Guerra in Ucraina

Un'altra reporter russo-statunitense nel mirino di Mosca

Alsu Kurmasheva di Radio Free Europe/Radio Liberty’s (RFE/RL) è stata arrestata con l'accusa di non essersi registrata come «agente straniero» — Nel mese di marzo il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich (americano di origini russe) era stato arrestato con l'accusa di spionaggio
© Radio Free Europe/Radio Liberty’s (RFE/RL)
Red. Online
19.10.2023 21:30

Prima il ritiro dei passaporti perché non registrati presso le autorità russe, poi l’arresto con l’accusa di non essersi notificata come «agente straniero»: è la storia di Alsu Kurmasheva, giornalista con doppia cittadinanza russa e statunitense che lavora per Radio Free Europe/Radio Liberty’s (RFE/RL). A raccontarla è proprio l’emittente per cui lavora la donna.

Residente a Praga dove vive con la sua famiglia, nel maggio di quest’anno Alsu Kurmasheva si vede costretta a recarsi in Russia per motivi famigliari: è l’inizio di un’odissea. I primi problemi sorgono il 2 giugno quando alla donna, in procinto di fare ritorno a casa, vengono confiscati all’aeroporto di Kazan i passaporti statunitense e russo con l’accusa di non aver registrato il passaporto statunitense presso le autorità del Paese in cui si trova temporaneamente.

Il peggio per Kurmasheva deve però ancora arrivare: bloccata in Russia in attesa della restituzione dei passaporti, il 18 ottobre si vede accusata di non essersi registrata come «agente straniero» e di conseguenza viene arrestata. Ora rischia fino a cinque anni di carcere.

L'espressione «agente straniero», che in russo ha forti rimandi allo spionaggio della Guerra Fredda, designa organizzazioni, giornalisti, attivisti e persino personaggi dello spettacolo ritenuti politicamente attivi con un sostegno straniero. Dal 2012, una specifica legge impone a chiunque riceva «sostegno» dall'esterno della Russia di registrarsi e dichiararsi come "agente straniero". Chi si registra è poi soggetto a controlli aggiuntivi ed è obbligato a contrassegnare tutte le proprie pubblicazioni con una clausola di designazione, appunto, di agente straniero.

La posizione di RFE/RL

«Alsu è una collega molto rispettata nonché una moglie e una madre devota», spiega il presidente ad interim di RFE/RL Jeffrey Gedmin sul sito internet dell’emittente. «Deve essere rilasciata per poter tornare immediatamente dalla sua famiglia».

Visti i contorni fumosi della vicenda, Radio Free Europe/Radio Liberty’s (RFE/RL), così come il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ) chiedono l’immediato rilascio della donna. In particolare, il CPJ definisce le accuse mosse contro Alsu Kurmasheva «spurie» e di conseguenza chiede, per voce del coordinatore del programma Europa e Asia Centrale Gulnoza Said, alle autorità russe «di rilasciarla immediatamente e di ritirare tutte le accuse raccolte contro di lei».

Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL) dal canto suo sottolinea come «dal 2012 la Russia utilizzi la legge sugli “agenti stranieri” per etichettare e punire coloro che criticano la politica governativa» di Mosca. Da quando è iniziata l’operazione speciale in Ucraina, inoltre, l’emittente osserva che tale legge «è stata sempre più utilizzata per mettere a tacere la società civile e i gruppi mediatici russi».

Non solo Alsu Kurmasheva

Sempre Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL) rimarca come « Kurmasheva sia la seconda giornalista statunitense ad essere detenuta dalla Russia, dopo che il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich è stato arrestato con l'accusa di spionaggio nel marzo di quest'anno».

Fare giornalismo, in Russia, è sempre più difficile. Allargando il discorso, si può accennare alla storia di Marina Ovsyannikova, giornalista costretta a rifugiarsi in Francia dopo per aver fatto irruzione durante un telegiornale russo con un cartello con le scritte «Fermate la guerra» e «Ti stanno mentendo».

Come non ricordare, infine, il caso della giornalista russa Elena Kostyuchenko, intervistata il mese scorso dal Corriere del Ticino. Iniziata l’invasione, viene inviata dal suo giornale – l'indipendente Novaya Gazeta – in Ucraina e sin dai primi giorni di guerra contribuisce a raccontare quanto sta accadendo con reportage dal fronte. Il 30 marzo 2022, mentre stava per dirigersi nella contesa Mariupol, viene a sapere che agli uomini di Ramzan Kadyrov è stato ordinato di ucciderla. Costretta a lasciare l’Ucraina e impossibilitata a tornare in Russia, cerca riparo in Germania. Qui comincia a lavorare per Meduza, giornale indipendente russo con sede a Riga, ma mentre progetta il ritorno in Ucraina (ottobre 2022), comincia a sentirsi male: fegato e reni presentano valori fuori norma, ma le visite mediche escludono epatite e altre patologie. Si pensa all’avvelenamento.

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