«Vulnerabili ai droni russi», Kiev ritira gli Abrams dal fronte
Le forze armate ucraine hanno ritirato i carri armati Abrams dal campo di battaglia a causa della loro vulnerabilità ai droni russi. I droni tracciano i movimenti dei veicoli corazzati forniti dagli Stati Uniti e li attaccano. È quanto hanno dichiarato all'Associated Press due funzionari militari USA.
A inizio 2023 gli Stati Uniti avevano annunciato piani per inviare i tank in Ucraina. Carri armati di fabbricazione statunitense del costo di 10 milioni di dollari ciascuno che hanno raggiunto il campo di battaglia lo scorso settembre. Lo stesso Volodymyr Zelensky aveva annunciato l'arrivo di 31 Abrams M1A1, «vitali per la possibilità di sfondare la linea del fronte russo».
Da allora, però, il campo di battaglia è cambiato in modo sostanziale, scrive l'AP, soprattutto grazie all'uso onnipresente di droni russi. Queste armi hanno reso più difficile per l'Ucraina proteggere i carri armati, poiché vengono rapidamente individuati e braccati dai droni o dai proiettili russi. «Cinque dei 31 carri armati sono già stati andati persi» in guerra.
La proliferazione dei droni sul campo di battaglia ucraino significa che «non c'è un terreno aperto che si possa attraversare senza paura di essere scoperti», ha dichiarato un alto funzionario della Difesa. Il funzionario ha parlato a condizione di anonimato per fornire un aggiornamento sul supporto degli Stati Uniti all'Ucraina. La notizia è stata confermato da un deputato della Verkhovna Rada, Maksym Buzhansky: «La natura della guerra è cambiata e i veicoli corazzati del valore di milioni diventano facile preda di un drone che costa poche migliaia di dollari».
Si cercano modi per utilizzarli «in un ambiente cambiato»
L'ammiraglio Christopher Watson Grady, vice presidente del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti, ha reso noto che, per il momento, i carri armati sono stati spostati dalla linea del fronte e le forze armate statunitensi e ucraine stanno lavorando insieme per trovare un modo per utilizzare i carri armati Abrams «in un ambiente cambiato».
Insomma, gli Abrams M1 sono stati messi da parte. «Se pensiamo a come si è evoluto il combattimento, i blindati in massa in un ambiente in cui i sistemi aerei senza pilota sono onnipresenti possono essere a rischio», ha detto Grady all'AP, aggiungendo che i carri armati si rilevano ancora importanti. «Ora c'è un modo per farlo. Lavoreremo con i nostri partner ucraini e con altri partner sul campo per aiutarli a pensare a come utilizzarli in un ambiente cambiato, dove tutto è visibile immediatamente».
La notizia arriva quando gli USA stanno dando gli ultimi ritocchi a un pacchetto di aiuti a Kiev da 6 miliardi, uno dei più grandi finora, con Patriot, munizioni per artiglieria, droni, armi anti-droni, missili aria-aria per i caccia. Lo riferisce Politico citando due dirigenti americani. Il pacchetto potrebbe essere annunciato domani e attinge ai 61 miliardi di fondi appena approvati dal Congresso. Ma si tratta di armamenti da produrre, non da prelevare dagli arsenali, quindi occorreranno anni prima che arrivino in Ucraina.
I carri armati Abrams
I carri armati Abrams sono stati definiti la punta di diamante dei mezzi corazzati statunitensi, forse i più potenti al mondo. Denominati MBT (Main battle tank), sono stati prodotti nella prima versione (M1) nel 1978 dalla Chrysler Defense, oggi General Dynamics Land Systems, e prendono il nome dal generale Creighton Abrams che guidò le truppe americane nella guerra del Vietnam dal 1968 al 1972. Sono entrati in servizio nel 1980 e nel 1985 è iniziata la produzione degli M1A1, cui ha fatto seguito una nuova generazione, gli M1A2. Lo scorso anno la società produttrice ha lanciato l’ultimo modello, denominato AbramsX. Pesanti 62 tonnellate, gli M1A1 sono dotati di motori a reazione diretta ed equipaggiati con un cannone da 120 millimetri, capace di distruggere un edificio a quasi quattro chilometri di distanza, e raggiungono una velocità di 70 km all'ora. Gli M1A1 hanno fatto il loro esordio in battaglia nel 1991, durante la prima guerra del Golfo. Sono poi stati utilizzati dalle forze USA in Afghanistan e Iraq.