Ventisei Cantoni

Elogio della concordanza

A chi oggi combatte i candidati ufficiali del Centro incitando a votare candidature selvagge, occorre replicare che non esistono ragioni valide per farlo
Moreno Bernasconi
04.03.2025 06:00

Mentre nei Paesi europei vanno in scena scontri politici laceranti di piazza e di palazzo e nascono Governi claudicanti con carente legittimazione politica, in Svizzera si è inscenata nelle scorse settimane una inutile tempesta politica in una tazza di tè sulla successione di un membro del Governo federale ritiratosi come da prassi usuale. In un periodo di forte instabilità internazionale, giova serrare i ranghi e non lasciarsi fuorviare da astratti furori. A chi oggi combatte i candidati ufficiali del Centro incitando a votare candidature selvagge e a rompere quindi il principio della «concordanza» che regge l’Esecutivo svizzero, occorre replicare che non esistono ragioni valide per farlo. Infatti, il Partito del Centro ha tutti i numeri per avere almeno un seggio nell’Esecutivo federale. Alle ultime elezioni federali si è piazzato quarto col 14,06% di forza elettorale, appaiato al PLR (che col 14,25% ha due seggi in Governo) e con quattro punti in più dei Verdi (che non superano il 9,78% e sono in fase calante). Se poi si guarda alla forza numerica dei partiti nel Consiglio degli Stati, il Centro è di gran lunga la prima formazione politica con 15 seggi su 46, a fronte degli 11 seggi del PLR e di 3 (tre) soli seggi per i Verdi. Quanto ai candidati proposti nel ticket, si tratta di personalità all’altezza del compito? Il Consigliere nazionale Markus Ritter è un parlamentare di lungo corso, apprezzato e molto influente in Parlamento anche a causa del fatto che è Presidente di una delle lobby più potenti in Parlamento, l’Unione svizzera dei contadini. Poco noto, il Consigliere di Stato di Zugo Martin Pfister è un politico di solida formazione intellettuale (è stato collaboratore scientifico dello storico Urs Altermatt, grande studioso del Consiglio federale svizzero) che vanta notevole esperienza esecutiva cantonale, è incisivo e coraggioso se necessario (l’ha dimostrato durante il COVID) ma sempre moderato e capace di compromesso. Quello che occorre in un Governo federale. Ed è anche colonnello dell’esercito, un punto di forza, visto che dovrebbe riprendere un Dipartimento della difesa che negli ultimi anni ha accumulato errori e inadempienze e va totalmente rilanciato (l’annuncio delle dimissioni concomitanti dei suoi vertici è un vantaggio) tenendo conto di un contesto militare europeo in totale fibrillazione. Qualcuno ha da ridire sul fatto che del ticket non fanno parte candidate e che con la partenza di Viola Amherd, la rappresentanza femminile in Governo sarebbe fortemente ridimensionata (due su sette). I maligni potrebbero obiettare che Karin Keller Sutter «vale il doppio»: è «Presidente» del Consiglio federale non solo de jure ma de facto… Al di là della battuta, le critiche sul ticket solo maschile non reggono. Soprattutto non si può muovere questo rimprovero al Centro, che da più di vent’anni ha avuto solo Consigliere federali donne (Ruth Metzler, Doris Leuthard e Viola Amherd). I normali avvicendamenti a venire permetteranno di riequilibrare i generi nell’Esecutivo, come è stato fatto più volte negli ultimi decenni (con, anche, maggioranze femminili in Governo). Che poi i candidati sul ticket siano ambedue svizzero tedeschi non dovrebbe essere un problema, visto che in tempi recenti (e ancora oggi) le regioni germanofone del Paese (largamente maggioritarie) sono sottorappresentate nel Governo federale. Teoricamente, a sollevare qualche problema potrebbe essere piuttosto l’appartenenza cantonale di uno dei due candidati in lizza. Markus Ritter è infatti sangallese come Karin Keller Sutter. Ma in realtà la storia recente dimostra che ciò non rappresenta un ostacolo per l’elezione: Simonetta Sommaruga e Johann Schneider Ammann, bernesi ambedue, furono eletti nell’Esecutivo nel 2010 e governarono contemporaneamente per ben otto anni. La vera domanda, semmai, è un’altra: non sarebbe utile per la coesione del Paese avere in Consiglio federale non un contadino in più come Markus Ritter, bensì il rappresentante di un Cantone urbano come Zugo, quello dell’attuale Consigliere di Stato Martin Pfister? La risposta spetta al Parlamento. Il prossimo 12 marzo.