Pianificazione

Zone edificabili, sale la tensione: «Tra i Comuni c’è preoccupazione»

I deputati Gianluca Padlina (Centro) e Omar Terraneo (PLR) firmano una mozione urgente per affrontare il problema degli esuberi con cui diversi Enti locali saranno confrontati a breve - «La Confederazione lascia al Cantone definire il modello di calcolo: cambiamolo»
©Gabriele Putzu
Francesco Pellegrinelli
10.04.2024 06:00

Una mozione urgente per togliere le castagne dal fuoco in quei Comuni ticinesi dove le disposizioni della legge federale sulla pianificazione del territorio rischiano di creare qualche grattacapo.

A inoltrare l’atto parlamentare al Governo, ieri, sono stati Gianluca Padlina, deputato del Centro, e Omar Terraneo del PLR.

Il tema è spinoso e tocca la questione degli esuberi di zona edificabile. Detto in maniera semplice: se un Comune presenta zone edificabili in eccesso (in virtù, per esempio, di un piano regolatore che negli anni ha allargato le maglie più del dovuto) ora dovrà ridurle, cancellando porzioni di terra edificabili.

Si capirà l’apprensione degli Enti comunali, specie se il compito per stabilire eventuali sovradimensionamenti giunge a scadenza a ridosso delle elezioni comunali. Così, però, ha voluto il calendario ticinese. Entro il 19 ottobre del 2024, tutti i Comuni dovranno infatti inoltrare al Dipartimento del territorio (DT) il calcolo del dimensionamento del proprio Piano regolatore. E in caso di esuberi, tagliare. Che in sostanza significa andare dal proprietario del fondo X (magari acquistato di recente come edificabile) e comunicargli che su di esso, almeno temporaneamente, non potrà intraprendere alcuna attività edilizia.

Ma quali terreni perderanno il privilegio dell’edificablità? E quali, invece, continueranno ad essere edificabili? E soprattutto: le riserve di zone edificabili come verranno calcolate?

La legge federale sulla pianificazione territoriale (LPT), entrata in vigore nel 2014 dopo il voto popolare, stabilisce che «le zone edificabili vanno definite in modo da soddisfare il fabbisogno per i prossimi 15 anni» e che «gli eccessi vanno ridotti». Maggiore è la prognosi di crescita demografica, maggiore sarà quindi lo spazio edificabile di cui un Comune potrà disporre.

Ad aggiungere un ulteriore livello di tensione su una materia già particolarmente sensibile, infine, ci ha pensato anche il Consiglio federale che, al momento dell’approvazione degli adattamenti apportati al Piano direttore cantonale in applicazione della legge federale (LPT), il 19 ottobre 2022 ha deciso di rivedere al ribasso le stime di crescita del Cantone riducendo drasticamente il fabbisogno teorico di zone edificabili. Ed è qui che entra in gioco la mozione urgente dei deputati Padlina e Terraneo.

Situazione critica

«Dalle informazioni di cui dispongo, la situazione in alcuni Comuni pare essere estremamente critica, nel senso che i calcoli del dimensionamento del PR svolti in questi mesi mostrano, in alcuni casi, esuberi particolarmente significativi», commenta al CdT Padlina. «Applicando rigidamente il modello di calcolo, vi è addirittura un Comune che dovrebbe dezonare tutti i fondi liberi da costruzione attualmente inseriti in zona edificabile e, inoltre, dovrebbe pure ridurre gli indici delle particelle già costruite». Secondo il deputato, però, si potrebbe ovviare al problema utilizzando un modello di valutazione che tenga maggiormente conto delle specificità locali: «Il grande limite del modello cantonale è di prevedere parametri di calcolo identici per tutti i Comuni del Ticino, quando in realtà sappiamo benissimo che la situazione è molto variegata. Un conto è vivere in centro a Lugano o in un condominio a Viganello. Un conto è vivere a Meride o a Dalpe». E ancora: «Le direttive tecniche sulle zone edificabili, elaborate dal DFAE, prevedono parametri differenziati secondo le tipologie di Comuni. In particolare, la Confederazione distingue ben 22 tipologie diverse di comuni, attribuendo ad ognuno uno specifico consumo pro capite di superficie edificabile».

22 tipologie di Comuni

Ma perché, secondo i deputati, sarebbe così importante distinguere tipologie di comuni diversi? Per il calcolo del fabbisogno di zone edificabili, oltre alla prognosi di crescita demografica, la scheda R6 del Piano direttore cantonale (ossia il documento principe che definisce lo sviluppo degli insediamenti) stabilisce che ogni abitante dovrebbe disporre di circa 50 m2 di superficie utile lorda». Secondo i deputati, però, questo parametro (con questa metratura) da solo non può essere impiegato per tutti i Comuni: «La Confederazione applica parametri diversi che vanno dai 55 agli oltre 500 m2 medi di consumo di superficie edificabile pro capite, passando dai grandi centri urbani come Zurigo, Berna e Ginevra, fino ai Comuni nelle regioni più discoste, a forte regressione demografica».

Di qui, la richiesta della mozione urgente: «Sostituire nella scheda R6 del Piano direttore cantonale il parametro SUL (valevole per tutto il territorio cantonale), con un sistema differenziato secondo le 22 tipologie di Comuni adottate a livello federale».

Facciamo un esempio: prendiamo un Comune di una regione periferica dove ogni abitante, secondo le direttive della Confederazione, consuma in media 368 m2 di superficie edificabile. Tenuto conto della prognosi di crescita (ancorché rivista al ribasso dalla Confederazione), il fabbisogno di zone edificabili in questo comune sarà sicuramente maggiore rispetto al calcolo con la superficie utile lorda (SUL) a 50 m2. «Il ricorso al solo parametro della SUL, senza fattori di correzione adeguati e differenziati per tipologia di Comune, porta ad una manifesta sopravvalutazione delle riserve interne», commenta ancora Padlina. Secondo i mozionanti, la possibilità che l’attuale sistema di calcolo possa essere messo in discussione in sede ricorsuale è quindi presente.

Si può fare

«Il Consiglio federale, nella sua decisione del 2022, ha indicato più volte che la verifica del sistema di calcolo del dimensionamento del PR comunale sia di competenza cantonale», precisa la mozione. Insomma, i margini per ovviare al problema, in teoria, ci sono. Spetta solo al Cantone intraprendere la via indicata dai deputati, modificando il modello di calcolo. «Il modello adottato dal Ticino non considera le differenze esistenti tra i Comuni e porta inevitabilmente a un sopravvalutazione delle riserve», avvertono ancora Padlina e Terraneo che giustificano l’urgenza della mozione in ragione della tempistica: «Il termine del 19 ottobre 2024 si avvicina. Molti Municipi si trovano in grande difficoltà sia per il grande aumento delle domande di costruzione, sia per il grande margine di insicurezza giuridica nel quale si trovano a operare».