Ventisei cantoni

Democrazia e COVID

La rubrica di Moreno Bernasconi
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Moreno Bernasconi
22.02.2022 06:00

La pandemia potrebbe contribuire a mandare in soffitta alcune forme della democrazia diretta elvetica. Almeno a livello comunale. Nel Canton San Gallo, ad esempio, alcuni Comuni sembrano intenzionati ad approfittare dei cambiamenti indotti dalla COVID per cercare formule nuove che potrebbero liquidare antiche istituzioni come le Assemblee comunali. Oggi come oggi, i Comuni del Canton San Gallo possono scegliere fra l’istituzione del Consiglio comunale (Parlamento, in vigore in quasi tutte le città importanti del Cantone) oppure quella dell’Assemblea cittadina, alla quale sono chiamati a partecipare fisicamente tutti gli aventi diritto di voto e a cui spettano importanti compiti decisionali. È l’Assemblea cittadina, infatti, che approva il consuntivo, il preventivo e il moltiplicatore nella grande maggioranza dei Comuni sangallesi. Purtroppo - come sottolineano da anni le autorità cantonali sangallesi - i partecipanti alle Assemblee cittadine (che votano a mano alzata) rappresentano ormai un’infima minoranza degli aventi diritto di voto: prima della pandemia le percentuali di partecipazione erano attorno all’8% in media. Che simili minoranze prendano decisioni importanti riguardanti tutti costituisce un problema di legittimazione. Durante la COVID la questione non si è posta: sono state le urne e non le Assemblee cittadine a decidere e, guarda caso, le percentuali di partecipazione registrate sono salite al 35-40%. Con grande soddisfazione delle autorità cantonali. Nelle scorse settimane il Governo cantonale sangallese ha stabilito che, visti i miglioramenti sul fronte della pandemia, i Comuni avrebbero potuto scegliere liberamente se riconvocare le Assemblee cittadine oppure richiamare alle urne gli aventi diritto di voto. Molti Comuni sangallesi hanno preferito anche quest’anno il voto alle urne, motivando la scelta col fatto che tutto era già stato preparato prima della decisione del Consiglio federale di revocare tutte le limitazioni. Altri hanno velocemente riconvocato le Assemblee cittadine. A Rorschach, invece, si è approfittato della situazione per innovare e la formula adottata potrebbe fare breccia nei prossimi anni. Il 14 febbraio il Municipio ha comunicato la rinuncia all’Assemblea cittadina: gli aventi diritto voteranno il consuntivo 2021, il preventivo e il moltiplicatore 2022 recandosi alle urne il 10 aprile prossimo. Ma non sarà tutto. Il voto delle urne sarà infatti preceduto da quella che è stata presentata come una «pre-assemblea» che permetta agli aventi diritto di voto di informarsi in modo approfondito e discutere la posta in gioco politica del voto e consenta ai municipali di sentire il polso dei cittadini. La grande maggioranza dei municipali dei Comuni sangallesi ritiene essenziale mantenere un contatto diretto con la popolazione. «In una pre-assemblea - un incontro più libero di un’Assemblea cittadina che impedisce di andare oltre le nude cifre di un bilancio - c’è la possibilità di avere uno scambio vivo fra autorità e cittadini», ha dichiarato il sindaco di Rorschach Röbi Raths. I cittadini andranno alle urne con conoscenza di causa. Al fine di rendere attrattiva la prima «pre-assemblea cittadina» prevista a fine marzo, l’incontro verrà moderato da un mitico giornalista sangallese della Tv svizzero- tedesca, Hanspeter Trütsch. Il sindaco di Rorschach è convinto che se la formula mista «pre-assemblea/urne» avrà successo potrebbe diventare la regola anche in tempi post-COVID e fare scuola in altri Comuni. Cambiare tutto affinché tutto rimanga come prima?

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