Dopo il maltempo

Vallemaggia, il turismo è una delle soluzioni

Gli operatori sottolineano il paradosso: «Il modo migliore per aiutare la valle, è venire qui in vacanza» - L’economia della regione, «dai produttori locali fino al comparto edile», dipende anche da queste entrate
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
04.07.2024 06:00

«Il modo migliore per aiutarci, per aiutare la valle, è venire qui in vacanza». Mattia Galli non vuole sembrare insensibile, lo dice più volte mentre ci racconta la situazione dal campeggio del TCS di Gordevio. «Lassù è un dramma, ma qui la situazione è assolutamente sotto controllo», ribadisce. In sottofondo, si sente il telefono del campeggio che continua a squillare. «Siamo sommersi di chiamate da parte dei clienti. Chiedono come sia la situazione. È difficile, per chi non è qui, capire che la Vallemaggia è sostanzialmente divisa in due. La parte alta ha subito una devastazione senza precedenti, mentre in quella bassa posso dire che è tutto tranquillo». Al punto che ieri, dopo i controlli dei riali, le autorità hanno dato il via libera alla riapertura dei due campeggi nella valle, la struttura del TCS di Gordevio e il Camping Piccolo Paradiso di Avegno. «Noi non siamo mai stati in pericolo», racconta Galli. «Quando è scattata l’allerta e abbiamo predisposto l’evacuazione dei 200 ospiti presenti nella nostra struttura, non immaginavamo cosa stesse succedendo nell’alta valle». Del resto, dice, situazioni simili non sono inusuali. «Esiste un protocollo specifico: la polizia ci avverte quando scatta l’allerta di grado 3 e 4, a quel punto avvisiamo gli ospiti e li invitiamo a prepararsi entro due ore, al termine delle quali le persone vengono radunate in un punto di raccolta per essere poi trasferite nelle strutture della protezione civile». E questo è quello che è accaduto anche sabato sera. «Si è svolto tutto in maniera abbastanza ordinata e tranquilla. Nel corso degli anni, mi era già capitato di vedere la Maggia a questo livello. Non ci aspettavamo, lo ripeto, tanta devastazione nella parte alta della valle».

La preoccupazione

E ora? «Il nostro compito principale, in questi giorni, è rispondere alle domande della clientela. Chi doveva arrivare all’inizio della settimana, ha disdetto le prenotazioni. Molti altri, invece, prima di partire intendono assicurarsi che la zona sia sicura. Da parte nostra, cerchiamo di rassicurarli. Di spiegare loro che il campeggio è in funzione, che non ha subito danni e che siamo pronti ad accoglierli». Già, il comparto turistico si dice pronto. Pronto a riabbracciare i visitatori. Che si spera possano tornare. «Il pensiero di tutti noi va alle persone colpite da questa tragedia: alle vittime, a chi ha perso tutto. La nostra valle, però, ha bisogno di lavorare». Già. «Il turismo, per la Vallemaggia e in generale per tutte le valli ticinesi, è un settore chiave e rappresenta uno dei motori principali per l’economia regionale», spiega infatti il direttore dell’Organizzazione turistica (OTR) Lago Maggiore e valli, Fabio Bonetti. Ecco perché la tragedia degli ultimi giorni non può che preoccupare molto gli addetti ai lavori. «Quanto avvenuto impatterà in maniera forte sull’economia delle zone colpite», dice Bonetti.

L’importanza del comparto

Secondo i dati dell’OTR, ogni anno i pernottamenti in tutta la Vallemaggia sono circa 200 mila, di cui 36 mila nella zona colpita dal maltempo. Per quanto riguarda le strutture, l’intero distretto conta due campeggi e 26 piccoli alberghi, di cui 15 in alta valle. A questi si aggiungono poi circa 400 appartamenti in affitto, 90 dei quali proprio nelle zone interessate dall’emergenza. Senza dimenticare le residenze secondarie. Sono 1.800 quelle presenti in Vallemaggia, 700 delle quali si trovano nella parte più alta della valle. Numeri che fanno ben capire l’importanza del comparto turistico per l’intero territorio. «Anche perché - prosegue Bonetti - quando si parla di turismo, a beneficiarne non sono soltanto gli alberghi e i campeggi, ma anche i grotti e i ristoranti, specialmente nella stagione estiva». Inevitabile, quindi, attendersi un contraccolpo su ampia scala. «Ne risentiranno tutti in maniera importante. Il turismo in queste zone fa muovere un po’ tutto: dai produttori locali, fino al comparto edile. È tutto collegato». Per questo, secondo il direttore dell’OTR sarebbe fondamentale non perdere l’intera stagione turistica: «Il territorio ha bisogno di questo indotto economico».

Niente voyeurismo

Al momento, ribadisce Bonetti, la priorità deve andare alla popolazione dei territori devastati. «Da parte nostra ci teniamo comunque a far passare un messaggio importante: la regione turistica del Lago Maggiore è pronta a ricevere gli ospiti. A patto che si eviti di andare a intralciare il lavoro dei soccorritori e di chi si sta operando per mettere in sicurezza le zone più colpite». Insomma, ben vengano i visitatori, purché siano rispettosi. «In una situazione simile, niente voyeurismo», evidenzia il direttore dell’OTR che, insieme a Ticino Sentieri, al momento sta cercando di verificare la condizione dei sentieri, per capire quali siano agibili. «La situazione è tutta in divenire. Per questo, il Consiglio ai turisti è di controllare il sito di Svizzera Mobile, che segnalerà i sentieri escursionistici chiusi. In questa fase, è infatti prioritario seguire le informazioni delle autorità e muoversi sul territorio in maniera responsabile, prestando attenzione ai divieti». Una volta terminata la fase d’emergenza, Bonetti spera che i turisti possano tornare. «Non bisogna creare panico: nell’alta valle la situazione è certamente drammatica, ma nel resto della regione è sotto controllo. Dobbiamo riuscire a ripartire e come OTR cercheremo di fare la nostra parte affinché questo avvenga il più velocemente possibile». Per questo, il consiglio di amministrazione dell’OTR Lago Maggiore e Valli ha deciso all’unanimità di stanziare un contributo straordinario di 50 mila franchi. «Questa somma - indica il presidente Aldo Merlini - sarà destinata al ripristino e alla ricostruzione delle infrastrutture di interesse turistico, secondo le necessità che emergeranno nelle prossime settimane e in accordo con le autorità locali». La speranza è che quanto accaduto non condizioni l’immagine della regione. «I fenomeni climatici estremi non sono appannaggio del solo Ticino e siamo certi che non scoraggeranno gli arrivi».

L’impatto

Per l’economia, gli fa eco il presidente di Ticino Turismo Simone Patelli, «è un duro colpo». I turisti svizzero tedeschi e germanici che vedono le immagini della devastazione, prosegue, «faticano ad avere un quadro preciso della situazione». Non a caso, alberghi e campeggi, in queste ore, sono bombardati dalle chiamate degli ospiti che chiedono informazioni e, soprattutto, rassicurazioni. «In primis, dobbiamo sostenere le zone colpite. Ma, al contempo, dobbiamo far sì che non si strumentalizzino le immagini della devastazione, che riguardano solo una parte della regione. Alimentare la paura, non farebbe altro che allontanare i visitatori, creando un ulteriore danno economico per il territorio». Situazioni simili, dice Patelli, lasceranno un impatto. «È inevitabile. La devastazione vissuta deve farci sempre ricordare la forza della natura e i pericoli che possiamo correre. Ma speriamo non condizionino a lungo termine l’immagine dell’intera Vallemaggia. Il nostro compito, come operatori turistici, deve allora essere quello di ricordare ai visitatori anche le bellezze del territorio, in modo che i video e le foto di questi giorni non offuschino, soprattutto negli anni a venire, tutto il resto. Lo dobbiamo alla valle stessa».