Weinstein libero su cauzione dopo le accuse di una terza donna

NEW YORK - Un nuovo capitolo nella saga del produttore cinematografico Harvey Weinstein. L'ex re di Hollywood torna in tribunale per fronteggiare le accuse di una terza donna: accuse pesanti per le quali rischia l'ergastolo. Davanti al giudice della corte di New York si dichiara non colpevole e viene rilasciato su cauzione.
Weinstein torna così nella sua abitazione in Connecticut e continua a "lavorare": "il suo obiettivo è riabilitare il suo nome e tornare a produrre film", dice Benjamin Brafman, il suo avvocato. "Sta rivedendo degli scritti e perseguendo progetti per il futuro" aggiunge.
Pallido e con indosso un abito scuro, Weinstein arriva in tribunale ammanettato. Con lui il suo legale che all'interno della corte e fuori ribadisce l'estraneità alle accuse del suo assistito. "Sulla base delle prove schiaccianti che sono in mio possesso, è ridicolo anche solo suggerire che Weinstein abbia stuprato qualcuno", rileva Brafman, riferendosi alle accuse della terza donna, che secondo indiscrezioni sarebbe l'assistente alla produzione Mimi Haleyi.
"Weinstein non è un predatore, non è uno stupratore e ritengo che quando questo caso sarà chiuso sarà scagionato", mette in evidenza. Ma Brafman è consapevole delle difficoltà del caso, tanto da prevedere possibili nuove accuse. "È una battaglia che combattiamo giorno per giorno. Se ci saranno" nuove accuse "le affronteremo man mano che emergono".
Non è d'accordo con la sua analisi Gloria Allred, l'avvocato della terza donna. "Ritengo che abbia un problema significativo nella difesa del suo cliente. Le sue spiegazioni non sono basate su alcuna prova, può solo ripetere quello che il suo assistito gli ha detto", dice Allred respingendo seccamente le dichiarazioni del suo collega. Allred si spinge anche oltre e dichiara che la sua cliente è pronta anche a testimoniare.
In aula Weinstein si limita a poche parole, sì e no. Non risponde alle domande urlate dai giornalisti fuori dal tribunale. Finita l'udienza lascia il tribunale e nel giro di pochi minuti rientra in auto e si allontana. L'ex produttore star è stato accusato complessivamente da oltre 70 donne di molestie: accuse che hanno dato vita al movimento #MeToo e hanno facilitato l'uscita allo scoperto di decine di donne, che hanno trovato il coraggio di denunciare per molestie 'potenti' in tutti settori, con uno scandalo che si è spinto ben al di là di Hollywood.