Aspetta e spera
Asia è arrivata al porto comunale con la sua bici elettrica rosa augurando buona Pasqua a tutti e distribuendo coniglietti di cioccolato a grandi e piccini. Molti hanno pensato che fosse fuori di testa e allora l’ho fatta salire in fretta sul battellino e siamo fuggiti come ladri verso San Rocco con il Barbera fatto col mulo. Colà arrivati la scena si è ripetuta: buona Pasqua di qui, buona Pasqua di là, eccovi il Barbera della risurrezione e via con simili amenità. Di fronte all’imbarazzo degli astanti, a sguardi tra il perplesso e il minaccioso, la mia amica microinfluencer del lago e content creator ha spiegato che ha voluto portarsi avanti con il lavoro: visto che già a inizio ottobre, prima ancora di Ognissanti e della commemorazione dei defunti, nei negozi sono apparsi adobbi e prodotti natalizi mischiati con gli scheletri di Halloween, ha voluto sorpassare tutti sul calendario bruciando San Nicolao, Natale, San Silvestro e carnevale, fiondandosi nella Settimana Santa. Così è arrivata per prima e si sa che per chi, come lei, opera nell’informazione digitale, arrivare per primi significa vincere la partita indipendentemente dal contenuto.
Pare che per i suoi auguri pasquali abbia ricevuto una valanga di like dalla sua community. Ammetto che la trovata di Asia di mettere il calendario in avanti fino a Pasqua potrebbe avere qualche vantaggio: non ci sarebbe bisogno di fare il cambio del guardaroba e soprattutto salteremmo i mesi con le discussioni sui conti pubblici e il ruolo dello Stato (sai che novità), evitando di essere travolti dal profluvio parolaio della politica ticinese e dal collegato teatrino mediatico con facce ubique a sdottorare sull’origine del bene e del male. È un tutt’uno con i protagonisti che si inseguono da un palcoscenico all’altro a porsi le stesse domande e a darsi le stesse risposte: la frammentazione, l’Esecutivo stanco, lo scollamento tra Governo, Parlamento e partiti, il sistema elettorale, il degrado generale. La mia amica ormai parla come il consigliere di Stato Claudio Zali e dice che siamo in una situazione «del fallo». Impossibile darle torto. È sicuro che a Pasqua, nonostante la trovata di fare un salto temporale disintossicante, non sarà cambiato niente e saranno ancora qui con le solite storielle a stordire la popolazione, la cui parte che esercita il diritto di voto finirà per avere sempre meno fiducia nella democrazia rappresentativa (però i politici che accusiamo di insipienza son pur stati votati da qualcuno, mica hanno fatto un golpe), mentre la fascia degli astensionisti si convincerà ancora di più dell’ineluttabilità di un destino sciagurato perché tanto non cambierà mai nulla. Più di certi trastullamenti a vuoto dovrebbe ad esempio far riflettere il fatto che la gente non scende nemmeno in piazza per protestare contro il ladrocinio sui premi di cassa malati, che non è una questione di destra o di sinistra. Tutti rassegnati a soffrire? La democrazia ha qualche malanno, non solo da noi. La mia amica sostiene che per svegliarci dall’arrendevole torpore forse ci vorrebbe anche in Ticino un Elon Musk il quale, per le imminenti elezioni presidenziali statunitensi, ha inventato una lotteria negli Stati in bilico, nel frattempo bloccata: estrarre a sorte un milione di dollari fra gli elettori che sostengono Donald Trump. Viene in mente il proclama di Cetto La Qualunque tornato in politica da monarchico: «Siamo la minchiata giusta al momento giusto». Anche noi aspettiamo una «minchiata» salvifica.