Ambiente

Villa Luganese si è regalata un bosco

Portato a termine il progetto del Patriziato che ha permesso di recuperare un bosco di quasi tre ettari in zona Cugnoli – Lo spunto è arrivato dai «vicini di casa»
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
15.09.2024 23:34

In Ticino non mancano i boschi, nemmeno nell’urbanizzato Luganese. Anzi, avanzano ogni anno. Se però vengono abbandonati, perdono un po’ del loro valore a livello naturale, paesaggistico e di utilizzo da parte della comunità. È per questo che il Patriziato di Villa Luganese ha promosso il progetto di recupero di una selva castanile di sua proprietà in zona Cugnoli, i cui lavori, cominciati nel novembre del 2023, sono terminati lo scorso aprile. Due mesi dopo è avvenuto il «collaudo» delle opere, che ne ha confermato la buona fattura. Ora si tratta di mantenere il tutto in buono stato: compito affidato a un agricoltore locale.

Cosa è stato fatto

Il bosco in questione, 2,7 ettari, era in uno «stato avanzato di abbandono», come leggiamo sul rapporto finale del progetto. I castagni erano sempre i suoi indiscussi protagonisti, ma attorno ad essi avevano preso piede diverse altre specie – troppe, secondo gli addetti ai lavori – fra cui piante inserite nella lista nera delle neofite invasive come il poligono del Giappone e la cremesina uva turca. Inoltre, l’area non era facilmente accessibile e godibile. Gli interventi – progettati e diretti dall’Ufficio forestale del 5. Circondario in collaborazione con la ditta EcoControl e con il Verde Pubblico della Città ed eseguiti dall’impresa forestale Destefani Roberto e dalla Odis B. De Leoni – possono essere divisi in sei punti. Primo: il taglio e l’esbosco di piante ed alberi ritenuti in eccesso, con il legname che è stato portato via in trucioli o tronchi per essere sfruttato. Secondo: la potatura dei principali castagni meritevoli, che sono un centinaio. Terzo: la messa a dimora di 10 castagni da frutto nelle zone più libere, proteggendoli dalla brucatura da parte degli animali selvatici. Quarto: la pulizia e la sistemazione di tutto il terreno, dove erano presenti diversi scarti legnosi e vegetali. Quinto: la sistemazione delle piste forestali all’interno del bosco, creando guadi e canaletti per l’acqua e una piazza di giro. Sesto: la realizzazione di alcune opere per migliorare la fruibilità della selva, con la posa di tre panchine, di un pannello informativo e di una staccionata lungo il guado al centro del bosco. L'investimento è stato di circa 260 mila franchi, quasi interamente coperti grazie ai contributi della Sezione forestale, del Fondo per la gestione del territorio, della Città, del Fondo svizzero per il paesaggio e dell’Ente Regionale per lo Sviluppo del Luganese.

Come tanto tempo fa

Il Patriziato è orgoglioso di quanto fatto. «Quando ero piccolo – ricorda il presidente Marco Bulani – in quella zona c’erano selve bellissime. Poi, un po’ come tutti i boschi, sono state lasciate andare. A un certo punto, aveva trovato spazio anche un centro di compostaggio dove si buttava un po’ di tutto». Lo spunto per cambiare le cose, come racconta sempre Bulani, è arrivato dal progetto realizzato dal Patriziato di Sonvico sopra Madonna d’Arla. «Un bellissimo recupero, così abbiamo pensato: perché non fare lo stesso?». Ma non è finita qui. «Ora vorremmo valorizzare anche altre selve castanili del quartiere», che appartengono a privati e si estendono per circa 10 ettari. Servirà il benestare dell’assemblea, poi si dovrà avere l’accordo dei proprietari.