USA, i matrimoni gay arrivano alla Corte Suprema

NEW YORK - Occhi puntati sulla Corte Suprema degli Stati Uniti: la decisione è attesa per giugno, ma già oggi i nove togati di Washington potrebbero dare indicazioni sull'orientamento del massimo organo giudiziario degli Stati Uniti in materia di matrimoni gay.
In agenda sono i ricorsi presentati contro il bando delle nozze gay in quattro stati (Michigan, Ohio, Kentucky e Tennessee). Da giorni molte persone, tra sostenitori e oppositori, si erano messe in fila per assicurarsi un posto tra i 400 destinati al pubblico nell'aula. Altri manifestanti di campi opposti si sono radunati oggi fuori dalla Corte con striscioni e megafoni.
Il giudice Anthony Kennedy, che ha scritto le tre precedenti opinioni della corte sui diritti dei gay, potrebbe esser l'ago della bilancia nella decisione se legalizzare i matrimoni tra coppie dello stesso sesso in tutti gli Stati Uniti o lasciare ai singoli stati il compito di decidere.
L'udienza esplorerà anche se Stati che non ammettono i matrimoni gay devono ugualmente riconoscere le unioni celebrate altrove. Le nozze tra coppie dello stesso sesso sono legali in 36 stati e nel Distretto di Columbia che ospita Washington.
Che i matrimoni gay potessero arrivare a un passo dalla legalizzazione nazionale era un esito inconcepibile anni fa. Il primo Stato che li ha legalizzati è stato il Massachusetts nel 2004, e lo scorso ottobre, erano solo un terzo gli Stati americani che avevano acconsentito a coppie omosessuali di sposarsi.