Il punto

Volpi, donnole ma anche armi: come si previene un bird strike?

Dopo lo schianto di un aereo delle Frecce Tricolori a Torino Caselle il tema dell'impatto con gli uccelli è tornato di strettissima attualità: quali sono le soluzioni adottate a Basilea, Ginevra e Kloten?
© Shutterstock
Marcello Pelizzari
23.09.2023 19:00

Impatto, violento, fra un aeromobile e uno o più volatili. Con conseguenze più o meno gravi per il velivolo in termini di sicurezza. Questo, in estrema sintesi, il significato di bird strike o, se preferite, wildlife strike. Un fenomeno tornato di stretta, strettissima attualità dopo lo schianto di un aereo delle Frecce Tricolori all'aeroporto di Torino Caselle. Un fenomeno, leggiamo, frequente. Se non frequentissimo. Fra il 1990 e il 2019, secondo le statistiche della Federal Aviation Administration statunitense, ci sono stati qualcosa come 227.005 episodi nella sola America.

Il primo incidente documentato tra un uccello e un aereo a motore, riferisce fra gli altri l'ENAC, l'Ente nazionale italiano per l'aviazione civile, avvenne in Ohio nel 1908. Un'altra epoca. Da allora, il settore si è chinato sulla problematica a più riprese. Senza scomodare l'impresa di Chesley Sullenberger, che nel 2009 riuscì ad ammarare nell'Hudson, a New York, dopo che il volo US Airways 1549 colpì uno stormo di oche canadesi mettendo fuori uso all'istante entrambi i motori, diversi scali in questi anni hanno adottato misure (anche importanti) per consentire ai piloti decolli e atterraggi in sicurezza. Amsterdam, ad esempio, aveva avviato un curioso progetto pilota. Piazzando, strategicamente fra due piste, su un terreno di due ettari pieno zeppo di scarti di barbabietole da zucchero, una ventina di maiali. I quali, presto, hanno trasformato la zona in un paradiso fangoso. Allontanando stormi di oche e altri uccelli che amano particolarmente la barbabietola. 

E gli aeroporti svizzeri? Quali pratiche e soluzioni hanno adottato per far sì che aerei e uccelli non si incrocino? Soprattutto, qual è la portata dei citati bird strike nel nostro Paese? Di che numeri parliamo? Abbiamo girato queste domande direttamente agli scali. 

A Kloten sono furbi come le volpi

All'aeroporto di Zurigo-Kloten, il più trafficato della Confederazione, le misure in vigore sono tante e diverse. «Un metodo per ridurre il rischio di brid strike è l'utilizzo, mirato, di piccoli predatori sul terreno» afferma Elena Stern, portavoce dello scalo. «Volpi e donnole, in questo senso, vengono usate in modo specifico e puntuale per decimare la popolazione di topi di campagna e altri piccoli mammiferi, riducendo così la disponibilità di cibo per i rapaci». Che, di conseguenza, volano altrove per nutrirsi. E ancora: «Lungo la pista 16/34 (la più lunga, usata prevalentemente per i decolli assieme alla 10/28, ndr) c'è anche una recinzione alta 40 centimetri, lungo la quale sono piazzate trappole vive per topi. Trappole che le volpi possono aprire e svuotare con il muso o la zampa. Abbiamo pure costruito due tane artificiali per le famiglie di volpi sul terreno dell'aeroporto».

Non finisce qui: la gestione dell'habitat, pensiamo alla manutenzione dei prati o la regolazione del livello dell'acqua, «riduce al minimo l'attrattiva dell'aeroporto per gli uccelli». Di più, Zurigo adotta « misure attive contro l'attacco degli uccelli durante i pattugliamenti, ad esempio spaventandoli con suoni bioacustici». Ovviamente, conclude la nostra interlocutrice, lo scalo tiene traccia di ogni episodio di bird strike. Ma preferisce non fornire cifre all'esterno. «Possiamo dire, però, che siamo nella media europea».

Il numero di impatti con uccelli ha subito variazioni da un minimo di 33 nel 2020 a un massimo di 64 nel 2022
Ignace Jeannerat, portavoce dell'aeroporto di Ginevra-Cointrin

A Ginevra nessun caso grave

Cifre, per contro, ne fornisce l'aeroporto di Ginevra-Cointrin. Tra il 2016 e il 2023, dice il portavoce Ignace Jeannerat, «il numero di impatti con uccelli ha subito variazioni da un minimo di 33 nel 2020 a un massimo di 64 nel 2022». In media, aggiunge, «registriamo una cinquantina di casi all'anno, con conseguenze diverse». Jeannerat, al riguardo, specifica che Ginevra non ha avuto casi gravi. Per i quali è necessario un rientro immediato all'aeroporto di partenza. «Abbiamo, di regola, uno o due casi all'anno con danni minori». 

Ginevra, va da sé, non lascia nulla al caso. Lo scalo è dotato di una squadra attiva 365 giorni all'anno per prevenire o ridurre il rischio di bird stirke. Dall'alba al tramonto, lungo il perimetro della pista, sono presenti un veicolo e un addetto. «La squadra dispone di una serie di sistemi, come quello di allarme sonoro EFBITECH. Si tratta di un sistema fisico di altoparlanti sparsi per la pista. Questa apparecchiatura è installata anche a bordo dei due veicoli per la prevenzione». Fra gli altri sistemi usati da Cointrin, per contro, Jeanneret cita l'utilizzo di puntatori laser. 

A Basilea ci sono pure le armi

Anne Lagarde, responsabile della comunicazione in seno all'EuroAirport di Basilea-Mulhouse-Friburgo, spiega che lo scalo è confrontato, una volta ogni due o tre anni, a un caso grave di impatto con uccelli. Per il resto, i numeri sono pressoché stabili: 16 casi nel 2019, 17 nel 2020, 26 nel 2021, 14 nel 2022 e 19 nel 2023. «L'aeroporto dispone di più metodi per prevenire i bird strike, fra cui spaventi visivi, ad esempio attraverso puntatori laser, spaventi sonori con altoparlanti, tattiche di spavento pirotecnico». In ultima istanza, il protocollo prevede anche l'uso di «sistemi letali». Ovvero, armi da fuoco.

In questo articolo: