Verso una deroga per i mezzi pesanti
In zona Boffalora, tra Soazza e Mesocco, le ruspe sono arrivate questa mattina. «Per fortuna il livello della Moesa si è abbassato permettendo alle imprese di iniziare i lavori di messa in sicurezza del fiume», spiega al CdT Guido Biaggio, vicedirettore dell’Ufficio federale delle Strade (USTRA). I lavori di ripristino del tratto di A13 collassato venerdì a causa del maltempo sono quindi partiti. «Innanzitutto, dovremo ripulire il letto del fiume ostruito dalle colate di fango. Poi, si inizierà con la ricostruzione vera e propria dell’autostrada». Una stima esatta del volume di detriti che andrà tolto dalla Moesa non esiste, si parla comunque di circa 50 mila metri cubi franati dalla montagna, spiega Biaggio. «La messa in sicurezza della zona resta prioritaria, sia per chi lavora, sia per i futuri transiti».
Una corsia in ogni direzione
Sull’avanzamento dei lavori, molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche dei prossimi giorni. Il tempo ballerino potrebbe infatti rallentare la prima fase dei lavori, posticipando l’inizio della ricostruzione del tratto. Al momento l’USTRA prevede che l’A13 possa essere parzialmente riaperta al traffico tra circa un mese. «L’idea è di arrivare ad aprire una corsia in ogni direzione per sgravare l’asse del San Gottardo», aggiunge Biaggio.
Un obiettivo che da solo, tuttavia, difficilmente potrà scongiurare il rischio di una paralisi sull’A2. Asse viario che ogni anno, in coincidenza degli esodi e controesodi vacanzieri, si trasforma nel «collo di bottiglia della Svizzera».
«I treni? Non illudiamoci»
Nonostante la Confederazione abbia dichiarato di voler alleggerire la viabilità sull’A2, il Touring club svizzero ha già espresso la sua preoccupazione: «La strada del San Bernardino è considerata un’alternativa naturale al San Gottardo. In caso di code, ora mancherà uno sfogo naturale lungo l’asse nord-sud». Anche perché, prosegue il portavoce Laurent Pignot, «l’autostrada è una forma di mobilità che non riesce ad essere assorbita con altri vettori». Insomma, secondo il TCS non dobbiamo illuderci che ci sarà un travaso di utenti verso le rotaie.
Il riferimento al trasporto ferroviario va letto (anche) in relazione al probabile potenziamento che le FFS starebbero valutando proprio in queste ore, e la cui comunicazione potrebbe coincidere con la conferenza stampa di giovedì nella quale i vertici delle FFS faranno il punto sulla riapertura completa della galleria di base del San Gottardo, prevista per settembre. La tratta oggi deve infatti ancora fare i conti con il cantiere per il ripristino delle infrastrutture danneggiate nell’incidente verificatosi lo scorso agosto.
Cupra tutti i giorni
Tornando all’A13, l’USTRA ha messo in atto una prima misura di salvaguardia, ossia l’apertura giornaliera della Cupra per facilitare il transito lungo i passi del Gottardo e della Novena quali alternative al tunnel. «La decisione è stata presa oggi», conferma Biaggio. «Abbiamo deciso di non attendere metà luglio e di anticipare l’apertura giornaliera (7 su 7) di qualche settimana».
Rimarrà, per contro, il sistema di dosaggio ai portali, basato sul transito di 1.000 veicoli all’ora all’interno del tunnel. «Questione di sicurezza», conferma Biaggio. Nulla da fare quindi per ASTAG che di fronte alla situazione straordinaria poneva quale ipotesi di lavoro un aumento della frequenza all’interno della galleria. I transiti di mezzi pesanti attraverso l’A13 rappresentano infatti il 14% dell’intero traffico sull’arco alpino, ossia 127 mila automezzi all’anno, pari a 350 al giorno. Una quota piuttosto significativa che dovrà quindi essere assorbita dal San Gottardo.
Comunicazione preventiva
Fondamentale, poi, sarà anche la comunicazione verso i turisti del Nord Europa che dovranno essere informati sui probabili disagi che si creeranno al San Gottardo. «La centrale USTRA di Emmen è in contatto con le dogane e i punti di accesso in Svizzera», avverte ancora Biaggio. «Abbiamo già trasmesso tutte le informazioni necessarie per informare i viaggiatori». Chi entra in Svizzera, quindi, è informato sui rischi di coda in relazione alla chiusura dell’A13. Ma - chiediamo - non sarebbe più utile informare i turisti nel Paese di origine? «Anche in passato i nostri canali di comunicazione si sono dimostrati efficienti», replica Biaggio, il quale tuttavia non nega la possibilità di rafforzare la comunicazione con azioni supplementari.
Le proposte: modificare il divieto notturno
Intanto, anche la politica si sta muovendo a livello federale. Al riguardo sono attese comunicazioni da parte del DATEC. In quest’ottica potrebbero rientrare le riflessioni delle FFS per potenziare l’offerta ferroviaria. «Qualche treno in più durante l’estate farebbe comodo», ammette Biaggio. Qualcosa insomma occorre inventarsi. «Tre le misure al vaglio di DATEC e USTRA c’è anche la possibilità di ridurre o togliere fino all’apertura dell’A13 il divieto di transito notturno per i camion sull’A2», anticipa il vicedirettore di USTRA. «Stiamo valutando, ma la questione è molto politica e sarà discussa ai massimi livelli».
Diluire il traffico
Una proposta di lavoro caldeggiata anche dall’associazione svizzera degli autotrasportatori stradali (ASTAG), come confermatoci dal presidente della sezione ticinese Adriano Sala: «Questa misura permetterebbe di spalmare il traffico sulle 24 ore. D’altro canto, invitiamo anche le persone a servirsi per quanto possibile della ferrovia». Anche secondo Sala, tuttavia sarà fondamentale cooperare con i Paesi vicini «affinché si possa convogliare, già a monte, il traffico su altri assi».