Coronavirus

Babbo Natale e Gesù Bambino tra pandemia e mascherina

Il commento di Emanuele Gagliardi
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Emanuele Gagliardi
Emanuele Gagliardi
29.09.2020 06:00

L’estate è ormai alle spalle: ecco le porte aperte all’autunno e poi l’inverno col Natale, le feste che lo precedono e lo seguono. Ricorrenze che, quest’anno, dovranno fare i conti, anch’esse, con la pandemia a causa del coronavirus. Le prime avvisaglie di un Natale diverso che si va prospettando arrivano in questi giorni, quando le diverse macchine organizzative delle grandi manifestazioni di richiamo di dicembre sono chiamate a fare i conti con assenze eccellenti o con lo studio di una serie di misure necessarie a garantire la sicurezza dei partecipanti dei tradizionali appuntamenti. Non pochi di questi ultimi programmi di richiamo sono stati annullati dopo anni e anni di fedele militanza. Altri si terranno, ma in forma diversa: a dettar legge, comunque, sarà l’andamento della pandemia. In alcune regioni di vari Paesi non mancano le polemiche, per esempio, sull’opportunità di organizzare o meno i mercatini natalizi. Di certo, non si dovranno più registrare gli assembramenti degli anni scorsi nelle vie e nelle piazze e in tutti quei luoghi che riunivano anche folle di fedeli. Le prossime settimane serviranno a fare il punto sulla situazione e a decidere quale mese di dicembre ci aspetterà. C’è chi parla dell’arrivo di un valido vaccino (si spera) in tempi brevi (anche se gli esperti predicano prudenza e sono di tutt’altro avviso circa la durata del periodo di attesa dell’antidoto). Ci sarà la corsa ai grandi acquisti nei negozi, nei grandi magazzini? E che ruolo avrà Internet? Il mondo del commercio, delle piccole e grandi superfici di vendita, come tutti gli altri settori dell’economia, necessita di una pronta ripresa, ma gli interrogativi per quanto riguarda la circolazione del virus e i movimenti dei cittadini restano. La speranza è che si possa tornare, a piccoli passi, verso una normalità che sembra ormai lontana anni luce e che, invece, dista da noi solo una manciata di mesi: da quando è scattato il grande allarme per la pandemia. Da quel momento sono state decise numerose misure che hanno limitato, per motivi di sicurezza, i movimenti di tutti noi. Sono comparse, tra l’altro, le mascherine che sino a qualche anno fa si vedevano raramente e, soprattutto, a protezione di pochi turisti provenienti dall’estero. Adesso la musica è cambiata, anche se non mancano coloro che fanno fatica a digerire il fatto di dover indossare questa protezione quando è necessario. Non mancano, poi, coloro che, per esorcizzare la paura, la preoccupazione per il futuro, leggono o commentano con ironia le notizie circa il giro di vite che si preannuncia a livello di manifestazioni che hanno caratterizzato il Natale negli anni scorsi, riscuotendo notevole successo di pubblico. «Vedrete, vedrete - ci diceva un amico - vedrete che quest’anno anche i Babbi Natale che abbiamo visto girare allegri negli anni scorsi per distribuire doni ai bambini avranno la mascherina e i bimbi non potranno sedersi sulle loro ginocchia. Tutti dovranno osservare la distanza sociale, di sicurezza». Può darsi che si vada in questa direzione anche per quanto riguarda i simpatici personaggi che animano manifestazioni e appuntamenti che precedono il 25 dicembre. Resta però lui, il vero Babbo Natale, la simpatica figura che si muove nella tradizione la notte della Vigilia col caratteristico vestito rosso sulla slitta carica di doni trainata dalle renne. Per alcuni bimbi, invece, ricordiamo che i doni, a Natale, li porta Gesù Bambino. È difficile pensare ai due protagonisti del 24 dicembre, indaffarati passando di casa in casa a lasciare doni e dolci, muniti di mascherina; protezione che impedirebbe (a chi ha la fortuna di vederli, con la fantasia o nel sonno) di scorgere, anche solo per un attimo, il loro sorriso. Ma le regole sono regole quando si entra in migliaia e migliaia di case. La legge è uguale per tutti. Anche la Befana e con lei i Re magi, al proposito, sono avvisati.

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