HC Lugano

Verboon, jolly bianconero: «Fiero della mia versatilità»

Il 24.enne attaccante svizzero-canadese ha realizzato tre gol nelle prime otto partite – In tutta la scorsa stagione ne totalizzò solo quattro: «La squadra gioca bene e io faccio la mia parte» – Domenica hanno segnato sia lui, sia l’amico d’infanzia Patry: «Non capitava dalle giovanili del Ginevra»
© Keystone/Samuel Golay
Fernando Lavezzo
08.10.2024 06:00

«L’ultima volta che io e Stéphane abbiamo segnato nella stessa partita avevamo forse 14 anni», scherza Matthew Verboon dopo il successo per 3 a 1 sul Rapperswil. Patry ha realizzato il primo gol, lui il secondo. «Proprio come ai vecchi tempi». Già. I due si conoscono da una vita. Sono nati nel febbraio del 2000, a cinque giorni di distanza l’uno dall’altro. Verboon in Ontario, Patry a Ginevra. È proprio lì, alle Vernets, che si sono incontrati per la prima volta nel 2011. La famiglia di Matt si era trasferita in riva al Lemano tre mesi dopo la sua nascita, quando il padre ottenne un buon lavoro in una compagnia internazionale con sede in Svizzera. Entrato nelle giovanili del Servette dopo aver mosso le prime pattinate nel Trois-Chêne, un piccolo club formatore della «rive gauche» ginevrina, a 11 anni Matthew si ritrovò nei Moskito insieme a Stéphane, appena arrivato dal Meyrin. Si presero subito in simpatia e diedero vita a una bella complicità, in pista e fuori. Nella U15 erano i due migliori marcatori della squadra e nel 2016 vinsero il campionato U17. Poi, sempre insieme, approdarono nella U20 dei granata. Le loro strade si separarono nel 2017, ma si sono infine ricongiunte l’anno scorso, quando Verboon, conclusa l’università negli Stati Uniti, a Colgate, è approdato al Lugano, dove Patry giocava già dall’anno prima. Curiosità: il 3 ottobre del 2023, proprio contro il Rapperswil, i due attaccanti vennero schierati per la prima volta nella stessa linea in National League.

Scorer all’improvviso

Per Stéphane quello dell’altro ieri è stato il primo gol stagionale, mentre Matthew è già arrivato a quota tre in otto partite. L’anno scorso ne aveva segnati solo quattro in tutto il campionato, playoff inclusi (61 gare in totale). «In questo momento il disco entra con più facilità, forse ho il sangue un po’ più freddo rispetto al passato», afferma lo svizzero-canadese. Nel Lugano, solo Luca Fazzini ha segnato di più con le sue sei reti. A quota tre, oltre a Verboon, c’è Mark Arcobello. «Sono contento per come stanno andando le cose», racconta Matthew. «La squadra sta giocando bene e vince con regolarità. Personalmente, poi, sono molto fiero di poter contribuire ai nostri successi. La rete di domenica contro il Rapperswil, valsa il 2-0, è stata particolarmente importante. Abbiamo dominato la gara, ma abbiamo faticato a capitalizzare le numerose occasioni che ci siamo creati. Penso in particolare al secondo tempo. Le parate di van Pottelberghe ci hanno comunque permesso di restare sempre avanti e alla fine è arrivato un successo meritato. Dobbiamo imparare a chiudere le partite un po’ prima, ma in un campionato così equilibrato bisogna sempre essere pronti a battagliare fino all’ultimo minuto. Dopo la sconfitta di venerdì a Bienne, dovuta ad alcuni errori individuali, ci siamo detti di giocare più da squadra, più puliti. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto contro i Lakers».

Apprendista leader

Schierato quasi sempre all’ala di Marco Müller (sei volte su otto), nell’ultima partita Matthew Verboon ha affiancato due giovani, Canonica e Cormier: «Mi piace giocare con loro, siamo arrivati a Lugano insieme, lo scorso anno, e ci intendiamo bene. Ho qualche anno in più di Lorenzo (classe 2003, n.d.r.) e di Cole (2002), dunque ho colto questa opportunità per assumermi maggiori responsabilità a livello di ledership, anche vocale».

Utilizzato anche in power-play (è proprio così che domenica ha firmato il 2-0 su assist di Mark Arcobello), il 24.enne sta inoltre confermando quella versatilità già evidenziata nella scorsa stagione, quando venne spesso schierato al centro per sopperire alle lunghe assenze dei vari Morini, Canonica, Müller e Walker. «Mi piace l’idea di essere considerato un jolly, in pista posso rendermi utile in diversi modi e di questo vado orgoglioso. Quello che cerco di fare, è aiutare la squadra il più possibile, indipendentemente dalla posizione e dai compagni di linea».

Qui non si passa

In attesa del derby in programma venerdì alla Gottardo Arena, il Lugano si gode la sua imbattibilità casalinga: quattro partite, dodici punti conquistati. «Uno degli obiettivi che ci siamo posti ad inizio stagione era proprio questo», spiega Verboon. «Non vogliamo permettere alle altre squadre di venire a batterci a casa nostra. Sapere di essere forti davanti ai nostri tifosi ci dà tanta energia e ci permette poi di andare con più fiducia anche in trasferta, a caccia di punti preziosi. L’atmosfera alla Cornèr Arena è sempre bellissima e domenica pomeriggio, con così tanti bambini sugli spalti, è stato particolarmente divertente e stimolante. Personalmente, sono contento che il nostro club abbia chiesto di giocare spesso in casa di domenica (quattro volte, n.d.r.)». E chissà che tra quei bambini non ci siano i Verboon e i Patry del futuro.