Vignetta controversa su Netanyahu, il Guardian «congeda» Steve Bell dopo 40 anni
Benjamin Netanyahu, con i guantoni da pugile, mentre impugna un bisturi puntato sul ventre su cui ha tracciato i contorni della striscia di Gaza. La didascalia: «Residenti di Gaza, uscite subito di qui!». È questa la vignetta che avrebbe portato il Guardian a licenziare il suo storico vignettista, Steve Bell, dopo ben 40 anni. «Avrebbe», perché il giornale asserisce che «non gli è stato rinnovato il contratto». Ma la polemica, ormai, è esplosa.
Steve Bell ha disegnato una vignetta quasi ogni giorno per più di quarant’anni per il quotidiano britannico. Ma quando ha sottoposto la vignetta incriminata, la direzione l'ha respinta giudicandola «inaccettabile» (e poi è finita lo stesso sui social media).
Su X l'immagine di Bell è stata associata a Shylock, l’usuraio ebreo del mercante di Venezia di William Shakespeare. Un personaggio spesso accusato di rappresentare uno stereotipo antisemita. Bell ha invece spiegato che il collegamento era a una vignetta del disegnatore americano David Levine degli anni Sessanta, in cui il presidente americano Lyndon Johnson appariva con una cicatrice a forma di Vietnam (nel 1966, Johnson subì un intervento chirurgico per rimuovere la cistifellea e sollevò la maglietta ed espose alla stampa la cicatrice pochi giorni dopo l'operazione). La stessa vignetta su Netanyahu realizzata per il Guardian recava la scritta «omaggio a David Levine».
Steve Bell, su X, ha spiegato: «È diventato quasi impossibile disegnare qualcosa sul Guardian che riguardi Israele senza venire accusati di antisemitismo».
Interpellato dal Daily Telegraph, un portavoce del Guardian ha affermato che il contratto in scadenza del disegnatore «non è stato rinnovato», aggiungendo che le vignette di Bell sono state «una parte importante del Guardian per 40 anni».
Già nel 2020 Steve Bell venne accusato di antisemitismo. In quel caso la vignetta ritraeva Keir Starmer, nuovo leader del partito laburista britannico, nell’atto di offrire la testa del suo predecessore Jeremy Corbyn (sospeso dal partito per avere respinto le conclusioni di una commissione d’inchiesta sull’antisemitismo nel Labour durante gli anni della sua leadership) su un piatto d’argento. L’immagine fu paragonata a un quadro di Caravaggio intitolato Salomé con la testa di Giovanni Battista.