Credit Suisse: incompetenza e arroganza
Se non fosse stato per il salvataggio dell’UBS, il Credit Suisse sarebbe fallito e l’origine del collasso va sicuramente ascritta prevalentemente all’incompetenza, tanto a livello di Consiglio di Amministrazione quanto a livello dirigenziale. Vediamo qualche caso macroscopico ma non unico. Un errore gravissimo è stata la scelta a Presidente del Consiglio di Amministrazione (2011) dell’avvocato Urs Rohner, ottimo giurista e legale della banca ma sprovvisto di cognizioni ed esperienza di tecnica bancaria. La società «bene» di Zurigo è riuscita a far nominare uno dei suoi, l’appartenenza, la colleganza ha avuto la meglio sulla competenza. Come se ciò non bastasse per parecchi anni gli hanno affiancato quale vicepresidente il ceo della Roche, della preparazione del quale nel chimico farmaceutico non discuto, ma digiuno di formazione bancaria. Le lacune del Presidente Rohner sono state anche rilevate dalla Finma, organo di vigilanza, che in un caso ha persino chiesto la sua revoca ed in un altro la nomina in Consiglio di un nuovo membro...competente...!! A livello dirigenziale uno dei gravi errori fu la nomina di Tidjane Thiam a ceo, voluta da Rohner in virtù anche della sua autorità quale Presidente. Thiam non aveva nessuna esperienza di conduzione di banca, non aveva mai lavorato nel campo, veniva dal mondo assicurativo dove aveva avuto successo, diventando Presidente della compagnia inglese di assicurazioni Prudential. A parte possibili errori di conduzione e strategici dovuti alla sua inesperienza, il personaggio si è rivelato per diversi aspetti caratterialmente problematico e con uno dei massimi quadri della Banca infantilmente litigioso. Ha fatto seguito una storia di pedinamenti con suicidio degni di un romanzo di spionaggio. L’incompetenza di tecnica bancaria e quindi la sottovalutazione dell’importanza della stessa, ha spinto Rohner a scegliere quale ceo responsabile della gestione di una banca già carica di problemi, una persona priva di esperienza. L’incompetenza ha premiato l’incompetenza. Thiam non ha più trovato posizioni dirigenziali in Banche importanti, e ciò vuol dire qualche cosa, ed è tornato nella Costa d’Avorio sua patria, dove si è messo in politica aspirando alla Presidenza. L’arroganza per contro è stata quella dei dirigenti incaricati degli affari. Induce a pericolose forme di cecità persone pur esperte. Dirigenti di una banca che doveva ricuperare gravi perdite spinti a trovare affari che si sperava molto remunerativi in quanto molto rischiosi. Ma in caso di perdita la stessa l’avrebbero riportata i clienti, al peggio la banca, mentre i bonus per i dirigenti sarebbero stati generosi. La differenza tra «money» e «my money» spiegata dalla signora Thatcher. Un’arroganza e avidità che sfociava nella pesante sconfitta dell’etica professionale. Mi limito a citare gli affari Greensill e Archegos nei quali i clienti della Banca hanno perso miliardi. Non entro nei particolari ma assumo la responsabilità di affermare che bisognava essere degli incapaci (volutamente?) per cadere in entrambe le trappole e per non valutarne la rischiosità. L’attesa di esagerati ricchi bonus ha influenzato il giudizio? Ciò vale per gli esecutori quanto per i sorveglianti interni. Non menziono la corruzione presente in un altro scandaloso affare, quello dei «Thuna fish» nel Mozambico.
In tutto ciò la sorveglianza interna è stata inesistente ma quella esterna? Come ha agito la Finma, competente ed incaricata di sovraintendere il funzionamento del nostro sistema bancario? Qui preoccupa il fatto che alle ripetute manchevolezze (anche gravi) della Banca, individuate correttamente dalla Finma, la stessa non abbia mai fatto seguire passi decisivi quasi si temesse di arrivare alle conclusioni. Il trattamento particolare in virtù di una discutibile regola chiamata «filtro prudenziale» (2017) ha permesso per anni al Credit Suisse di transitoriamente sopravalutare i propri attivi, diluendo ammortamenti. Conclusione: un fasullo impatto positivo di ben 15 miliardi di franchi negli anni, senz’altro effetto che di facilitare la mala gestione. Tanto la richiesta al Presidente Rohner di dimettersi quanto la richiesta di nominare in Consiglio di Amministrazione un «competente» sono rimaste lettera morta. Si potrebbe dire la Finma ha fatto il suo lavoro ma non lo ha portato a termine con un sorvegliato che tra il 2012 ed il 2022 aveva dato adito a numerose ripetute inchieste per presunte violazioni in materia di vigilanza.
Thomas Jordan è stato un ottimo governatore della Banca Nazionale, ho pure stima per l’allora Capo del Dipartimento delle finanze Maurer, ma entrambi venendo a conoscenza della pericolosa situazione del Credit Suisse già nell’estate del 2022 (la Banca Nazionale già nel 2019), che ha portato alle successive richieste di finanziamenti urgenti alla BNS, non dovevano attivarsi maggiormente in previsione della catastrofe che si vedeva arrivare? Con una Banca che, come dice il rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta, tra il 2010 ed il 2022 aveva dovuto sborsare 15 (!) miliardi di franchi per multe, patteggiamenti e risarcimento danni e nello stesso periodo accumulato perdite per 33,7 miliardi di franchi. Evidente mala gestione e preoccupanti perdite. Incompetenza e arroganza. L’intera vicenda è molto amara, ma lo è ancora di più sapendo che i rei di incompetenza, complici del pesante disastro, Rohner e compagni, se la caveranno senza neppure una multa. E dell’acquisizione UBS? Ne parliamo settimana prossima.