Riflessione pasquale

All'eroe da scoprire per i nostri giovani

Ai giorni nostri ci sono molti luoghi dove la violenza ferisce e uccide – La riflessione dell'amministratore apostolico della Diocesi di Lugano
Alain de Raemy
18.04.2025 06:00

La camera di un adolescente ospita, di solito, qualche immagine o fotografia di un suo idolo, di una star del mondo dello spettacolo o dello sport. Fra questi adolescenti, ci sarà chi, diventato o diventata a sua volta genitore, non esiterà a dare un loro nome al proprio figlio o alla propria figlia. Anche nazioni e comunità politiche e culturali fanno riferimento ai loro antenati esemplari, e le religioni hanno quasi tutte i loro martiri. La Chiesa cattolica, da parte sua, per poter pronunciarsi sull’autenticità della testimonianza di santità di una persona ormai defunta che suscita già grande e popolare fiducia, aspetta che ci sia una guarigione miracolosa attribuibile alla medesima, quando le è stato chiesto personalmente un aiuto liberatore nella preghiera. È stato il caso per Madre Teresa di Calcutta, Pier-Giorgio Frassati o Carlo Acutis.

Ma c’è un’eccezione a questa regola. Riguarda chi è stato ucciso offrendo in modo inconfondibile e pubblico il suo perdono al proprio omicida. In questo caso, si può procedere alla canonizzazione, senza dover aspettar la conferma di un segno miracoloso dal Cielo. Oggi, sono molti i luoghi dove la violenza ferisce e uccide, facendo solo aumentare in tanti l’odio reciproco. Talvolta, vengono pubblicamente riconosciuti i meriti di chi ha ammazzato più nemici. La spirale infernale racchiude gli uni e gli altri, in un’implacabile logica di vendetta. La guerra è maestra di morte, antidoto all’amore dell’altro. Eppure, ne sono convinto, c’è un antidoto all’odio mortale. Anche in mezzo alle macerie può rinascere la vita. Basta osservare la natura. Quella fragile, piccolissima e sottile erba che si fa strada attraverso la pietra o il cemento più duro. Un inverosimile sorgere della forza della vita in mezzo all’apparentemente oppressiva inerzia della materia!

Oggi, quando leggi queste righe, un fragile essere umano, in mezzo alle macerie di una città distrutta, si sta forse sacrificando a salvare la vita di un suo totale sconosciuto. Non è impossibile, anzi. Testimonianze di questo tipo ci arrivano solo dopo, talvolta solo anni dopo i fatti. Diamolo per scontato, tanti sopravvissuti agli attuali scenari di orrore ci racconteranno un giorno come un loro apparente nemico è diventato il più stretto amico. Quando tutto sembra scomparire nella violenza sorge, apparentemente dal nulla, l’eroicità dell’anonimo vicino. Davvero dal nulla? Esiste già la Tomba del Milite Ignoto. Per non dimenticare nessuno. Ma con lui rimaniamo nei fatti di guerra. Non sarebbe da promuovere un monumento, o almeno un poster, dedicato all’Eroe dell’Amore altruistico non ancora identificato? Proprio per non escludere nessun’operare di pace, quando sembrano prevalere i ruggiti di guerra. Siccome non si aspetta la verifica di un miracolo per la certificazione della santità di chi è morto perdonando, non c’è da aspettare le testimonianze di bellezza nell’immondizia, per proclamare che ci sia!

Le camere dei nostri adolescenti meritano qualche nuovo «idolo» positivo, tanto reale quanto ideale. Per i loro sogni in tempi di incubi. Ma non solo. Anche per credere che non tutto sia cominciato e vada a finire su una madre terra bruciata, ma che c’è anzitutto un Padre del Cielo che ha definitivamente rovesciato la pietra di una tomba sigillata e sorvegliata a Gerusalemme. Professando quell’insigne vittoria divina su tutto il male mortale del mondo, che ha nome Gesù, noi cristiani annunciamo già in anticipo un sempre nuovo prolungarsi della litania dei santi nomi, quegli eroi di Dio ancora da scoprire! Pasqua è sempre possibile!