Chi paga e chi incassa
Sono in molti ultimamente a fare le pulci alla Città di Lugano per quanto riguarda le sue finanze, specialmente dopo le ultime mosse relative al Polo sportivo e degli eventi. E forse è giusto che sia così, visto che si tratta della principale città del cantone, creatrice di ricchezza che va a beneficio di molti.
Gli ultimi dati di «Lugano in Cifre 2024» confermano la forza della città, che rimane saldamente la locomotiva del cantone. Lo testimonia ad esempio il numero significativo delle attività economiche registrate, cresciuto dello 0,8% a 17.579. Bene anche il costante aumento della sua popolazione e soprattutto l’incremento dei ventenni.
La Lugano trainante, capitale non solo economica ma anche culturale e sportiva, non è certo una sorpresa, visto che da tempo contribuisce cospicuamente al fondo di livellamento intercomunale. Ricordiamolo, anche se non a tutti fa piacere vedersi snocciolare certe cifre implacabili. Abbiamo sottocchio i dati del 2022 che su un ideale podio vedevano Lugano versare 30,3 milioni, seguito da Collina d’Oro con 8,2 e da Paradiso con 7,9.
Fra i maggiori beneficiari troviamo invece Bellinzona che riceve 13,6 milioni, seguito da Biasca con 6,6 e Riviera con 4,9.
In sostanza Lugano da sola sostiene ampiamente (avanzano ancora più di 5 milioni) una bella fetta di Sopraceneri. Per non parlare della perequazione sociosanitaria alla quale Lugano contribuisce con ulteriori 60 milioni.
Insomma senza la perla del Ceresio il Canton Ticino sarebbe messo malissimo e le buone notizie delle ultime cifre luganesi dovrebbero rallegrare i ticinesi tutti. Rimaniamo però purtroppo un cantone vecchio con un saldo naturale preoccupante. Anche Lugano non fa eccezione con 426 nascite (-5,8%) e 704 decessi (invariato). Bisogna assolutamente invertire al più presto questa tendenza nefasta e, oltre a qualche idea brillante, occorrono più mezzi da mettere in campo.
Entra quindi inevitabilmente in scena il tema della perequazione intercantonale, che nel 2025 ci vede sì fra i cantoni riceventi con un beneficio di 106 milioni di franchi, ma comunque discriminati ad esempio rispetto al Vallese (877 milioni!) e a Friborgo (604 milioni!).
Mercoledì scorso Coscienza Svizzera ha organizzato una bella serata sul tema, che ha visto all’opera anche diversi politici alle prese con questo tema decisivo. Basterebbe infatti ricevere la metà di quanto va al Vallese (cantone per popolazione paragonabile al nostro) per mettere a posto magicamente le nostre finanze per i prossimi anni.
Ma come mai si è venuta a creare una situazione così sfavorevole? Lo ha detto bene con una semplice metafora Alex Farinelli, che siede a Berna nella Commissione delle finanze del Consiglio nazionale. Quando l’edificio è costruito diventa poi molto difficile operare dei cambiamenti.
Per questa ragione Christian Vitta come massimo obiettivo dei prossimi anni ha indicato un possibile guadagno di 20 milioni legati al ricalcolo del ruolo dei frontalieri nel determinare la nostra ricchezza e di altri 20 milioni pensando all’impatto del cosiddetto «declivio», ovvero di quanto è costoso gestire il proprio territorio rispetto alla sua pendenza (fondamentale) e alla sua altitudine (troppo considerata nella ponderazione attuale). Come si vede, si è qui totalmente immersi in tecnicalità e circoscritti miglioramenti contabili che possono incidere poco su una «casa» già costruita da tempo.
Quanto vale la pena allora andare a cercare i gravi errori politici e tecnici che sono stati commessi durante la costruzione della casa (terminata nel 2008)? Una cosa è certa: nei primi anni Duemila la politica cantonale e gli alti funzionari preposti hanno negoziato male. C’è qualche politico e/o alto funzionario dell’epoca che ha il coraggio di fare un bel mea culpa per aiutare a fare meglio oggi? Noi qualche idea ce l’abbiamo, ma ci limitiamo qui ad auspicare un’unità operativa composta da almeno cinque o sei bravi economisti che si dedichino unicamente a mettere davvero le mani in quello che è un vero e proprio ginepraio. Poi la nostra politica potrà cercare se non di ricostruire la casa, almeno di aggiungere un attico in cui il Canton Ticino andrà agiatamente a vivere in compagnia di altri cantoni più abili e più fortunati.