Il commento

Con il Como in Serie A che cosa cambia per il Ticino?

La proprietà lariana, apparentemente senza limiti, vuole espandersi e conquistare sempre più fette di mercato – Una minaccia, indiretta, al Lugano e al suo modello?
Marcello Pelizzari
11.05.2024 16:00

E adesso, che succederà? Bella domanda. La Serie A, agli occhi di molti, è in declino. Costante, addirittura. Eppure, resta la Serie A. Con i suoi pregi, i suoi difetti e i suoi paradossi. Per tacere del fatto che, al di là delle solite considerazioni sulla sedicente superiorità di altri campionati, anche quest’anno il Belpaese sarà ben rappresentato a livello di finali UEFA: l’Atalanta e la Fiorentina vi dicono nulla? Appunto.

E adesso, dicevamo, che succederà? Riformuliamo: il Ticino soffrirà la presenza del Como nella massima serie italiana? E ancora: il fatto che squadroni come l’Inter scudettata, il Milan o la Juventus si avvicineranno ulteriormente al confine «ruberà» attenzione e interesse? Il pensiero, inevitabilmente, cade sul Football Club Lugano e sugli sforzi intrapresi, negli anni, per fidelizzare un pubblico non sempre presente, anzi, spesso ondivago e legato in particolar modo ai risultati. Cade, altresì, su aziende ticinesi che potrebbero superarlo, quel confine, per sponsorizzare proprio il Como. Vuoi mettere il panorama televisivo italiano rispetto al nostro, in termini di presenza e visibilità? Già.

Considerazioni, queste, paragonabili forse a quelle cosiddette da bar. Eppure, la domanda è più che mai lecita. A maggior ragione se consideriamo che il Como, questo Como dal respiro così internazionale e, concedetecelo, turistico-sportivo, ha una voglia matta di espandersi e conquistare nuovi tifosi. Della serie: mica devono essere tutti dei laghée. Il Lugano, la nostra società di punta, ha lavorato in profondità negli anni per costruirsi un intero mondo attorno. Per individuare e blindare i partner necessari alla sua crescita. Un’altra crescita, a sud, quella del Como, stimolerà probabilmente qualche riflessione. Anche pensando al mercato e all’eventualità che la squadra di Cesc Fabregas peschi qualche nuovo elemento da Cornaredo.

Venendo alla domanda delle domande, il Ticino da sempre è legato a doppio filo all’Italia e alla Serie A. Quasi tutti, qui, sono nati e cresciuti con due squadre del cuore. Quella svizzera e quella italiana. Il Lugano e il Milan, il Lugano e l’Inter, il Lugano e la Juve. O qualsiasi altra combinazione vi venga in mente. Il Como, in questo senso, nel medio-lungo periodo, a patto che i fratelli Hartono mantengano il loro impegno, potrebbe diventare il classico elefante nella stanza. Quella roba che nessuno osa nominare ma che tutti vedono. Capace, nel caso specifico, di rubare risorse e attenzioni agli altri attori del gioco. Svizzera e Ticino compresi. I dati, in questo senso, rischiano di porre seri problemi: il Como, infatti, intende portare i ricavi del merchandising dagli attuali 4 a 20 milioni di euro e, parallelamente, arrivare a un miliardo di euro di valore del club. Sfruttando anche l’indotto del turismo generato dal calcio, come ha scritto il Corsera.

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