Guerra

Yahya Sinwar, chi è il nuovo capo politico di Hamas

È considerato la mente dell'attacco del 7 ottobre – C'è chi lo ha definito «uno psicopatico astuto e sofisticato» e chi lo ricorda come un essere «duro e privo di emozioni, con gli occhi di un assassino»
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Red. Online
07.08.2024 12:18

Yahya Sinwar è stato proclamato capo politico di Hamas e quindi successore di Ismail Haniyeh, ucciso una settimana fa a Teheran in una foresteria dei pasdaran. Un omicidio che ha scatenato il desiderio di vendetta di Teheran. Un funzionario della fazione palestinese ha dichiarato: «Il movimento di resistenza islamica Hamas annuncia la nomina del leader Yahya Sinwar a capo dell'ufficio politico del movimento. Un forte messaggio di resistenza» inviato a Israele. «Un messaggio forte all'occupante che Hamas sta continuando sulla via della resistenza».

Yahya Sinwar è considerato la mente dell'attacco del 7 ottobre. È nascosto dentro i tunnel di Gaza da dieci mesi. E, ieri, ha spazzato via il leader politico in pectore Muhammad Ismail Darwish, capo del Consiglio della Shura che da anni dirige i trasferimenti di denaro dall'Iran alla milizia islamica e gli investimenti in tutto il mondo. In pratica, Sinwar si è preso interamente Hamas. Lo scorso maggio, i pubblici ministeri della Corte penale internazionale hanno chiesto un mandato d'arresto contro Sinwar con l'accusa di crimini di guerra, così come contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano per crimini di guerra.

Qualche giorno fa, l'esperto di Medio Oriente Michael Milshtein aveva spiegato che «con la morte di Haniyeh, Sinwar è l'uomo che veramente comanda nella Striscia». E aveva aggiunto: «Sinwar disprezzava Haniyeh perché era tra quelli in giacca e cravatta, senza esperienza militare, che non hanno sofferto in prigione come lui e non capiscono che la visione è la jihad, non i progetti politici». Per l'analista, alla morte di Haniyeh, Sinwar «non ha brindato, ma sicuramente la sua uccisione ha creato uno spazio operativo più confortevole».

Betty Lahat, ex direttrice del carcere dove era detenuto in Israele, descrive Yahya Sinwar come «un uomo volubile come un gatto, ma anche fragile e codardo». L'analista israeliano Ehud Yaari, che lo intervistò durante la prigionia, lo definisce «uno psicopatico astuto e sofisticato». Michael Koubi, ufficiale dello Shin Beth che lo interrogò per ore durante la sua prigionia, lo ricorda come un essere «duro e privo di emozioni, con gli occhi di un assassino».

Chi è Sinwar

Nato nel 1962 nel campo profughi di Khan Younis, Sinwar è cresciuto nel mito della resistenza e nella rabbia dell'ingiustizia vissuta dalla sua famiglia, originaria di Ashkelon ma costretta a migrare in uno dei campi profughi più popolosi e duri di Gaza. Sempre a Khan Younis è nato Mohammed Deif, capo dell'ala militare di Hamas, fondatore delle brigate Ezzedin el Qassam, la cui morte è stata annunciata dall'esercito israliano in un attacco a luglio (ma non è stata confermata dal movimento islamico).

Nel 1982, Sinwar fu arrestato per la prima volta; la detenzione durò solo un anno. A farlo finire in carcere fu la vicinanza con Salah Shehadeh, uno dei leader storici di Hamas ed ex capo delle brigate Ezzedin el Qassam (Sinwar faceva parte di un'unità antispionaggio della resistenza palestinese). Nel 1987, partecipò alla fondazione del movimento islamico di resistenza. Nel 1988 finì nuovamente in carcere, con una condanna a 4 ergastoli per aver partecipato a un attacco in cui persero la vita due militari israeliani. Ordinò anche l'uccisione di quattro palestinesi accusati di collaborazionismo con lo stato ebraico. Rimase in carcere per 23 anni: tornò in libertà nel 2011 grazie allo scambio tra mille detenuti palestinesi e il soldato Gilad Shalit, rapito dalle brigate Ezzedin el Qassam nel 2006 e tenuto per 5 anni e mezzo nei tunnel. La decisione fu presa dal premier Benyamin Netanyahu. Dopo quattro anni dalla liberazione, Sinwar è entrato nella lista internazionale dei ricercati degli Stati Uniti.

Due anni dopo ha portato a termine la scalata all'interno del movimento ed è diventato il numero due dell'ufficio politico, alle spalle di Ismail Haniyeh. Ma se Haniyeh per anni ha agito dall'estero e ricoperto ruoli di rappresentanza politica, è sempre stato Sinwar il vero capo di Hamas a Gaza, sul territorio. Potere mantenuto con il pugno di ferro nei confronti dei miliziani e «tolleranza zero con i corrotti», come l'esecuzione del comandante di Mahmoud Ishitvi, reo di aver sottratto soldi al movimento.

Per 23 anni a capo dell'apparato di sicurezza di Hamas, dal 2021 Sinwar è il numero uno di Hamas a Gaza. A differenza di altri leader  – come Haniyeh o Khaled Meshal –, Sinwar non ha mai lasciato Gaza e la sua elezione dà un preciso segnale: ricompattare i ranghi e combattere.

Gli alleati di Hamas, Iran e Hezbollah, hanno rilasciato dichiarazioni in cui elogiano la nomina di Yahya Sinwar. Il rappresentante di Hamas in Iran, Khaled Kaddoumi, ha definito Sinwar una «scelta consensuale» popolare tra tutte le fazioni e coinvolta nel processo decisionale del gruppo in ogni momento, compresi i negoziati. In un messaggio vocale all'AP, ha detto che Sinwar conosce le aspirazioni politiche dei palestinesi per uno Stato e il ritorno dei rifugiati, ma è anche un «feroce combattente sul campo di battaglia».

Che cosa ne sarà dell'accordo?

Le minacce di ritorsione iraniane e di Hezbollah contro Israele a causa degli omicidi la scorsa settimana del comandante di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut e di Haniyeh a Teheran hanno solo aumentato la determinazione degli Stati Uniti a finalizzare l'accordo. «È fondamentale che tutte le parti lavorino per finalizzare un accordo il prima possibile», ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken. Joe Biden ha parlato con l'emiro del Qatar Sheikh Tamim Bin Hamad al Thani e con il presidente egiziano Fattah Al Sisi. Entrambi i Paesi sono stati i principali mediatori per un accordo. «C'è accordo sul quadro. Ciò su cui abbiamo lavorato nelle ultime settimane sono dettagli importanti su come questo verrà effettivamente implementato», ha aggiunto Blinken. «Ci sono state alcune cose che dovevano essere negoziate in quel processo» e il lavoro su questo è continuato nelle ultime settimane, ha commentato. «Questo è davvero il momento per tutte le parti coinvolte di chiudere» l'accordo, ha insistito Blinken. Non dovrebbero esserci «ritardi. Nessuna scusa. Non ci sono ragioni per cui non possiamo fare qualcosa». Su Yahya Sinwar, il segretario di Stato USA ha detto ai giornalisti che «è stato e rimane il principale decisore quando si tratta di concludere il cessate il fuoco. E quindi penso che questo sottolinei solo il fatto che spetta davvero a lui decidere se andare avanti con un cessate il fuoco che evidentemente aiuterà tanti palestinesi in disperato bisogno».

Haniyeh, che viveva in esilio autoimposto in Qatar dal 2019, aveva svolto un ruolo diretto nei negoziati per un cessate il fuoco a Gaza attraverso negoziatori statunitensi, qatarioti ed egiziani, sebbene lui e altri funzionari di Hamas abbiano sempre avanzato le proposte e posizioni di Sinwar. Parlando alla televisione Al-Jazeera dopo l'annuncio, il portavoce di Hamas Osama Hamdan ha detto che Sinwar continuerà i negoziati per il cessate il fuoco. «Il problema nei negoziati non è il cambiamento di Hamas», ha detto, incolpando Israele e il suo alleato, gli Stati Uniti, per il fallimento. 

Il commento di Israele

Il portavoce dell'IDF Daniel Hagari, in un'intervista ad Al Arabiya rilanciata da Ynet, ha dichiarato: «Yahia Sinwar è un terrorista responsabile dell'atto terroristico più criminale della storia, il 7 ottobre. C'è solo un posto per Yahya Sinwar ed è accanto a Mohammad Deif e a tutti i terroristi responsabili del 7 ottobre. Questo è l'unico posto che prepariamo e designiamo per lui». Deif è stato ucciso a Gaza il 13 luglio. «La nomina dell'ultraterrorista Yahya Sinwar a nuovo leader di Hamas, al posto di Ismail Haniyeh, è un'ulteriore valida ragione per eliminarlo rapidamente e cancellare questa vile organizzazione dalla faccia della terra», ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz.

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