Dopodomani

Usare la testa

L'ondata di entusiasmo attorno all’intelligenza artificiale generativa domina gli investimenti, mentre crollano i finanziamenti nel resto delle aziende tecnologiche
Patrizia Pesenti
Patrizia Pesenti
18.03.2023 06:00

La Silicon Valley? Se il posto dove volete vivere è il futuro la «valley» da visitare è la Celebral Valley, a nord di San Francisco. Un intero quartiere dove i tecnici dell’intelligenza artificiale lavorano e vivono.

L’ondata di entusiasmo attorno all’intelligenza artificiale generativa - la tecnologia in grado di generare testi, immagini e video - domina gli investimenti. L’euforia degli investitori è evidente, soprattutto dopo l’apparizione di ChatGPT-4 - il sistema di OpenAI presentato in questi giorni che risponde, scrive, disegna e parla come nessuna altra chat finora. Ancora più performante di ChatGPT apparso in dicembre. Microsoft ha investito ancora dieci miliardi in OpenAI, ma dietro le luci della ribalta tante altre startup lavorano alacremente a progetti basati sull’intelligenza artificiale generativa. L’interesse degli investitori è letteralmente esploso in poco tempo. Sommate, le valutazioni delle principali aziende del settore superano già i trenta miliardi. E questo mentre crollano i finanziamenti nel resto delle aziende tecnologiche.

Solo nelle prime settimane ChatGPT è stata usata da più di cento milioni di persone. Per arrivare ad un numero molto, molto inferiore nella blockchain ci sono voluti quindici anni, tendenza in diminuzione. Mentre le cryptovalute restano una «soluzione in cerca di un problema», gli usi dell’intelligenza artificiale sono evidenti. Per i più entusiasti si tratta di una tecnologia che cambierà il modo di lavorare, di vivere, di interagire. A lasciare di stucco è anche la velocità con cui evolvono i sistemi di intelligenza artificiale. Sono bastati pochi mesi e ChatGPT-4 ha migliorato molto la precisione delle risposte, fa di conto, passa l’esame d’avvocatura (quello americano) ed è capace di descrivere un’immagine. Una piattaforma per architetti propone piani e disegni generati appena il cliente descrive cosa vuole. Innovazioni e proposte arriveranno evidentemente anche in medicina, in ambito legale e in molti altri settori. Certo i problemi sono ancora tanti e non facilmente risolvibili. A volte questi network neuronali forniscono risposte balorde oppure si limitano a plagiare il lavoro di altri. Può accadere perché in fondo le risposte sono generate partendo dai testi disponibili online, immagazzinati e poi ricomposti calcolando la probabilità che ad una parola ne segua un’altra. E la sequenza proposta non è sempre sensata o giusta. Se si interagisce per gioco o per un esperimento, va bene. Ma se per esempio si prende per vera una risposta in ambito medico o legale può essere pericoloso e molto. Ha fatto bene la FTC americana (l’agenzia che protegge i consumatori) ad avvertire le aziende con un perentorio «Tenete a bada le vostre pretese di intelligenza artificiale», criticando la smania di mettere l’intelligenza artificiale in ogni pubblicità anche quando non c’entra niente.

Le opportunità ma anche i pericoli maggiori vengono poi dalla gara tra Microsoft (ChatGPT-4, BingGPT), Google (Bard) e Meta (LLaMA) per arrivare primi a dominare il mercato. Ognuno di loro dichiara di voler portare sul mercato sistemi responsabili, che non causano guai. Ma la posta in gioco è talmente alta, difficile resistere alla tentazione di «tagliare gli angoli». Oggi sono proprio le big-tech a chiedere alle agenzie governative di occuparsi delle regole del gioco prima e non dopo - come è avvenuto finora nella storia di internet.

Ancora nessuno può dire se lo sviluppo di più performanti sistemi di intelligenza generativa riesca a riprodurre qualcosa di simile all’intelligenza umana. Sì, ChatGPT-4 parla, scrive e disegna. Ma parlare e scrivere non vuol dire pensare. Noi umani lo capiamo bene quando ci dicono «pensa prima di parlare!» Anche se CharGPT-4 disponesse di ancor più testi e immagini con cui generare le risposte, prima di parlare non pensa. Quindi ogni tanto dice sciocchezze. Di sicuro l’intelligenza artificiale generativa è qui per restare. Usarla in modo intelligente vuol dire non dimenticarsi mai di pensare con la propria testa.