Commento

Consenso in crescita per Meloni e Fratelli d’Italia

All’origine del crescente consenso della premier italiana e del suo partito stanno due grandi motivi, che solo in parte si sovrappongono
©SHAWN THEW / POOL
Robi Ronza
Robi Ronza
24.01.2025 06:00

Secondo un recente sondaggio della società demoscopica Swg, il consenso del partito di Giorgia Meloni è risalito in Italia passando dal 29,1 al 29,8% e sfiora quindi di nuovo il 30%. Il secondo partito, il PD di Elly Schlein, capofila dell’opposizione, invece diminuisce passando dal 22,5 al 22,2%. Mentre crescono i Cinque Stelle (terzo partito, passato dall’11,4% all’11,6%) e Alleanza Verdi Sinistra.

Anche a prescindere da queste piccole variazioni resta comunque il fatto che, grazie al consenso rispettivo di Forza Italia e della Lega, 9,1 e 8,6%, la coalizione al governo, di cui fa parte anche Noi Moderati, il minuscolo partito di Maurizio Lupi, 1% dei consensi, diversamente da quelle precedenti, a oltre due anni dall’ entrata in carica di Giorgia Meloni continua a veder crescere il gradimento di cui gode. E ciò benché il governo non sia ancora riuscito a portare a termine alcuna delle grandi riforme che ha promesso e, stretto fra l’altro dai vincoli di un bilancio gravato da un grande debito estero, non riesca finora a fare molto per stimolare adeguatamente l’economia del Paese.

Nel loro insieme i partiti della maggioranza hanno oggi il 47% del consenso, il 4% in più di quanto avevano nell’ottobre 2022 quando il governo Meloni entrò in carica. Mai questo era accaduto ai governi italiani dal 2008 ai giorni nostri. Per esempio il quarto governo Berlusconi, entrato in carica nel maggio 2008 con il 43% dei consensi, dopo due anni cominciò a scendere fino ad arrivare al 34%. E i partiti che sostenevano il governo Renzi avevano nell’insieme circa il 38% al momento del suo insediamento, ma due anni dopo erano scesi al 33%. Più pesante ancora l’erosione del consenso di due governi a guida PD, presieduti rispettivamente da Enrico Letta e da Paolo Gentiloni.

All’origine del crescente consenso di Gorgia Meloni e della sua maggioranza stanno due grandi motivi, che solo in parte si sovrappongono. Da un lato una quota già maggioritaria ma ancora crescente della popolazione è stufa dell’ordine costituito che è nato dalla Seconda guerra mondiale, caratterizzato politicamente dal «centro che guarda a sinistra», culturalmente da una cultura di sinistra e socialmente dai ceti che vivono e lavorano nei centri delle grandi città. La cultura dominante e i discorsi poco comprensibili dei politici tradizionali e dei talk show sono visti nel loro insieme come un teatro senza grandi nessi con la realtà delle cose. Perciò in Italia (come anche in altri paesi dell’Unione Europea) la gente, sempre meno numerosa, che va a votare sceglie in misura crescente di dare comunque il voto a partiti che sembrano più estranei al vecchio ordine.

Secondo tale vecchio ordine, in Italia a destra del centro c’era solo il neo-fascismo, comprensibilmente inviso a chiunque sia dalla parte della libertà. Con Meloni e il suo Fratelli d’Italia a destra c’è oggi invece un partito conservatore (ossia volto ad innovare però senza prescindere dalla tradizione), ma democratico. È questa la grande novità introdotta da Meloni nella politica italiana, anche se la sinistra – che per parte sua si afferma del tutto emancipata dal suo antico comunismo – si ostina a tacciarla di essere una neofascista travestita.

In più Giorgia Meloni ha dalla sua anche il fatto di essere simpatica, di parlare con tono deciso in modo semplice e chiaro, e di essere una donna che, da donna, sa destreggiarsi bene nell’ambiente per lo più maschile della politica. La maggior parte di coloro che l’apprezzano non sa bene che cosa finora sia riuscita a realizzare, ma ritiene che stia facendo tutto il possibile, e che di quello che ha promesso ciò che non ha ancora fatto fino ad oggi lo farà domani. Sono queste le ragioni del crescente consenso che malgrado tutto raccolgono il suo partito, Fratelli d’Italia, e lei personalmente.