimette in circolo parte dell’acqua usata dal Centro svizzero di calcolo scientifico – che la preleva dal Ceresio – per raffreddare i suoi computer e, in parte, per il teleriscaldamento di alcuni edifici a Cornaredo. Impianto che sostituirà la vecchia stazione di Cassarate durante i lavori. «Con la realizzazione di quella nuova – osserva ancora Renggli – ci attendiamo un sostanziale pareggio fra la quantità di acqua ricavata dalla falda e quella presa dal lago. Chiaramente, l’acqua proveniente dalle sorgenti verrà sempre sfruttata al massimo, dato che i suoi costi energetici sono irrilevanti rispetto a quelli che abbiamo facendo capo alla falda o al lago».