Anche Gesù fu un migrante illegittimo?

Carlo Silini
24.07.2018 04:55

Di Carlo Silini - Questa è bella: la consigliera spirituale di Trump assicura che Gesù è stato sì un immigrato, ma che non era illegale. Facciamo un passo indietro e cominciamo col dire che Donald Trump ha persino un consigliere spirituale, dettaglio che si conosce da anni, ma che a pelle continua a stupire. Per questo, forse, l'avevamo rimosso. Vedi il 45. presidente degli Stati Uniti e fai fatica ad immaginarlo in ginocchio davanti a Dio. Eppure, il consigliere spirituale esiste e si chiama Paula White. Classe 1966, Paula Michelle White-Cain è una donna bionda piuttosto avvenente che sbarca in modo assai redditizio il lunario facendo la pastora presso il New Destiny Christian Center di Apopka, in Florida. In America è popolare grazie all'omonimo show «Paula White Today» trasmesso tra il 2001 e il 2006 da nove reti tv.

Trump la conosce da oltre 15 anni. Vuole la leggenda che nel 2002, toccato nel profondo dalla visione del suo programma, il futuro presidente la chiamasse al telefono prenotando lezioni private di studi biblici. Vuole la realtà che sia perfino apparso fra gli ospiti della trasmissione e che da lì in avanti Trump l'abbia voluta al suo fianco come una delle consulenti spirituali durante la campagna presidenziale. È storia, infine, il fatto che proprio lei (assieme ad alcuni altri pastori evangelici), nel 2015 pronunciasse in un rito pubblico la benedizione di Trump quale candidato repubblicano allo studio ovale. Anche nelle sue scintillanti apparizioni sui red carpet dei media, dove sfoggia mise da star hollywoodiana, la telepredicatrice rappresenta la quintessenza del Vangelo della prosperità, che si basa su un postulato semplice e seducente: se fai il bravo diventi ricco. E, di converso, se sei povero da qualche parte è colpa tua.

Alla luce di queste scarne considerazioni (la questione è più sofisticata, ma non è questa la sede per un trattato sul tema) appaiono più chiare anche le sue recenti dichiarazioni. Il contesto è noto: nelle scorse settimane pure l'America repubblicana più ruvida ha provato imbarazzo di fronte ai filmati e alle fotografie dei bambini in lacrime che venivano separati dai genitori al confine con il Messico. Sappiamo che il presidente, dopo un primo momento tonitruante, ha dovuto rivedere al ribasso la linea rigida nei loro confronti perché, appunto, se non sei un discendente diretto di re Erode certe immagini ti lasciano sgomento, cosa che è successa a buona parte dei suoi elettori e/o sostenitori. Qualcuno deve essersi chiesto che fondamento religioso avessero le politiche migratorie di Trump, visto che nel bailamme delle reazioni polemiche non pochi commentatori avevano osservato che la famiglia di Gesù – lo racconta il Vangelo – era scappata in Egitto poco dopo la sua nascita per sfuggire alla strage di bambini ordinata dal già menzionato sovrano dei Giudei. Insomma, anche Gesù era un migrante. Non è tutto. Dopo aver visitato alcuni dei bambini separati dai genitori e ora alloggiati in un ex convento del Bronx, il cardinale di New York Timothy Dolan ha spedito una lettera aperta alle parrocchie di sua competenza asserendo che «portare via i bambini dalle famiglie è contro la Bibbia e antiamericano».

E così l'appariscente Paula ha deciso di impartire una delle sue lezioni bibliche al resto del Paese. In un'intervista alla CBC ha spiegato che «troppe persone hanno estrapolato passaggi della Bibbia dal loro contesto» concludendo che Gesù era un rifugiato. E invece «sì, egli ha vissuto in Egitto per tre anni e mezzo. Ma non era illegale. Se avesse infranto la legge, allora sarebbe stato un peccatore e non sarebbe diventato il nostro Messia». Peccato che all'epoca di Cristo non c'erano né passaporti né visti come li conosciamo oggi e il concetto di illegalità fosse diverso da quello contemporaneo. Come minimo le autorità egiziane non predicavano l'«Egypt first».

E dal punto di vista teologico? Guarda un po' se il prerequisito per diventare Messia fosse il rispetto pedissequo delle leggi. Gesù era rispettoso delle norme nella misura in cui le norme erano rispettose dell'uomo. I farisei - che cercavano un motivo per arrestarlo – dicevano, per esempio, che non doveva guarire i malati di sabato, perché era un giorno di riposo. Piaccia o no, Gesù era un fuorilegge. E l'obiezione di coscienza fa parte degli strumenti legittimi dei cristiani per opporsi a leggi evangelicamente insostenibili. Potremmo chiuderla qui, magari citando papa Francesco, uno che preferisce il Vangelo della povertà, sulla necessità di rispondere con la misericordia e con la solidarietà di fronte a chi bussa alle frontiere di casa, legale o illegale che sia. Ma non prima di ricordare che le idee di Trump e di Paula White non sono solo un problema americano. Anche da noi non mancano forze politiche – come in Italia la Lega di Salvini – che invocano la strenua difesa dell'identità cristiana non per accogliere, ma per respingere con religioso mandato chi professa una fede diversa.

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