Zanne d'elefante, liquori al serpente e altri souvenir vietati

Lunedì sera, Novazzano. Durante un controllo sul territorio, le Guardie di confine fermano un furgone con a bordo due italiani. Nel retro c’è un pianoforte. Merce privata, nulla di strano, se non che non è stata sdoganata e che i suoi tasti sono fatti di avorio: materiale che si ricava dalle zanne degli elefanti e di altri animali e che, per poter passare la frontiera, dev’essere accompagnato da un’apposita certificazione chiamata CITES. Che nel caso in questione manca. Se rivorrà il pianoforte, il suo proprietario dovrà procurarsela.
Due zanne di elefante alte due metri sono esposte al Museo svizzero delle doganale alle Cantine di Gandria, dove da domenica 20 aprile, per la riapertura stagionale, si potrà visitare una mostra intitolata «La conservazione delle specie riguarda tutti noi» e dedicata proprio a casi come quello di Novazzano. Non ci sono pianoforti, ma molti altri oggetti che non si vedono tutti i giorni e non possono lasciare indifferenti. Per il loro pregio artistico, per l’assenza di scrupoli che ha permesso la loro realizzazione – per produrre un ricercatissimo scialle in lana shahtoosh vengono uccise da tre a cinque antilopi tibetane – o per entrambe le cose. Saltano all’occhio bottiglie di liquore contenenti serpenti o grossi scorpioni, teschi di scimmie in cui sono stati incastonati gioielli, uno sgabello retto da una zampa di elefante, fino ad articoli più comuni come le borse in pelle di coccodrillo e di altri animali. Tutta merce sequestrata dalle autorità doganali ed esposta per sensibilizzare il pubblico. Chi trasporta questi oggetti, infatti, può essere sì un trafficante che sa benissimo di muoversi nell’illegalità, ma anche un’ignara famiglia con bambini che acquista un souvenir in qualche località esotica. In certi Paesi è vietato anche raccogliere le conchiglie, quindi occhio. Altri oggetti possono essere portati a casa, ma solo con il certificato CITES. La relativa convenzione internazionale è stata firmata da oltre 180 paesi e regola il commercio di fauna e flora selvatiche per proteggere oltre quarantamila specie in via di estinzione. Chi non rispetta le regole rischia multe da 100 franchi a 1 milione e pene detentive fino a cinque anni. Meglio non arrivare a questo punto e fare un salto alla mostra, che si potrà visitare fino al 19 ottobre, gratuitamente, dal martedì alla domenica dalle 12 alle 17. Realizzata con il sostegno dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria, l’esposizione propone anche un gioco per i più piccoli, video interattivi e una piccola sala cinematografica.