Donne e uomini schiavi dei cliché

di ROMINA BORLA - Lo sappiamo che non si fa. Nelle occasioni di festa non bisognerebbe evocare immagini buie e tempestose. Ma abbiamo deciso di parlare delle «scalogne» della donna (non solo) ticinese, visto che appunto oggi è la sua festa. Già che ci siamo, elencheremo anche quelle dell?uomo cosiddetto occidentale. Il tutto con intento catartico in modo da trovarci, alla fine, a piangere e/o ridere insieme, sognando un futuro migliore. Partiamo dal sesso che alcuni definiscono gentile. Che si tratti di una questione biologica oppure di «gender» (di cui si parlerà diffusamente nel Primo Piano di oggi), la poveretta deve sorbirsi i nove mesi di parto con relative nausee, gonfiori e malumori – preceduti da migliaia di «a quando un bimbetto?», «non senti il tic tac biologico?», ecc. – per poi cuccarsi in massima parte lo svezzamento del pupo, oltre alla sua educazione (anche se, almeno alle nostre latitudini, ci sono sempre più padri interessati alla prole). Ma continuiamo con le «sfortune» femminili. Non solo bimbi. La donna deve sciropparsi in massima parte la cura in generale: dei genitori anziani (suoi e del partner), dei parenti malati, della casa. Addirittura, per abituarla fin da piccola, qualcuno regala alla figlia frotte di bambole, ferri da stiro e lavatrici in miniatura. Come se questo carico di lavoro non bastasse, spesso la donna sgobba anche fuori casa. In gran parte dei settori professionali, però, guadagna meno dei suoi colleghi maschi e più difficilmente riesce a fare carriera, specie in alcuni ambiti come quello della politica. Qui qualcuno potrebbe lamentarsi: sempre la solita solfa. Femministe qua e femministe là. Che barba, che noia. Sì, purtroppo. Reclamiamo pure noi: sempre la solita solfa. Che noia. Altra disgrazia, andiamo disordinatamente, la violenza. È la donna, infatti, la vittima prediletta del violento domestico – padre, compagno o marito che sia – e del violento di strada che, magari se la vede girare da sola di notte, le salta addosso pensando che «in fondo se l?è cercata». Ma i lati negativi di essere donna non finiscono qui: bisogna essere belle e magre, imitando i modelli della Tivù, timide non guasta, e possibilmente non troppo invadenti. Stare al proprio posto. In definitiva: non dare fastidio.
Ora andiamo dall?altra parte della barricata. Gli uomini. A loro si chiede soprattutto di essere sicuri di sé e performanti in ogni campo. Reggere l?alcol e possedere una bella auto. Lavorare e lavorare, tralasciando affetti e hobby. Lavorare e guadagnare molto per mantenere moglie, a volte ex e figli. Lavorare e lavorare ancora, sgomitando per emergere dall?anonimato. Fare carriera a tutti i costi (ci fanno notare che alcune donne hanno imparato la lezione) . Diventando un essere a senso unico che non deve chiedere mai, salvo magari qualche ansiolitico al medico. L?uomo di successo, dicono infatti, non deve mostrare alcun segno di debolezza. Glielo insegnano fin da bambino: «Non piangere come una femminuccia», «Sei un ometto o una pecora?». E lui impara a non esprimere i sentimenti, coi fatti e con le parole. Eccome se lo impara: «Non è da uomo». Poi va in palestra a sfogare le emozioni represse. Insomma, quel poco tempo libero che gli rimane lo affoga così, tra la panca per gli addominali e la macchina pompa pettorali. Tanto più che l?attività fisica gli serve anche per costruirsi un?immagine, fondamentale. Già, perché al giorno d?oggi il maschio è come la femmina, schiavo delle apparenze. E anche un filo di pancetta può trasformarsi in un enorme problema.
Chi dei due è messo peggio? Difficile rispondere. Qualche margine di cambiamento esiste? Mah, c?è un film con Sophie Marceau che non lascia tante speranze. «De l?autre côté du lit», nella versione italiana «Sarà perché ti amo», illustra infatti la storia di Ariane e Hugo, una coppia sposata da 10 anni, che un giorno per smuovere le acque di una vita monotona, decide di scambiarsi i ruoli: così lei si ritrova alla testa di una società di noleggio di materiale da cantiere mentre lui diventa casalingo, padre e venditore di gioielli a domicilio? Entrambi sembrano comprendere le difficoltà dell?altro salvo poi tornare, alla fine, esattamente al punto di partenza.
Per farla breve, nell?eterna lotta fra i sessi oggi non vincono né gli uomini né le donne (nel giorno della loro festa è già qualcosa). La verità è che trionfano i cliché.