Italia

Basta voti burla: Rocco Siffredi presidente subito

I «voti fantasiosi» per l’elezione del presidente della Repubblica fanno infuriare gli italiani: il commento di Michele Montanari
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Michele Montanari
26.01.2022 17:00

«Vota Antonio Tano, vota Antonio Tano». Facciamo nostra, cambiandola leggermente, la mitica gag di Totò. I più si chiederanno chi sia questo Antonio Tano. Diamo un aiutino: Rocco Antonio Tano. Niente? Eppure il suo «vero» nome, Rocco Siffredi, dovrebbe far accendere qualche lampadina. Il re del porno è infatti comparso per ben due volte nelle schede finite nell’urna di Montecitorio. Pare dunque che l’attore hard sia riuscito a convincere qualcuno, con la sua candidatura a presidente della Repubblica. Già, nei giorni scorsi Rocco Siffredi ha diffuso un video, in compagnia di tre avvenenti donzelle e un uomo con il camice bianco da dottore, in cui ironizzava: «Finalmente la politica non sembra essere più quella di una volta (...). Sette anni fa mi hanno votato, un voto, ma non potevo: non avevo ancora compiuto 50 anni. Adesso ne ho 57 (di anni, of course), quindi chi può essere il vero presidente dell’Italia? Chi secondo voi? Rocco for president». L’attore ha poi sentenziato: «Ho fatto molto meglio io per voi che tutta la politica messa insieme». Tra i deputati qualcuno sembra essersi convinto, anche se il buon Rocco purtroppo dovrà vedersela con avversari agguerriti e temibili. Qualche esempio? Il conduttore del Grande Fratello Alfonso Signorini, Amadeus, anche quest’anno impegnato con il Festival di Sanremo, il divulgatore scientifico Alberto Angela o il «punzecchiatore» Giuseppe Cruciani. E non solo. Sulle schede sono comparsi anche il giornalista Bruno Vespa, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l’ex portiere azzurro Dino Zoff, fino al comico Nino Frassica. Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Anzi, a dirla tutta, c’è solo l’imbarazzo. Già, perché quelli che vengono chiamati in gergo «voti fantasiosi» o «voti burla», preferenze che dovrebbero strappare una risata, probabilmente hanno avuto effetto solo sui simpaticoni impegnati nella votazione del presidente. Una classe politica che sembra rinchiusa in una torre d’avorio isolata dal mondo, perché ben diversa è la reazione del «Paese reale»: gli italiani non sembrano altrettanto divertiti dalle burle del Parlamento. E infatti sui social network da giorni piovono pesanti critiche. Citiamone qualcuna: «Evitiamo di far uscire all’estero queste notizie. I parlamentari cazzeggiano sui nomi del presidente della Repubblica, non facciamo brutte figure», «non dovrebbe essere una cosa seria? Si sta decidendo la massima carica dello Stato...», «totale mancanza di rispetto per le istituzioni, per la Costituzione e per i cittadini in un momento così difficile per tutti», «paghiamo dei pagliacci, vergognoso», oppure «dai nomi che escono sui foglietti si capisce il grado di cultura dei nostri rappresentanti politici». E potremmo continuare per ore, con il rischio di dover censurare parole non troppo gentili. Precisiamo: quella dei voti fantasiosi in alternativa alla scheda nulla non è una novità. Fa però strano assistere a scene di ilarità un po’ facilona in un periodo così complicato come quello pandemico, dopo che tanta gente ha sofferto e continua a temere per il futuro. Dalla Camera, poi, arrivano immagini che potrebbero finire tranquillamente in un nuovo capitolo di Amici miei, come il filmato in cui si vede il senatore Maurizio Gasparri fingere il lavaggio delle ascelle dopo essersi disinfettato le mani. Con «doppio scappellamento a destra», verrebbe da dire. Non c’è dunque da sorprendersi se una delle parole più utilizzate sul web sia «circo», come risulta decisamente difficile non concordare con Enrico Letta. «Dobbiamo rinchiuderci in una stanza, pane e acqua, e buttare via la chiave fino a quando non si trova una soluzione. Credo che il Paese non possa aspettare giorni e settimane di schede bianche», ha dichiarato il segretario del PD dopo il vertice con M5S e LEU. Insomma, il primo compito del nuovo presidente dovrebbe essere quello di mettere in riga i politici, facendo loro aprire gli occhi sui reali bisogni e timori degli italiani. Un compito duro. Più di Rocco Siffredi.