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Il Cremlino: «La Russia e Putin esistono ed esisteranno» – Nuovo pacchetto USA da 2,5 miliardi di dollari e sistemi a lungo raggio dalla Svezia: «Il conflitto a un nuovo livello» – Il NYT: «Gli Stati Uniti vogliono che Kiev riprenda la Crimea» — TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:19
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Il Gruppo Wagner smentisce presenza e reclutamento in Serbia
Il Gruppo Wagner ha smentito la sua presenza in Serbia e il reclutamento di combattenti serbi tra le sue fila, come riferito a più riprese da vari media negli ultimi tempi.
«La compagnia militare privata russa Wagner non è mai stata in Serbia né ha mai avuto contatti con tale paese», ha detto il fondatore e leader del Gruppo Wagner Ievghieni Prigozhin, citato dal quotidiano belgradese Vecernje Novosti.
«Nella nostra compagnia - ha aggiunto - attualmente non vi sono cittadini serbi. Pertanto tutte le voci su una collaborazione di Wagner con la Serbia sono prive di fondamento».
Il giornale riporta quanto affermato da Prigozhin in risposta a una precisa domanda rivoltagli da Voice of America sulla presunta attività del Gruppo Wagner in Serbia, compreso il reclutamento di cittadini serbi.
Stando a vari media, a fine dicembre il Gruppo Wagner avrebbe aperto una filiale a Belgrado, e attraverso determinati siti web porterebbe avanti un'opera di reclutamento di combattenti serbi per il fronte russo-ucraino.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic, in un'intervista televisiva nei giorni scorsi, aveva criticato l'iniziativa di taluni siti web russi che pubblicano annunci nei quali il Gruppo Wagner invita volontari serbi ad associarsi ai propri effettivi per combattere in Ucraina. «Perché voi di Wagner fate appello ai volontari serbi quando sapete che ciò è contro le nostre leggi?», aveva detto Vucic.
Prigozhin, riferisce Vecernje Novosti, ha smentito al tempo stesso le voci e le notizie sulla presenza di miliziani del Gruppo Wagner lo scorso dicembre nel nord del Kosovo, durante le fasi acute della protesta dei serbi locali con blocchi stradali e barricate. «Per quanto ne sappiamo, i serbi risolvono i loro problemi da soli. Auguro loro fortuna e prosperità», ha detto Prigozhin in risposta a una precisa domanda sempre di Voice of America.
22:12
22:12
L'Ungheria minaccia il veto sugli aiuti europei destinati a Kiev
Trattativa in salita tra i 27 paesi dell'UE sull'erogazione della settima tranche di fondi all'Ucraina nell'ambito dell'European Peace Facility. Il via libera è atteso al Consiglio degli affari esteri di lunedì ma l'Ungheria ha minacciato il veto all'esborso.
Secondo l'emittente radiofonica polacca Rmf Fm, Budapest avrebbe bloccato il via libera alla tranche da 500 milioni destinata in primo luogo a fornire aiuti militari a Kiev.
La presidenza svedese dell'UE, interpellata a riguardo, non ha commentato la posizione dell'Ungheria, spiegando tuttavia che nella giornata di oggi a Bruxelles si è tenuta una riunione a livello tecnico sul dossier. «I negoziati sono in corso. L'auspicio è di arrivare ad un accordo per la riunione dei ministri di lunedì», hanno spiegato fonti della presidenza svedese.
22:10
22:10
Il Pentagono ribadisce: «Non ha senso fornire gli Abrams a Kiev»
La posizione degli USA resta immutata sui tank all'Ucraina: «non ha senso fornire gli Abrams», ha spiegato in un briefing la vice portavoce della difesa Sabrina Singh, citando tra l'altro problemi di manovrabilità, rifornimenti, manutenzione e sottolineando che i Leopard sono invece «diversi».
Quando alla posizione di Berlino, che subordinerebbe la fornitura di Leopard a quella dei tank americani, Singh ha ribadito che «ogni Paese deve prendere decisioni sovrane».
22:07
22:07
Scontro Polonia-Ungheria sule sanzioni UE contro Mosca
È ancora scontro tra Polonia e Ungheria sulla politica di sanzioni dell'UE contro la Russia per l'aggressione contro l'Ucraina. Se Varsavia, di concerto con i Paesi dei Baltici, invoca nuove misure per colpire la macchina finanziaria e di propaganda del Cremlino, Budapest torna a chiedere la rimozione dalla blacklist europea di diversi individui già colpiti da sanzioni.
Un copione già visto: lo scorso settembre il governo di Viktor Orban aveva provato, senza successo, a depennare dalle sanzioni i nomi di tre oligarchi, Alisher Usmanov, Pyotr Aven e Viktor Rashnikov. A questi ora ne aggiunge altri sei, tra cui Dmitry Mazepin, Grygory Berezkin e Viatcheslav Moshe Kantor, tutti uomini d'affari vicini al presidente russo Vladimir Putin. Le sanzioni adottate finora dovranno essere rinnovate entro il 15 marzo all'unanimità.
Davanti all'ennesimo ricatto ungherese, la Polonia, insieme ai Baltici, ha presentato una formale protesta nel corso della riunione degli ambasciatori dei 27 tenutasi ieri a Bruxelles. «Consideriamo i tentativi di rimuovere alcune persone dall'elenco delle sanzioni come una violazione degli accordi presi in precedenza», spiegano fonti diplomatiche europee.
L'Ungheria è stato finora l'unico paese dell'UE a indire una consultazione nazionale sulle sanzioni imposte contro la Russia, rigettate dal 97% dei cittadini che hanno risposto ai quesiti, nonostante la scarsa partecipazione.
22:05
22:05
«Dai porti ucraini 17,8 milioni tonnellate cereali e alimenti»
Sono 17,8 milioni di tonnellate i cereali e altri prodotti alimentari esportati dallo scorso agosto ad oggi in 43 Paesi nell'ambito della Black Sea Grain Initiative, l'iniziativa per il trasporto sicuro di cereali e prodotti alimentari dai porti ucraini, in base all'accordo tra Russia e Ucraina stipulato con la Turchia e le Nazioni Unite dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Ne danno notizia da Ginevra le Nazioni Unite.
20:55
20:55
La Danimarca dona a Kiev 19 obici Caesar
La Danimarca ha deciso di consegnare all'Ucraina 19 obici Caesar di fabbricazione francese, alcuni dei quali non sono ancora stati consegnati.
Il governo danese, sostenuto dal parlamento, «ha deciso di donare tutti i 19 pezzi di artiglieria Caesar di fabbricazione francese all'esercito in Ucraina», ha indicato in una nota il ministro della Difesa Jakob Ellemann-Jensen, mentre l'Occidente moltiplica gli annunci di donazioni di armi pesanti a Kiev.
In un tweet il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato la Danimarca: «sono profondamente grato alla mia brava collega Mette Frederiksen e al governo di coalizione danese per l'importante decisione di fornire obici Caesar all'Ucraina. Aumenterà notevolmente le capacità di difesa ucraina», ha affermato Zelensky.
20:28
20:28
Podolyak: «Basta tremare davanti a Putin, dateci i tank»
«La vera leadership consiste nel dare l'esempio, non nell'ammirare gli altri. Non ci sono tabù. Da Washington a Londra, da Parigi a Varsavia, si dice una cosa: l'Ucraina ha bisogno di carri armati. Carri armati: la chiave per porre fine alla guerra in modo appropriato. È ora di smettere di tremare davanti a Putin e fare il passo finale». Lo scrive su Twitter il consigliere della presidenza ucraino Mykhailo Podolyak.
20:23
20:23
«Un disastro a Zaporizhzhia è possibile ogni giorno»
Rafael Grossi, direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), parlando ai giornalisti a Kiev ha detto che un incidente nucleare potrebbe accadere da un giorno all'altro alla centrale nucleare di Zaporizhzhia controllata dalla Russia, e ha ribadito che la situazione nella centrale è molto precaria. Lo riporta la CNN.
«Sappiamo che ogni giorno è possibile un incidente nucleare o un incidente con gravi conseguenze radiologiche», ha dichiarato nel corso della conferenza stampa, sottolineando che una zona di protezione intorno alla centrale è indispensabile.
Grossi ha affermato che c'è stata una «drammatica riduzione» del numero del personale ucraino a Zaporizhzhia da quando le forze russe hanno occupato la struttura e la vicina città nel marzo 2022.
Il direttore generale dell'Aiea ha spiegato che «normalmente una struttura come questa ha circa 10.000 persone che vi lavorano, mentre ora siamo scesi a 3.000 più o meno».
Secondo Grossi il numero è adeguato nelle condizioni attuali, «perché la centrale funziona a un livello basso». «Ma ovviamente c'è motivo di preoccupazione», ha aggiunto, precisando che nonostante i momenti difficili durante il conflitto, il «lato positivo è che il sistema dell'impianto ha mostrato resilienza».
Da parte sua il presidente ucraino Voldymyr Zelensky ha scritto su Telegram di aver «avuto un incontro con il direttore generale dell'Aiea Rafael Grossi. Sono grato per la decisione positiva di dislocare gli ispettori dell'Agenzia presso le nostre centrali nucleari. I nostri team stanno lavorando per rafforzare la sicurezza delle infrastrutture nucleari. I continui bombardamenti delle centrali nucleari ucraine da parte della Federazione Russa sono inaccettabili».
20:04
20:04
«A bordo dell'elicottero caduto c'erano 10 persone»
C'erano dieci persone a bordo dell'elicottero del Servizio di emergenza ucraino caduto ieri alle porte di Kiev. A riferirlo è Mariana Reva, portavoce della polizia nazionale, citata dai media ucraini.
«Al momento possiamo confermare che 14 persone sono morte a causa dell'incidente in elicottero, una di queste è una bambina nata nel 2017. A bordo dell'elicottero c'erano 10 persone. Tre sono membri dell'equipaggio, sette sono i dirigenti del ministero degli affari interni: il ministro Denys Monastyrskyi, il primo viceministro Yevhenii Yenin e il segretario di Stato del ministero Yurii Lubkovich», ha dichiarato Reva, aggiungendo che «a bordo c'erano anche Tetyana Shutyak, assistente e vice capo del servizio di patrocinio, due guardie del corpo e un fotografo. L'operazione di ricerca e salvataggio è stata completata ieri pomeriggio».
«In generale, sappiamo di 25 feriti, di cui 11 bambini. Al momento, quattro bambini stanno ricevendo cure ospedaliere in un centro ustionati a Kiev, le loro condizioni sono gravi ma stabili. Sette bambini sono stati mandati a casa. Quattro adulti stanno ricevendo cure ospedaliere presso l'ospedale del distretto centrale di Brovary», ha detto Reva.
Secondo la polizia restano in piedi le principali linee di indagini sulle cause dell'incidente: queste «includono la violazione delle regole di volo, un malfunzionamento tecnico e azioni deliberate per distruggere l'aeromobile. La task force interdipartimentale lavorerà su questo e gli investigatori trarranno conclusioni in base ai risultati dell'indagine forense», ha detto Reva.
17:11
17:11
I soldati ucraini confermano il ritiro da Soledar
Arriva anche da militari ucraini al fronte la conferma del ritiro dei reparti di Kiev dalla cittadina di Soledar, al centro di furiosi combattimenti in questo inizio d'anno. Lo riporta l'inviato della BBC nella zona, Andrew Harding, rimarcando come la località sia al momento controllata dalle forze di Mosca.
Alcuni anonimi soldati citati dall'emittente britannica hanno lamentato in questi giorni mancanze di coordinamento dietro il ritiro, che sembra poter rendere più fragile anche la tenuta della vicina e ancor più strategica Bakhmut dinanzi all'avanzata russa.
Altri commilitoni sentiti da Harding sulla linea del fronte si mostrano tuttavia «fiduciosi», per quanto «stanchi». E un ufficiale indicato con il nome Andriy si dice convinto che si sia trattato solo di un ripiegamento «tattico e ordinato». «A volte è meglio fare un passo indietro per poi tornare ad attaccare e schiantare il nemico», afferma, rivendicando peraltro le pesanti perdite inflitte a suo dire ai russi ogni giorno.
16:54
16:54
Sale a 46 il bilancio dei morti per l'attacco a Dnipro
Il numero dei morti nell'attacco missilistico che ha colpito domenica un condominio a Dnipro, in Ucraina, è aumentato da 45 a 46 persone. Lo ha riferito su Telegram il capo dell'amministrazione statale regionale di Dnepropetrovsk, Valentyn Reznichenko.
«Secondo informazioni aggiornate, un missile russo che ha colpito un palazzo a Dnipro ha causato 46 vittime; 11 persone non sono ancora state identificate, lo stesso numero rimane disperso. L'identificazione è in corso», ha scritto il funzionario.
«Ottanta persone sono rimaste ferite; 24 vittime rimangono sotto controllo medico negli ospedali cittadini. Tre sono in gravi condizioni, tra cui una bambina di 9 anni», ha aggiunto.
16:45
16:45
«Probabile una nuova offensiva russa, i tank servono»
«Gli obiettivi strategici dei russi non sono cambiati e dunque è probabile che in primavera monteranno una nuova offensiva: questo è ciò a cui si devono preparare gli ucraini e anche gli alleati, studiando quali sono le necessità più probabili di Kiev e come si può sostenere il Paese». Lo ha detto il presidente del Comitato militare della NATO, l'ammiraglio Rob Bauer, al termine del vertice dei capi dello Stato Maggiore a Bruxelles.
«I carri armati sono un mezzo importante, soprattutto per poter riprendere i territori occupati, e visto che i russi li usano anche gli ucraini dovrebbero poter rispondere di conseguenza», ha aggiunto.
16:01
16:01
«Il Regno Unito invierà a Kiev 600 missili Brimstone»
Il Regno Unito invierà all'Ucraina 600 missili Brimstone. Lo ha annunciato il ministro della difesa britannico Ben Wallace durante la sua visita in Estonia.
«Oggi posso dire che invieremo anche altri 600 missili Brimstone, che saranno incredibilmente importanti per aiutare l'Ucraina a dominare il campo di battaglia», ha detto ai giornalisti alla base militare estone di Tapa.
Il ministro britannico oltre all'annuncio sui missili ha ribadito che l'impegno di Londra, e degli altri Paesi NATO, al fianco di Kiev è «a lungo termine». «Siamo qui oggi e saremo domani a Ramstein per rendere molto chiaro al presidente Vladimir Putin che continueremo a donare, continueremo ad addestrare e continueremo a sostenere l'Ucraina», ha detto Wallace riferendosi alla riunione di domani del gruppo di contatto dei Paesi che sostengono Kiev nella base militare americana di Ramstein in Germania.
«Pianificheremo per quest'anno, per il prossimo anno, l'anno successivo e oltre - ha aggiunto il ministro - siamo impegnati a lungo termine». E ha affermato ancora che nel 2023 si deve trasformare l'iniziativa delle forze di Kiev nel respingere l'invasione russa in conquiste territoriali con lo scopo di ricacciare le truppe di Mosca dall'Ucraina e ripristinarne la sovranità.
Parlando alla Camera dei Comuni, Wallace aveva confermato ieri che la Gran Bretagna invierà carri armati Challenger 2 in Ucraina per aiutare a respingere l'offensiva di Mosca. Si tratta «del pacchetto di combattimento più significativo fino ad oggi per accelerare il successo ucraino», aveva detto Wallace citato dal Guardian.
15:34
15:34
Putin fa il bagno gelato per l'Epifania ortodossa
Il presidente russo Vladimir Putin ha ripreso oggi la tradizione del bagno nell'acqua gelata all'aperto in occasione dell'Epifania ortodossa, secondo quanto ha annunciato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
«Il presidente ha preso parte al bagno dell'Epifania nella regione di Mosca», ha riferito il portavoce senza fornire altri particolari e aggiungendo che non verranno diffuse fotografie o video dell'evento, a differenza di occasioni precedenti.
Secondo la tradizione in questo giorno, in cui la Chiesa ortodossa commemora il Battesimo di Cristo, i russi ricavano un'apertura a forma di croce nel ghiaccio che ricopre specchi d'acqua come stagni o laghi per poi immergersi.
Putin, che con la Chiesa ortodossa ha stretto forti legami, è stato ritratto in passato immerso nell'acqua gelata in questa giornata festiva. Lo scorso anno invece aveva rinunciato al rito dopo che la stessa Chiesa ortodossa russa aveva sconsigliato ai fedeli di parteciparvi a causa dei rischi legati alla pandemia di Covid.
13:04
13:04
Kiev agli alleati: «Servono i Leopard con urgenza»
Kiev chiede ai suoi alleati di rafforzare le forniture di armi. «Ci rivolgiamo a tutti gli Stati partner che hanno già fornito o stanno pianificando di fornire aiuti militari, invitandoli ad aumentare considerevolmente il loro contributo», scrivono in una dichiarazione congiunta i ministri della Difesa e degli Esteri, Oleksiy Reznikov e Dmytro Kuleba.
I due sollecitano una dozzina di Paesi tra cui la Turchia - che si propone come mediatore nel conflitto - e la Germania - che secondo gli ucraini è lenta nel rispondere alle richieste di Kiev - a fornire i carri armati Leopard, «uno dei bisogni più urgenti e pressanti» dell'esercito.
11:49
11:49
«Putin è vivo, meglio che Zelensky lo accetti»
«La Russia e Putin esistono ed esisteranno» e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe rendersene conto il prima possibile per il bene del suo Paese. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov rispondendo a Zelensky, che in un intervento video al vertice di Davos si era detto «non del tutto sicuro» che Putin sia ancora vivo.
11:42
11:42
Zelensky: «Non sono sicuro che Putin sia vivo»
Volodymyr Zelensky non è «del tutto sicuro» che il presidente russo Vladimir Putin sia ancora vivo e sia lui a prendere le decisioni in Russia: lo ha detto il leader ucraino durante il suo intervento in videocollegamento al Forum economico di Davos. Lo riportano i media nazionali.
«Non capisco bene con chi parlare e di cosa. Non sono sicuro che il presidente russo, che a volte appare contro il chroma key, sia davvero lui», ha risposto Zelensky a una domanda sulla possibilità di colloqui di pace.
Il chroma key a cui fa riferimento Zelensky è una tecnica di effetti visivi utilizzata per alterare lo sfondo intorno al soggetto di un video.
Alcuni ritengono che Putin la utilizzi per i suoi impegni pubblici in televisione, per sembrare che stia visitando dei luoghi mentre in realtà si trova in un luogo sicuro.
11:22
11:22
Cremlino: «Nuove forniture a Kiev escalation del conflitto»
Le forniture di nuovi armamenti all'Ucraina da parte dell'Occidente possono portare il conflitto ad un nuovo livello. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Tass.
11:13
11:13
La Svezia fornirà cannoni a lungo raggio all'Ucraina
La Svezia fornirà all'Ucraina veicoli corazzati da combattimento di fanteria e il sistema di artiglieria a lungo raggio Archer. Lo ha reso noto il premier svedese Ulf Kristersson.
Il pacchetto - riferisce il «Guardian» - vale 4,3 miliardi di corone svedesi (circa 382 milioni di franchi) e includerà circa 50 veicoli da combattimento di fanteria Type 90 cingolati e corazzati svedesi, sistemi Archer e armi anticarro leggere e portatili NLAW, attrezzature per lo sminamento e fucili d'assalto.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto «sinceramente grato» al governo svedese. I veicoli da combattimento della fanteria, i sistemi Archer e le armi anticarro dell'NLAW sono «potenti armi di cui l'esercito ucraino ha bisogno per liberare la nostra terra dall'invasore russo», ha scritto Zelensky su Twitter.
11:11
11:11
Charles Michel è arrivato a Kiev
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel è arrivato a Kiev «per discutere di tutti gli aspetti della cooperazione». Lo annuncia su twitter postando la foto di un abbraccio con Olga Stefanishyna, vice primo ministro per l'integrazione europea ed euro-atlantica dell'Ucraina. «Che il 2023 sia l'anno della vittoria e della pace», afferma Michel.
Michel è a Kiev su invito del presidente Volodymyr Zelenskyy, spiega il suo portavoce. Il presidente del Consiglio europeo parlerà alla Rada e incontrerà anche il primo ministro Denys Shmyhal. È prevista anche una visita a un centro di riabilitazione per veterani di guerra.
10:50
10:50
Kiev chiede armi alla Svizzera
Il sindaco di Kiev Vitali Klitschko chiede alla Svizzera di fornire all'Ucraina armi da difesa, in particolare sistemi antiaerei. Lo ha detto in un'intervista pubblicata oggi sul sito del quotidiano Blick a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR).
Parlando con membri del Consiglio federale, l'ex campione di boxe si è spesso sentito ripetere la frase «Siamo un paese neutrale». Klitschko afferma di capire la neutralità della Svizzera, ma ha ribadito quanto aveva già detto nell'ultima edizione del WEF, tenuta lo scorso maggio sempre a Davos, ossia che la posizione della Confederazione deve tenere conto del contesto e quindi la neutralità non è difendibile.
Nell'intervista a Bick.ch Klitschko afferma poi di essere lui stesso disposto a imbracciare le armi per difendere l'Ucraina. Suo padre era un generale e gli ha insegnato che «il più grande onore per un uomo è dare la vita per il proprio paese».
Lunedì, in occasione dei primi lavori del WEF, Klitschko, con una folta delegazione ucraina, aveva subito spiegato che l'obiettivo principale della loro venuta nei Grigioni era di spingere i paesi occidentali a fornire a Kiev più velocemente armi per la difesa dall'aggressione russa.
Oltre a Klitshko a Davos all'inizio della settimana sono giunti Mykhailo Fedorov, vicepremier e ministro della trasformazione digitale, e Yuliia Svyrydenko, pure vice del primo ministro e direttrice del dicastero dell'economia. Martedì ha fatto il suo ingresso sul palco del WEF anche la moglie del presidente Volodymyr Zelensky, Olena Zelenska.
08:39
08:39
Elicottero caduto a Brovary: «Esaminate diverse teorie»
Diverse teorie sulle cause della tragedia dell'elicottero del Servizio di emergenza ucraino che è caduto ieri alle porte di Kiev provocando la morte di 14 persone - tra cui il ministro degli Interni Denys Monastyrsky - sono oggetto di indagine: lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo al forum economico di Davos in videocollegamento.
Zelensky, ha poi criticato l'esitazione della Germania nel fornire i suoi moderni carri armati Leopard a Kiev, affermando che questa non è la «strategia giusta».
«Ci sono momenti in cui non bisogna esitare o confrontarsi. Quando qualcuno dice ''darò i carri armati se anche qualcun altro li condividerà'», ha detto Zelensky: «Non credo che questa sia la strategia giusta da seguire», ha aggiunto.
Il leader ucraino si riferiva a indiscrezioni dei media secondo cui Berlino consegnerà i carri armati Leopard solo se gli Stati Uniti invieranno i loro carri armati Abrams.
08:10
08:10
... ma niente missili ATACM o carri armati Abrams a Kiev
Gli Stati Uniti hanno deciso di non fornire all'Ucraina, per il momento, né i sistemi missilistici a lungo raggio ATACM, né i carri armati Abrams: lo ha detto il sottosegretario alla Difesa Usa, Colin Kahl, come riporta Nbc News.
«Pensiamo che gli ucraini possano cambiare la dinamica sul campo di battaglia e ottenere il tipo di effetti che desiderano per respingere i russi senza gli ATACM», ha affermato Kahl, di ritorno da un viaggio a sorpresa in Ucraina.
Il sottosegretario ha poi commentato che Washington non è ancora pronta a fornire i carri armati Abrams a Kiev, spiegando che alcuni sistemi non sono utili se sono difficili da mantenere o se è difficile addestrare le truppe a usarli.
08:09
08:09
Il nuovo pacchetto di aiuti USA «sarà di 2,5 miliardi di dollari»
Il nuovo mega pacchetto statunitense di aiuti militari all'Ucraina avrà un valore complessivo di circa 2,5 miliardi di dollari: lo riporta la Cnn, che cita due fonti bene informate. Si tratta di uno pacchetti più consistenti annunciati da Washington dall'inizio della guerra lo scorso febbraio.
Il pacchetto, che non è ancora stato finalizzato, includerà per la prima volta i veicoli da combattimento Stryker. I nuovi aiuti, scrive l'emittente americana sul suo sito, potrebbero essere finalizzati entro la fine della settimana.
06:09
06:09
Il punto alle 06.00
Dopo mesi di discussioni gli Stati Uniti si sarebbero decisi a garantire all'Ucraina una maggiore potenza di fuoco per consentirle la possibilità di riprendere il pieno controllo della Crimea. Lo riporta il New York Times, che cita fonti dell'amministrazione Biden. «Abbiamo sempre sostenuto - ha spiegato Adrienne Watson, portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza della Casa Bianca - che la Crimea fa parte dell'Ucraina, e l'Ucraina ha il diritto difendere la sovranità dei propri territori». Per mesi l'amministrazione americana si era mantenuta su una posizione moderata, ma tutto sarebbe cambiato. Secondo il New York Times, il presidente Joe Biden si sarebbe convinto che se l'esercito ucraino riuscisse a mettere a rischio il controllo russo sulla Crimea, questo cambiamento potrebbe rafforzare la posizione di Kiev in vista di futuri negoziati. Allo stesso tempo, però, avverte il quotidiano, c'è il rischio che un aggravarsi dello scontro potrebbe portare a un'escalation del conflitto.
«Il presidente Biden crede che ciascun Paese debba prendere le sue decisioni sovrane su quali misure di assistenza militare e quale tipo di equipaggiamento è in grado di fornire all'Ucraina»: così la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha risposto alla domanda sulla posizione di Berlino, che avrebbe subordinato l'invio dei carri Leopard a quello di tank americani.