Politica

Zanini a metà strada fra Lugano e Bellinzona

La municipale luganese è fra i possibili candidati socialisti al Gran Consiglio: dirà addio a Palazzo civico?
©Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
14.01.2023 06:00

E Lugano? La domanda sorge spontanea leggendo il nome di Cristina Zanini Barzaghi sulla lista dei possibili candidati socialisti al Gran Consiglio, che il Congresso del partito dovrà approvare domenica. Se fosse confermata e poi eletta il 2 aprile, lascerebbe Palazzo civico? «Dopo tanti anni in Municipio – risponde la diretta interessata – penso sia utile mettere a disposizione la mia esperienza a livello cantonale, anche perché tra le fila del nostro partito non ci sono molte persone che s’intendono di temi tecnici». Parole che sanno d’addio al Ceresio, anche se in realtà l’ingegnera di Carabbia non ha ancora deciso nulla. Non sarebbe la sola a doverlo fare: essendo arrivata alla terza legislatura in piazza della Riforma, Zanini Barzaghi potrebbe ricandidarsi solo se il partito le concedesse una deroga al regolamento. «Non so come si esprimerebbe il PS a riguardo. Anche per questo ho dato la mia disponibilità per il Parlamento cantonale». Se tuttavia, ragionando in teoria, il problema della deroga non esistesse, la municipale si ricandiderebbe o no all’Esecutivo cittadino? «Sarei in dubbio in ogni caso» ammette lei. «Non ho perso il mio interesse per la politica cittadina, anche perché finalmente sono partiti tanti progetti, e io vorrei farne partire degli altri. Deve davvero esprimersi il PS. E per me è importante essere in sintonia con il partito». Nulla le vieterebbe di essere presente sia a Palazzo civico sia a Palazzo delle Orsoline, ma secondo Zanini Barzaghi stiamo correndo un po’ troppo. «Prima di tutto devo ancora essere inserita nella lista per il Gran Consiglio. Poi dovrei essere eletta: il che non è evidente. E poi vedrò». Qualche idea su chi potrebbe prendere il suo posto a Lugano? «È presto per discuterne».

Il pensiero è un altro

Troppo presto per fare nomi. La pensa così anche Filippo Zanetti, copresidente della sezione luganese del PS insieme a Tessa Prati. Anche perché l’obiettivo principale, a Lugano, è un altro: «Vogliamo fare un discorso di area per rafforzare la nostra rappresentanza in Consiglio comunale. E per fare questo dobbiamo capire quali sono le posizioni comuni, con i Verdi ma non solo. Per essere tutti più incisivi». All’ultima tornata elettorale, il gruppo PS-PC aveva conquistato 7 seggi. Se, ragionando sempre in teoria, la sinistra, intesa nel suo senso più ampio, si fosse presentata unita, nonostante le sue sfumature politiche fossero e sono tuttora abbastanza diverse fra loro, quei seggi sarebbero stati 15 includendo quelli ottenuti da Verdi (5), Più Donne (2) e Forum Alternativo (1), senza contare l’apporto che avrebbe dato l’MPS, che di poltrone non ne aveva conquistate. Confermare il seggio in Municipio resta comunque un obiettivo. E senza Zanini Barzaghi il partito perderebbe il vantaggio (o presunto tale) di presentarsi con un uscente. Sugli eventuali successori, come detto, Zanetti non si sbilancia.

«Servirà una lista forte e aperta, che faccia un gioco di squadra. E nella nostra area abbiamo persone in grado di assumere la carica di municipale». Se invece Zanini Barzaghi volesse ripresentarsi a Lugano, si aprirebbe il dibattito sulla deroga. L’ultima era stata concessa a Raoul Ghisletta, che così ha potuto far parte del Consiglio comunale in questa legislatura. Zanetti rimanda tutto ad aprile: «Di principio va concessa solo in casi eccezionali. Vedremo dopo le elezioni cantonali». Quando tutti avranno davanti dei numeri. Belli o brutti che siano.

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