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La minaccia degli USA: «Stop alla mediazione sul conflitto, a meno che non arrivino proposte concrete»

Queste le parole del segretario di Stato USA Marco Rubio, secondo la portavoce del dipartimento di Stato Tammy Bruce – Lavrov: «La tregua di 3 giorni è come un avvio di negoziati diretti» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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La minaccia degli USA: «Stop alla mediazione sul conflitto, a meno che non arrivino proposte concrete»

Il segretario di stato USA Marco Rubio ha ribadito che gli USA metteranno fine alla loro mediazione sul conflitto a meno che non arrivino «proposte concrete» da Russia e Ucraina: lo ha detto la portavoce del dipartimento di stato Tammy Bruce.

Red. Online
29.04.2025 06:00
20:53
20:53
Rubio: «Stop alla mediazione degli USA sul conflitto se non arrivano proposte concrete»

Il segretario di stato Usa Marco Rubio ha ribadito che gli Usa metteranno fine alla loro mediazione sul conflitto a meno che non arrivino «proposte concrete» da Russia e Ucraina: lo ha detto la portavoce del dipartimento di stato Tammy Bruce.

18:30
18:30
Lavrov: «La tregua di 3 giorni è come un avvio dei negoziati diretti»

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha definito la proposta di Vladimir Putin di un cessate il fuoco di tre giorni dall'8 al 10 maggio come «un avvio di negoziati diretti» con Kiev «senza precondizioni», mentre ha definito «una precondizione» la proposta ucraina di una tregua di almeno 30 giorni. Lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti.

17:23
17:23
Putin insiste: «La Russia deve avere il controllo delle 4 regioni dell'Ucraina»

Il presidente russo Vladimir Putin continua a insistere sul fatto che la Russia debba assumere il controllo di quattro regioni dell'Ucraina che non occupa completamente nell'ambito di un accordo per mettere fine alla guerra.

Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali Steve Witkoff, l'inviato di Donald Trump, ha cercato di persuadere Putin a fermare i combattimenti lungo le attuali linee del fronte nel corso del loro ultimo incontro. Il leader del Cremlino sarebbe però rimasto fermo sulle sue posizioni.

12:59
12:59
Medvedev: «Svezia e Finlandia possibili obiettivi»

I Paesi che hanno aderito recentemente alla Nato, Svezia e Finlandia, sono diventati automaticamente «bersagli» delle forze russe in possibili rappresaglie anche con «una componente nucleare». Lo ha detto l'ex presidente russo e attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev.

Questi Paesi «ora si trovano in un blocco ostile a noi», ha sottolineato Medvedev, citato dall'agenzia Tass. «Questo significa che sono automaticamente diventati un bersaglio per le nostre forze armate, con possibili attacchi di ritorsione e persino una componente nucleare», ha affermato l'ex presidente.

Medvedev ha poi dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «finirà nel modo più triste» e che le truppe russe devono concludere «con una vittoria» l'invasione dell'Ucraina e «distruggere» quello che lui, seguendo la definizione della propaganda del Cremlino, definisce «il regime neonazista di Kiev». Lo riporta l'agenzia di stampa ufficiale russa Ria Novosti.

«Quando il capo di uno Stato, anche uno così particolare come l'Ucraina, e un tipo così patologico come questo personaggio, si vanta di queste cose, significa solo una cosa: che alla fine anche lui finirà nel modo più triste», ha detto Medvedev, commentando la notizia, ripresa anche dalla Reuters, secondo cui Zelensky avrebbe elogiato l'intelligence ucraina per l'uccisione di alcuni alti ufficiali russi ma senza riferimenti a casi specifici.

«Innanzitutto, dobbiamo completare l'operazione militare speciale in Ucraina con una vittoria e dobbiamo distruggere il regime neonazista di Kiev, ma il regime, non lo Stato, il cui destino è una questione del futuro», ha detto poi l'ex presidente russo usando la dicitura «operazione militare speciale» con cui il Cremlino indica l'aggressione militare contro l'Ucraina.

La Russia di Putin ha invaso l'Ucraina sostenendo di volerla «denazificare», ma la tesi di Mosca secondo cui il governo di Kiev sarebbe «neonazista» è considerata del tutto infondata dalla stragrande maggioranza degli analisti politici.

11:02
11:02
Cremlino: «Kiev evita di rispondere sulla tregua, questo è manipolare»

«Manipolazione è evitare di dare una risposta diretta alla proposta di tregua russa, è più di una manipolazione». Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito al commento fatto ieri dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha definito appunto «un nuovo tentativo di manipolazione» l'offerta di tregua di tre giorni di Vladimir Putin.

Il portavoce, citato dall'agenzia Interfax, ha detto che Mosca non ha ancora ricevuto una risposta da Kiev.

Sempre a proposito del conflitto, Peskov ha affermato che «sembra che in Francia non si preoccupino di ascoltare le dichiarazioni del presidente Putin, che ha ripetutamente affermato che la Russia è pronta ad avviare il processo negoziale senza alcuna precondizione». Il portavoce ha in particolare commentato le parole del presidente francese Emmanuel Macron, che in un'intervista a Paris Match ha dichiarato di voler «aumentare la pressione sulla Russia» e che «le prossime due settimane saranno fondamentali per cercare di attuare il cessate il fuoco» proposto dagli Usa in Ucraina.

«In questo contesto, parlare della necessità di aumentare una certa pressione conferma ancora una volta che, purtroppo, le capitali europee preferiscono ancora concentrarsi sulla continuazione della guerra», ha aggiunto Peskov.

06:00
06:00
Il punto alle 6.00

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rifiutato una richiesta del governo brasiliano per una conversazione telefonica con il suo omologo Luiz Inacio Lula da Silva alla vigilia del suo viaggio a Mosca, dove Lula ha confermato che il 9 maggio parteciperà col presidente russo Vladimir Putin alle celebrazioni per l'80. anniversario della vittoria contro la Germania nazista nella Seconda guerra mondiale. «È un peccato che il governo Lula abbia scelto questa strada strana, ignorando completamente l'Ucraina, disprezzando apertamente Zelensky e poi, all'improvviso, cercando di ottenere da Kiev un alibi e una scusa per andare a Mosca a sostenere apertamente Putin in una terribile parata militare, mascherando questa intenzione sotto il pretesto di “mediazione di pace”», ha detto un'alta fonte del governo ucraino al sito di Cnn Brasil. Una fonte del governo brasiliano ha dichiarato che la postura ostile di Zelensky nei confronti di Lula non dovrebbe cambiare la posizione verdeoro a favore di una soluzione diplomatica per il conflitto tra Russia e Ucraina, aggiungendo di essere sorpreso che il governo ucraino abbia una posizione più aggressiva con il Brasile che, ad esempio, con gli Stati Uniti, dopo il recente battibecco tra Zelensky e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alla Casa Bianca.

Intanto, sul fronte militare, una donna è rimasta ferita nel distretto di Desnyanskyi e diversi incendi vengono segnalati in alcune zone della capitale ucraina in seguito a un attacco di droni russi avvenuto stanotte su Kiev, secondo il sindaco Vitali Klitschko citato dai media locali.