Il punto

Vallemaggia, l'esercito ha completato il ponte

Ora le autorità cantonali si occuperanno di terminare i lavori di loro competenza: il ponte non è ancora transitabile – Maurizio Dattrino: «In 36 anni di servizio raramente ho visto ragazzi con una tale voglia di lavorare, di aiutare la popolazione»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Martina Salvini
23.07.2024 14:33

L’esercito ha terminato la posa del ponte provvisorio a Visletto. «Avevamo detto che ci avremmo messo sette giorni, ma siamo stati leggermente più rapidi. I lavori, infatti, sono terminati con un giorno di anticipo», spiega Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3.

A questo punto, la palla torna nel campo delle autorità cantonali. «Loro dovranno occuparsi degli ultimi lavori di rifinitura e di messa in sicurezza del ponte, ma anche di posare la segnaletica necessaria e occuparsi delle vie d’accesso alla struttura». Il ponte, al momento, non è quindi ancora transitabile.

In totale, per posare il ponte sono stati impiegati 35 uomini, che ora torneranno nel canton Argovia. «Invece – spiega Dattrino – i macchinisti, ossia coloro che usano le macchine da cantiere, negli scorsi giorni sono stati occupati in valle Bavona, per aprire un varco nella zona franata, mentre attualmente si trovano in Lavizzara per i lavori di sgombero del materiale. Termineranno il loro impiego venerdì».

Come detto, tra qualche giorno l’esercito terminerà il proprio lavoro nelle zone colpite dall’alluvione del 29 giugno. «L’esercito ha il compito di aiutare, proteggere e difendere», ricorda Dattrino. «In questo caso, ci siamo occupati, fin dalle primissime ore dopo la catastrofe, di aiutare la popolazione dei territori colpiti, prima con l’ausilio del Super Puma e dell’Eurocopter e poi – dall’8 luglio, ndr – con l’arrivo sul campo degli uomini, preposti in primis alla costruzione del ponte». Ed è proprio ai militari che va il ringraziamento di Dattrino. «Hanno lavorato con una dedizione per nulla scontata. Non lo dico per dire: in 36 anni di servizio raramente ho visto ragazzi con una tale voglia di lavorare, di aiutare la popolazione. Tutti avevano ben capito quanto fosse importante questo ponte per la valle e, al contempo, sentivano il grande sostegno che arrivava dalla popolazione».

Ad esempio, ricorda Dattrino, sabato sera a seguire i lavori notturni, a Cevio, erano presenti un centinaio di «spettatori», uomini e donne della valle che volevano vedere come stessero procedendo i lavori. «Pensi che un signore anziano è stato con noi fino alle 3 di notte», dice sorridendo il comandante. «Tutti attendevano la fine dei lavori con grande impazienza, proprio a testimonianza di quanto questo ponte sia vitale per il territorio. Far passare i mezzi pesanti (sopra le tre tonnellate e mezzo, ndr) è infatti fondamentale per portare avanti i lavori di ripristino».

I dettagli

La costruzione del ponte che si trova circa 100 metri a nord del ponte di Visletto, andato distrutto, è stata preceduta da importanti lavori di accertamento e preparazione da parte di partner civili e militari. Si sono tra l’altro rese necessarie trivellazioni con apparecchiature speciali e la realizzazione di una rampa alta sette metri. 35 militari del battaglione d’intervento d’aiuto in caso di catastrofe hanno lavorato alla costruzione del ponte durante una settimana, soprattutto di notte, anche a causa delle temperature elevate. A tale scopo sono state impiegate due escavatrici gommate e una gru da 40 tonnellate.

Il ponte di supporto del tipo Mabey ha una lunghezza di 61 metri e una larghezza di carreggiata di 4,2 metri. Il suo peso è di 130 tonnellate. La lunghezza massima di questo tipo di ponte, senza supporti, è di 70 metri. Il traffico viene fatto circolare in senso unidirezionale e con un sistema di semafori. Sono ammessi i veicoli con un peso massimo di 32 tonnellate. L’opera è concepita in modo tale da resistere in maniera ottimale anche in caso di aumento del livello del fiume.

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