“Vogliamo sapere la nazionalità dei criminali”

È riuscita nel canton Zurigo l'iniziativa UDC che mira a rendere note le informazioni personali degli autori e delle vittime di reati
Red. Online
17.08.2018 11:23

ZURIGO - È riuscita nel canton Zurigo l'iniziativa dell'UDC mirante ad assicurare che la polizia, nei suoi comunicati, citi le nazionalità di autori e vittime di reati. La soglia prescritta di 6000 firme è stata superata, ha indicato oggi il Dipartimento della giustizia e dell'interno.

Lo scorso 7 novembre, il municipale di Zurigo Richard Wolff, esponente della formazione di sinistra Lista alternativa e allora responsabile del dicastero della sicurezza del cittadino (dopo le elezioni del 4 marzo è passato alle Opere pubbliche), aveva annunciato che la polizia comunale non avrebbe più comunicato di propria iniziativa la nazionalità delle persone sospettate di reati. "I rappresentanti della stampa possono ancora chiedere chiarimenti in materia, se lo ritengono necessario. La nuova strategia - aveva affermato Wolff - è stata decisa sulla base di un postulato del Partito socialista e dei Verdi liberali sostenuto due anni prima dal parlamento cittadino (con 72 voti contro 46) ed è volta ad evitare "inutili pregiudizi".

Una maggioranza del consiglio comunale aveva ritenuto che citare la nazionalità dei delinquenti equivalga a suggerire che il reato o i reati commessi si possano spiegare con essa, perdendo di vista le "vere cause" come la povertà, un basso livello di istruzione o la dipendenza dalla droga.

L'UDC del canton Zurigo ha subito accusato la Città a governo rosso-verde di condurre una "politica della censura" e ha lanciato all'inizio di quest'anno un'iniziativa popolare cantonale con cui chiede che la polizia informi il pubblico sui crimini "in modo trasparente". Ciò significa che nei comunicati e nelle conferenze stampa devono essere specificati età, sesso e nazionalità di colpevoli, sospetti e vittime. Inoltre, su richiesta, devono essere annunciate anche le persone con un passato migratorio, "per quanto sia disponibile l'informazione".

L'iniziativa, corredata di circa 9'500 firme, è stata consegnata lo scorso 23 maggio, sette settimane prima della scadenza. Secondo i promotori sussiste un chiaro interesse pubblico a conoscere la nazionalità, in quanto la popolazione ha il diritto di essere informata in maniera completa e trasparente in merito alla sicurezza pubblica.

Citare la nazionalità delle persone sospettate di reati nei comunicati della polizia è una prassi introdotta da diversi anni praticamente in tutta la Svizzera. A dare lo spunto erano state proprio due iniziative popolari dell'UDC approvate nei cantoni di Soletta e San Gallo. Anche la Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali ha deciso, dopo un lungo dibattito, di seguire questa strada.

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