Mobilità

Un’alleanza tra Ticino e Lombardia per il completamento di AlpTransit

I due Legislativi hanno firmato una lettera congiunta da inviare alle autorità di Berna, Roma e Bruxelles per chiedere di portare avanti l’opera - Il presidente del Gran Consiglio Michele Guerra: «Speriamo che il Consiglio federale possa ascoltare la nostra voce»
Martina Salvini
10.03.2025 18:45

Un’inedita alleanza tra Ticino e Lombardia per chiedere il completamento di AlpTransit. Oggi, a Palazzo delle Orsoline, una delegazione del Consiglio regionale della Lombardia ha incontrato il presidente del Gran Consiglio Michele Guerra e alcuni deputati, a cui è stata consegnata la risoluzione approvata all’unanimità dal Legislativo lombardo lo scorso febbraio e che sollecita un maggiore impegno politico e istituzionale per il completamento dell’opera. Insieme, poi, Ticino e Lombardia hanno sottoscritto una lettera che sarà inviata a Berna, Roma e Bruxelles. «Abbiamo preso atto del fatto che il completamento dell’asse ferroviario nord-sud, Rotterdam-Genova, non è attualmente parte dei progetti di ampliamento della rete», si legge quale premessa della missiva, firmata da Guerra insieme al presidente del Consiglio regionale lombardo Federico Romani e al consigliere regionale Giacomo Zamperini, che presiede la Commissione sui rapporti tra Lombardia e Svizzera. Questo rinvio, viene fatto presente, «può comportare gravi conseguenze per la funzionalità della rete, generando perdite di produttività economica per le regioni e gli Stati lungo tutto il corridoio». In quest’ottica, «sulla base del volere chiaro espresso dai rispettivi Legislativi», si chiede «con vigore» alle rispettive autorità di «fare tutto il possibile affinché il completamento di AlpTransit, con le necessarie linee di accesso possa essere intrapreso al più presto».

Asse strategico

«L’asse del San Gottardo è uno dei più strategici d’Europa», ha sottolineato durante l’incontro il presidente del Legislativo ticinese Michele Guerra. Basti pensare, ha aggiunto, «che in base ai dati che ci sono stati forniti quasi il 90% delle merci che dell’Italia sale in Svizzera passa da questo asse, con quasi un miliardo di franchi di valore ogni settimana». In più, «si prevede che il traffico su questo asse aumenterà di molto, soprattutto per quanto riguarda il numero di passeggeri, a fronte delle nuove infrastrutture a nord e a sud della Confederazione». Nonostante ciò, ha chiarito Guerra, l’infrastruttura è monca: «AlpTransit non è completo e non sembra esserci neppure la volontà politica di completarlo a breve. All’appello mancano ancora le tratte tra Biasca e Camorino, tra Lugano e Chiasso e quella tra Chiasso e Monza, oltre che la gronda ovest. Inoltre, tra Lugano e Milano si viaggia a una velocità media di 63-64 km/h. Questo non va bene se a pochi chilometri ci sono treni che viaggiano a oltre 200 km/h». Di qui, la decisione del Ticino di muoversi per sollecitare un cambiamento. «Nel 2018 e nel 2023 abbiamo approvato due risoluzioni che chiedono a gran voce a Berna di completare l’opera», ha ricordato Guerra. In questo percorso, come detto, il nostro cantone ha trovato un alleato a sud. «La Lombardia e in generale la vicina Penisola hanno grande interesse affinché il progetto venga portato avanti per via degli scambi commerciali. Di conseguenza, ho incontrato sia i vertici lombardi sia le istituzioni italiane per portare avanti insieme questa importante battaglia». Gli incontri dei mesi scorsi sono sfociati nella risoluzione lombarda e ora nella lettera condivisa dai presidenti verso le rispettive autorità. «Si tratta di un’alleanza legislativa transfrontaliera che rappresenta una prima storica. Inoltre il presidente Romani ci ha già anticipato che il suo omologo della Liguria vuole essere della partita e sostenere la causa: anche per la Liguria, infatti, il completamento di AlpTransit è importantissimo», ribadisce Guerra, auspicando che il Consiglio federale possa «ascoltare la nostra voce e tornare a considerare il completamento di AlpTransit come una priorità». Un concetto ribadito anche dal presidente della Commissione sui rapporti tra Lombardia e Svizzera, Giacomo Zamperini, secondo il quale «in un momento in cui a livello internazionale molti chiedono la creazione di muri e l’introduzione di nuove barriere commerciali, noi vogliamo essere un esempio virtuoso, dimostrando l’importanza di continuare il dialogo e il confronto per costruire strade, ponti e infrastrutture». Per Zamperini, «è essenziale, soprattutto tra territori di confine, mantenere relazioni solide, rafforzando le connessioni economiche, culturali e sociali». Il completamento di AlpTransit, ha aggiunto, «rappresenta un progetto strategico per la sostenibilità e l’efficienza del trasporto ferroviario. Siamo pronti a intervenire nelle sedi nazionali e internazionali per accelerare la realizzazione di quest’opera cruciale».

«Un passo positivo»

Tre sono le novità di questa iniziativa rispetto a quanto avvenuto negli ultimi anni, rileva da parte sua l’associazione ProGottardo-Ferrovia d’Europa. Innanzitutto, «per la prima volta si delinea un’esplicita alleanza transfrontaliera che, considerando tanto la realtà della Regio Insubrica quanto il nodo di Milano, investe l’insieme degli interessi reciproci attinenti allo sviluppo della mobilità e alle conseguenti ricadute economiche». Inoltre, «finalmente ci si rivolge in maniera diretta anche al livello europeo, nella consapevolezza che, da un lato, l’asse ferroviario nord-sud è parte integrante della rete internazionale TEN-T e risponde a esigenze europee, oltre che regionali e nazionali, e, dall’altro lato, le soluzioni future ai problemi della mobilità necessitano di accordi e convergenze con la progettualità dell’UE». Infine, secondo ProGottardo, «dall’appello lanciato dai presidenti dei legislativi emerge con chiarezza un segnale affinché si affronti la questione del finanziamento dei grandi progetti ferroviari», guardando a «sistemi di finanziamento alternativi, aperti anche a soluzioni che integrino pubblico e privato». Quello di oggi tra Ticino e Lombardia «è sicuramente un passo positivo», ha commentato il copresidente Alex Farinelli. «Mettere in luce l’importanza dell’opera a livello europeo permette anche di far capire al Consiglio federale che non si tratta di una mera rivendicazione cantonale». Detto ciò, «non possiamo farci nemmeno illusioni eccessive, perché le valutazioni di Berna si basano su criteri precisi e questa mossa non permetterà di cambiare improvvisamente le carte in tavola». In tutti i casi, ribadisce Farinelli, «per noi è fondamentale accelerare i tempi, in modo che il completamento di AlpTransit non venga rimandato alle calende greche. Altrimenti rischiamo di posticipare tutto non di 5 o 10 anni, ma di diversi decenni».