AAA regole di intimità cercansi

C’è stato un tempo in cui giungevano dall’India notizie di stupri di gruppo. Brutalità commesse a più riprese, sotto gli occhi di tutti. Come nel 2012, quando una giovane ragazza morì a causa delle ferite causatele dal branco su un autubus a Delhi. Proprio in quei giorni incrociai Werner Kropik, il famoso giramondo austriaco domiciliato da anni in Ticino. Lui è un profondo conoscitore dell’India. Gli chiesi informalmente una lettura di quanto stava accadendo in quel Paese che lui aveva visitato così tante volte. La sua risposta fu sibillina. «Secondo me – mi disse – è colpa di YouPorn». Gli chiesi spiegazioni perché non capivo bene il nesso tra quelle violenze inaudite sulle donne e uno dei portali di sesso più famosi al mondo. Lui mi rispose che nei suoi lunghi soggiorni nel Paese non aveva mai sentito parlare di stupri prima dell’arrivo di Internet. Secondo Kropik sarebbero stati certi video trovati nella grande rete a ispirare i giovani indiani fino a quel momento estranei al mondo del sesso online.
Difficile capire se la sua lettura fosse corretta. Anzi: uno studio sul possibile legame tra violenza e pornografia risalente agli anni Settanta di un professore di criminologia dell'Università di Copenhagen dice piuttosto il contrario. Lo studioso misurò i crimini sessuali commessi in Danimarca, Svezia e Germania nel decennio in cui la pornografia venne legalizzata e non trovò alcuna correlazione tra i due fenomeni. Anzi, notò che certi reati sessuali come gli stupri e le molestie sui minori erano diminuiti. Quel che è certo è che, con l’avvento di Internet, anche la pornografia è diventata globale. Le immagini di sesso estremo sono a portata di click, anche per i giovanissimi. I video violenti che circolano tra i ragazzi sono un tema che occupa ininterrottamente la polizia. «Ehi tu! Io ti osservo e so cosa hai fatto ieri: hai guardato un porno». È l’incipit della nuova campagna di Prevenzione Svizzera della Criminalità presentata nei giorni scorsi. Il video animato è un po' inquietante, ammettiamolo. Ma «a mali estremi, estremi rimedi» avrà pensato l’associazione, che si dice molto preoccupata perché la pornografia infantile in Internet è sempre più visionata, scaricata e condivisa dai minori, anche in Svizzera. L’attività sessuale virtuale è spesso grottesca, lontana anni luce da quella reale e con questa continua stimolazione con contenuti estremi, i ragazzi finiscono per avere una visione distorta delle relazioni intime. La sessualità non è solo eccitazione, ma è anche un percorso d’intimità e soprattutto di amore. A noi genitori il compito di farlo capire alle nuove generazioni.