Donald Trump e il destino manifesto
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Nel discorso inaugurale del 20 gennaio 2025 Donald Trump parla di «manifest destiny». Che cosa intende? Si tratta di una nozione che indica un modo di pensare e di agire alquanto particolare. Il 47° Presidente degli Stati Uniti la introduce verso la fine, quando afferma che gli americani perseguiranno il loro «destino manifesto» espandendo il territorio nazionale fino a portare la bandiera a stelle e strisce sul pianeta Marte. A parte il fare proprio il sogno di Elon Musk. Trump sta promuovendo l’estensione siderale del «destino manifesto» che ha guidato e legittimato la conquista del West e lo sterminio dei Pellerossa.
L’espressione «destino manifesto» venne coniata nel 1845 dal giornalista John L. O’Sullivan. Nel difendere il diritto degli Stati Uniti ad annettere la Repubblica del Texas, O’Sullivan proclamava «il diritto del nostro destino manifesto di occupare e impossessarci dell’intero continente che la provvidenza ci ha dato per realizzare il grande esperimento della libertà e dell’autogoverno federale».
Già prima del 1845 e ancora di più in seguito questa opinione, derivata da antiche nozioni bibliche riattualizzate dalla riforma protestante, rivendicava il ruolo di redentore al nuovo popolo eletto da Dio (ovvero i cittadini degli Stati Uniti). È vero che anche gli europei avevano ritenuto che la terra non occupata da membri riconosciuti della cristianità fosse terra di cui ci si poteva liberamente impadronire. E ogniqualvolta questo fu possibile, lo fecero. Furono però solamente i Puritani del New England a concepire la terra come qualcosa da consacrare: e tale la rendevano occupandola, in quanto esecutori designati della vera missione cristiana.
La legge naturale vuole - teorizzava per esempio Emerich de Vattel nel secolo XVIII - che si possa legalmente prendere possesso di un paese nel quale siano presenti solo popolazioni nomadi in quanto esiste un preciso obbligo di far fruttare la natura. I diritti degli indiani su quella terra non avevano quindi valore di proprietà legale.
Durante la Guerra Fredda gli Stati Uniti si assegnarono il titolo di «guida del mondo libero», tornando ribadire il concetto della elezione divina e della missione predestinata. Il Presidente Reagan, nel 1980, ritornò sulla speciale benedizione divina accordata da Dio agli Stati Uniti: «Il nome America è associato a un destino e al compito di tutelare e difendere...le antiche aspirazioni del genere umano alla pace, alla libertà e alla prosperità». Tema ripreso e esaltato da George Bush Jr., che si richiamò continuamente all’ideologia del «destino manifesto» nella sua guerra al terrorismo. È forse in nome di questo principio che Trump rivendica un diritto di conquista di Marte, della Groenlandia e di Panama, nonché l’annessione del Canada?