Svizzera

Vaccini anti-COVID, l'UFSP mantiene il silenzio sui costi di acquisto

L’Ufficio federale della sanità pubblica ha risposto picche a una richiesta dell'incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza che invoca la LTras
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Online
07.01.2024 13:23

Quanto ha speso la Svizzera per i vaccini contro il coronavirus? Non è dato saperlo. I dettagli dei contratti sottoscritti con Astrazeneca, Curevac, Janssen Pharmaceutica, Moderna, Novavax e Pfizer non saranno infatti resi pubblici. L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha garantito riservatezza ai produttori e ai Paesi partner, come Francia e Svezia, scrive oggi il Sonntagsblick.

La questione è stata sollevata da Adrian Lobsiger, incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT), appena eletto per un ulteriore mandato (2024-2027). Secondo Lobsiger, le versioni «con parti oscurate» dei contratti finora pubblicati dall'UFSP – che omettono prezzi e pagamenti – non sarebbero compatibili con la Legge sulla trasparenza (LTras). Lo scorso 23 novembre ha quindi chiesto alle autorità di rendere «segnatamente noti» i dettagli, in particolare i costi dell'acquisto dei vaccini che figurano ancora nella lista dei prodotti autorizzati da Swissmedic.

L’Ufficio federale della sanità pubblica si è tuttavia opposto alla richiesta con ben «sei decisioni identiche». Il Blick ha avuto modo di consultare una lettera datata 22 dicembre: «Contrariamente alla raccomandazione del funzionario (...), l'UFSP mantiene il silenzio (...)».

Con 13 pagine di spiegazioni, l'UFSP chiarisce che al momento della conclusione dei contratti la Svizzera ha garantito riservatezza sia ai produttori di vaccini che agli Stati partner (Francia e Svezia, appunto) attraverso i quali erano state acquistate alcune dosi di vaccino. Se l'accordo venisse meno, si rischierebbe che in futuro le parti contraenti non vorranno più trattare con il nostro Paese e la Confederazione non sarebbe quindi più in grado, in un'eventuale prossima crisi, di procurarsi vaccini o medicinali. E questo comprometterebbe «l'attuazione mirata di misure ufficiali specifiche».

I funzionari sottolineano, inoltre, che i dettagli dei contratti sui vaccini non sono stati divulgati nemmeno da altri Stati. La pubblicazione sarebbe contraria alle decisioni prese dalla Commissione europea e metterebbe la Svizzera in una posizione in contrasto con quanto deciso dagli Stati partner, Francia e Svezia. Tutto ciò lederebbe gli «interessi di politica estera della Svizzera».

L'UFSP menziona anche la tutela dei «segreti professionali, commerciali o di fabbricazione» delle aziende farmaceutiche: «La divulgazione di queste informazioni porterebbe a un aumento della concorrenza e, di conseguenza, a un calo dei prezzi sul mercato». Un argomento usato anche dai produttori di vaccini. A cui l'IFPDT controbatte sostenendo che è «difficile comprendere perché vi sarebbe un ostacolo alla concorrenza in caso di pubblicazione del prezzo (...) in un mercato controllato dallo Stato».

Per Lobsiger si tratta di un «voto di silenzio» invocato solo ora dall'UFSP che costituisce un'eccezione alla Legge sulla trasparenza. «Per presentare il caso devo, in qualità di denunciante, anticipare spese fino a 5.000 franchi», spiega Rémy Wyssmann, neoeletto consigliere nazionale UDC. Se il Tribunale amministrativo federale – e poi il Tribunale federale – si pronunciassero a favore dell’UFSP e dei gruppi farmaceutici, i ricorrenti dovrebbero poi coprire anche le spese legali.

Nella vicenda, conclude il domenicale, sono in gioco i soldi dei contribuenti «per una cifra stimata in oltre un miliardo di franchi».

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