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Zelensky: «Ucraina, Georgia e Moldavia nell'Unione europea»

Per il presidente ucraino «tutti i popoli liberi d'Europa se lo meritano» – Putin fa gli auguri alle soldatesse – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Zelensky: «Ucraina, Georgia e Moldavia nell'Unione europea»
Red. Online
08.03.2023 06:22
21:34
21:34
Zelensky: «Ucraina, Georgia e Moldavia nell'Unione europea»

«Vogliamo essere nell'Unione europea e lo saremo. Vogliamo che anche la Georgia entri nell'Unione europea, e sono sicuro che ci sarà. Ma vogliamo anche la Moldavia nell'Ue, e ci sarà. Tutti i popoli liberi d'Europa se lo meritano». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale. Lo scrive Unian.

20:28
20:28
«Nord Stream, usata una barca a vela di 15 metri»

I presunti responsabili dell'agguato ai gasdotti Nord Stream avrebbero utilizzato per la loro azione una barca a vela di oltre 15 metri con un motore diesel. È quello che scrive der Spiegel, in un'anticipazione del prossimo numero in edicola nel weekend.

L'imbarcazione, prosegue il settimanale, è una di quelle offerte da un'impresa del Land tedesco del Meclemburgo Pomerania Anteriore. A bordo può ospitare massimo 11 persone e ha 5 cabine. Noleggiarla per una settimana a settembre costa 3000 euro. L'azienda che le produce non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

16:24
16:24
L'UE pronta a mobilitare 2 miliardi per le munizioni

Il piano Ue per fornire le munizioni all'Ucraina consiste in tre parti e vanno «prese insieme», «non si possono spacchettare».

«Il primo passo è quello di donare le munizioni di artiglieria da 155mm o da 152mm, di standard sovietico, ed essere rimborsati dallo European Peace Facility (Epf). Qui mettiamo un miliardo. Poi coordinare la domanda per gli ordini di altre munizioni attraverso l'Eda (l'agenzia europea per la difesa, ndr), che ha messo in campo una procedura veloce: se ci muoviamo insieme riduciamo il prezzo e il tempo di consegna. Propongo di mobilitare attraverso l'Epf un altro miliardo». Lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell.

«Oggi abbiamo raggiunto un'intesa in linea generale ma ci sono ancora questioni da discutere: spero che al prossimo consiglio esteri-difesa si raggiunga un accordo formale», ha detto Borrell al termine del consiglio informale difesa a Stoccolma.

15:22
15:22
8 marzo: Putin si congratula con soldate e sanitarie al fronte

Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con le soldate e le sanitarie russe al fronte in Ucraina in un messaggio per l'8 marzo. «Oggi - ha affermato il presidente russo - voglio congratularmi separatamente con le soldate che hanno scelto per sé stesse la missione più alta, cioè la difesa della patria, con le donne, le ragazze delle unità di combattimento, le dottoresse, le paramediche, le infermiere dei posti di pronto soccorso di reggimento, delle compagnie mediche, degli ospedali, che a rischio della propria vita soccorrono i feriti in prima linea».

12:13
12:13
La Corte UE annulla le sanzioni contro la madre di Prigozhin

La Corte Ue, in una sentenza pronunciata dalla Corte Generale, ha annullato le misure restrittive europee nei confronti alla signora Violetta Prigozhina, madre di Yevgeniy Prigozhin a capo della Wagner.

«Anche se quest'ultima è responsabile di azioni che minano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, il legame tra la signora Prigozhina e suo figlio, stabilito al momento dell'adozione degli atti impugnati, si basa esclusivamente sul loro rapporto familiare e non è pertanto sufficiente a giustificare la sua inclusione» nella lista, si legge nella sentenza.

12:02
12:02
«Ci serve un pugno di ferro per la controffensiva»

«Abbiamo bisogno di munizioni, munizioni, munizioni. Ma non solo. Anche sistemi di difesa aerea, veicoli di fanteria da combattimento e altri carri armati come i Leopard. A quel punto avremo il pugno di ferro che ci serve per la controffensiva».

Lo ha detto Oleksii Reznikov, Ministro della Difesa ucraino arrivando al consiglio difesa informale di Stoccolma. «Le procedure sono una cosa giusta», ha detto a proposito dei tempi dell'Ue, «ma come ha detto il segretario generale della Nato in tempo di guerra la rapidità salva vite. Ecco perché dobbiamo andare avanti il più rapidamente possibile».

Cambiando argomento, ha dichiarato: «Non c'entriamo nulla con l'operazione di sabotaggio ai danni dei gasdotti Nord Stream: sarebbe un bel complimento per i nostri servizi speciali ma quando si concluderanno le indagini si vedrà che l'Ucraina non ha nulla a che fare con tutto ciò».

11:48
11:48
Nord Stream: la procura tedesca ha individuato un'imbarcazione sospetta

Nel corso delle indagini sulle esplosioni dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, la Procura federale generale tedesca conferma di aver individuato un'imbarcazione sospetta e di averla fatta perquisire lo scorso gennaio.

L'imbarcazione potrebbe essere stata utilizzata per trasportare gli esplosivi, riporta l'agenzia Dpa. Non sono stati comunicati ulteriori dettagli su possibili autori o moventi.

Su autori, motivi o ruoli di uno Stato non è al momento possibile rilasciare dichiarazioni attendibili, comunica ancora la procura.

Nel frattempo, anche la ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, ha invitato ad aspettare i risultati delle indagini e non correre a conclusioni in base ai report mediatici. «Ovviamente seguiamo molto intensamente tutti i rapporti e anche tutti i risultati che sono disponibili da diversi attori», ha detto Baerbock durante una visita nella città curda Erbil, ma è necessario aspettare per «poi fare valutazioni da parte del governo» e «non trarre prematuramente conclusioni», riporta la Tagesschau.

Questa mattina, il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, ha invitato ad attendere i risultati delle indagini sul sabotaggio del Nord Stream, sottolineando che l'attacco potrebbe essere anche stato un'operazione di falsa bandiera per addossare la colpa a gruppi filo-ucraini.

Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha dal canto suo detto di prendere atto con interesse delle nuove indiscrezioni mediatiche sul sabotaggio dei gasdotti, «ma ora dobbiamo aspettare e vedere cosa verrà effettivamente confermato. Non credo sia utile commentare ipoteticamente i 'se'. Tutto deve essere chiarito».

Lo riporta ancora la Dpa, citando un'intervista a Deutschlandfunk. Secondo una ricerca pubblicata ieri da Ard, Swr e Zeit, gli inquirenti tedeschi seguirebbero una pista che coinvolgerebbe un gruppo proveniente almeno in parte dall'Ucraina.

Pistorius ha fatto riferimento anche alla possibilità di un'operazione false flag «per incolpare i gruppi pro-ucraini», spiegando che la probabilità di un'ipotesi è al momento simile a quella di un'altra e che per questo bisogna aspettare sviluppi più chiari.

11:47
11:47
È morta Yana, soccorritrice simbolo di Bakhmut, angelo dei soldati

Treccine bionde, piccola e magra, ha salvato i militari dall'inferno: volontaria come paramedico in guerra, Yana Rykhlitska di 29 anni, è rimasta uccisa con un collega dai colpi di mortaio sparati dalle truppe russe sull'auto medica durante un'evacuazione di feriti vicino a Bakhmut. Lo scrivono i media ucraini in occasione delle esequie celebrate quattro giorni dopo la morte.

Per 'l'angelo dei combattenti', come era stata ribattezzata per il suo aspetto e la forza d'animo sotto le bombe, ieri c'erano centinaia di persone al funerale a Vinnytsia, nell'Ucraina centrale, alla sepoltura nella Alley of Heroes.

«Disperata, piccola e magra, portava tutto sulle spalle», l'ha descritta una sua parente, Natalya Vlasyuk, parlando con i media locali. L'amica di Yana, Tetiana Zenart, l'aveva sentita al telefono poche ore prima che venisse uccisa: «Le ho chiesto come stava andando, con quel flusso di feriti inimmaginabile a Bakhmut, lei mi ha risposto - con amara ironia - 'mi sto divertendo, ancora tutta intera'».

Prima della guerra Yana lavorava in una compagnia di assicurazioni. Dopo l'invasione si è offerta volontaria aiutando civili e militari, poi ha frequentato i corsi di paramedico e ha firmato un contratto con le Forze armate ucraine.

«È un momento buio per tutti i medici di guerra e i soldati che ha aiutato. Ci vendicheremo. Con calma, ma con rabbia fredda dentro, stiamo facendo il nostro lavoro», ha scritto sui social il volontario Valerii Bahynskyi.

I genitori di Yana hanno rifiutato di organizzare una raccolta fondi per loro stessi e hanno esortato tutti a fare una donazione per le necessità delle Forze armate in memoria della figlia.

08:13
08:13
A Kharkiv si riaccendono i lampioni

Ieri sera i lampioni di Kharkiv, nell'Ucraina orientale, sono stati accesi per la prima volta dall'inizio della guerra, ha detto il sindaco della città. «Per più di un anno, l'unica fonte di luce a Kharkiv durante le ore buie della giornata sono stati principalmente i fari delle auto. Durante questo periodo, ci sono stati molti incidenti stradali in cui le persone sono rimaste ferite», ha scritto Ihor Terekhov su Telegram, riferisce il Guardian, spiegando che le luci in città sono state accese dalle 18:00 alle 19:30 di ieri e pubblicando alcune immagini.

06:44
06:44
«Tutto a est del fiume Bakhmutka sotto il controllo della Wagner»

Le forze russe hanno preso il pieno controllo della parte orientale della città ucraina di Bakhmut, ha comunicato oggi la Wagner. «Tutto a est del fiume Bakhmutka è completamente sotto il controllo della Wagner», ha affermato sul suo canale Telegram il fondatore del gruppo mercenario Evgeny Prigozhin.

06:23
06:23
Il punto alle 06.00

Le truppe russe avranno «strada aperta» per conquistare città chiave nell'Ucraina orientale se prenderanno il controllo di Bakhmut, dice il presidente ucraino Zelensky in un'intervista alla CNN, difendendo la sua decisione di mantenere le forze ucraine nella città assediata. «Per noi è una questione tattica», ha detto Zelensky, insistendo sul fatto che i vertici militari di Kiev sono uniti nel prolungare la difesa della città dopo che settimane di attacchi russi l'hanno lasciata sul punto di cadere. «Dopo Bakhmut potrebbero andare a Kramatorsk, a Sloviansk, sarebbe una strada aperta in direzione di Donetsk». E ancora: «La Russia ha bisogno almeno di una vittoria - una piccola vittoria - anche rovinando tutto a Bakhmut, uccidendo ogni civile: se riuscisse a mettere la propria bandierina in cima a Bakhmut, aiuterebbe a mobilitare la società per creare l'idea di essere un esercito così potente».

Fra morti e feriti, i russi avrebbero perso 20-30 mila uomini nel tentativo finora vano di conquistare Bakhmut. È quanto emerge da un briefing con funzionari occidentali, citato dal quotidiano britannico Guardian. Secondo queste fonti, le perdite ucraine, che non sono state quantificate, sono «significativamente minori». Gran parte di queste perdite, dicono le fonti, sono probabilmente detenuti arruolati dalla compagnia di mercenari Wagner, e la maggior parte di loro sono morti. «Il tasso di morti della Wagner è significativamente più alto che nelle forze armate russe», viene spiegato, ricordando che nelle forze regolari di Mosca vi sono in media un morto ogni tre feriti. Nel riportare le stime, il Guardian ricorda che in 20 anni di operazioni militari in Afghanistan, gli americani hanno avuto poco meno di 21 mila soldati morti e feriti.

Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha inviato i suoi auguri alle donne in occasione dell'8 marzo, che in Russia è giorno festivo. «È una giornata sempre piena di calore e significato speciali«, ha detto Putin in un videomessaggio, »perché il rispetto della donna e della maternità sono per un noi un valore assoluto, tramandato di generazione in generazione». Il presidente russo si è rivolto in particolare alle «donne militari, che hanno scelto per se stesse la missione piu' alta: la difesa della patria». «Il vostro coraggio e la vostra determinazione stupiscono anche i combattenti più esperti», ha sottolineato Putin, «nei momenti difficili, la sensibilità e la reattività del cuore femminile si trasformano sempre in una forza potente che indica la linea di condotta più corretta, giusta e necessaria. E' così che sta accadendo ora».

Di fronte al conflitto ucraino, la Svizzera intende preservare la neutralità prevista dalla sua Costituzione e rimane quindi contraria al trasferimento di armi verso questo Paese in guerra. Lo ha detto il presidente della Confederazione Alain Berset, in visita all'ONU. «Il dibattito sulle esportazioni di armi, finché abbiamo questo quadro giuridico in Svizzera, non è possibile» ha detto Berset ai giornalisti a margine delle riunioni delle Nazioni Unite sui diritti delle donne. Nonostante le pressioni di Kiev e dei suoi alleati per consentire la riesportazione di armi e munizioni svizzere a Kiev, Berna ha finora respinto le richieste di Germania, Spagna e Danimarca.