Bellinzona e qualità di vita

Bellinzona aggregandosi ha fatto le sue scelte in materia di sviluppo economico. La città ha subito messo le basi per sviluppare ulteriormente progetti come l’IRB, il nuovo quartiere delle Officine e il futuro ospedale alla Saleggina che faranno diventare la città un polo bio-medico portando nuovi posti di lavoro. Questi progetti strategici si stanno sviluppando, e pian piano cominciano ad attirare nuovi e nuove abitanti, migliorando così il saldo demografico cittadino. Nuove persone che arrivano per i posti di lavoro e perché tutto sommato a Bellinzona si vive bene. Questa qualità di vita però non è perfetta: mancano spazi sociali e aggregativi come pure centri extrascolastici, tra cui asili nido, mense, pre e dopo scuola.
Tra le nuove persone che arrivano, per vivere e lavorare, e tra chi già risiede, troviamo infatti famiglie o future famiglie. Le statistiche dimostrano che sono in aumento i genitori con un’attività lavorativa. Aumenta quindi in maniera impellente la necessità, di poter conciliare vita lavorativa e vita famigliare. Bellinzona deve quindi potenziare in ogni quartiere o vicino ai posti di lavoro, gli spazi di accudimento citati sopra. Durante i necessari risanamenti delle scuole comunali andranno trovati spazi adeguati ad accogliere bambini e bambine al di fuori degli orari scolastici, come deciso per le scuole di Sementina e Bellinzona Nord. Queste strutture devono avere dei prezzi accessibili per evitare di escludere alcune famiglie.
Oltre alle strutture pensate per migliorare la qualità di vita delle famiglie, la politica deve chinarsi pure sugli spazi culturali e sociali, spazi che creano aggregazione e promuovono cultura. Seppure sia vero che vengono organizzati e promossi dalla città più di 500 eventi all’anno, vi è ancora una carenza a livello di spazi culturali e intergenerazionali. Sono forse tre i tipi di spazi che andrebbero pensati, costruiti ma soprattutto voluti dal Comune. Il primo è uno spazio giovani, richiesto già da molti anni, che permetterebbe alla popolazione giovanile di incontrarsi al di fuori degli spazi classici di socializzazione come la scuola o i bar, e di crescere. Il secondo è il centro culturale e intergenerazionale che possa ospitare tutte le forme di cultura. Il terzo, sempre più necessario per una città che si sviluppa economicamente, è una sala congressuale per ospitare settori professionali che necessitano di un luogo per svolgervi svariati tipi di convegni e congressi. Credo però che alla base di tutto, al fine di realizzare questi tre tipi di spazi di aggregazione, andrebbero rimesse in discussione quelle regole che non permettono di avere un centro storico vivo non solo per il turismo e per il commercio, ma soprattutto per chi a Bellinzona ci vive.
Mi candido dunque per una Bellinzona che possa sviluppare, parallelamente ai progetti strategici, una visione per migliorare la qualità di vita.