Giuseppe Soldati, quel nobile emigrante

Piergiorgio Baroni
19.01.2013 06:00

di PIERGIORGIO BARONI - Il 20 gennaio 1913, dunque cento anni or sono, un malore improvviso era purtroppo fatale per Giuseppe Soldati, 49 anni, personalità emergente della nostra emigrazione oltremare. Ancora oggi a Neggio è ricordato come «nobile esempio dell?emigrante ticinese. Intelligente, avveduto, tenace, che col diuturno lavoro e col risparmio, assecondato da propizia fortuna, consegue un ingente patrimonio. E ritorna all?amatissimo paese per far buon uso delle sue ricchezze a beneficio della comunità». L?anno scorso, in occasione del centenario della Ferrovia Lugano-Ponte Tresa (FLP), era stato evocato come uno dei promotori, che successivamente, con un gesto decisivo, il 15 gennaio 1910, permise all?assemblea costitutiva di aggirare l?ultimo ostacolo: infatti seduta stante depositò sul tavolo i 160 mila franchi mancanti per la costituzione del capitale sociale.

Nato nel 1864, aveva frequentato le scuole pubbliche in Ticino, studiato nei collegi di San Giuseppe a Locarno e Maria Hilf a Svitto, poi al Technicum di Friburgo. A differenza del fratello Agostino (che sarà fra l?altro giudice federale e fondatore del nostro giornale) Giuseppe propendeva maggiormente per le scienze e per l?imprenditorialità. Nel 1885 lo troviamo nel Nordamerica ma poi, aderendo all?invito dell?altro fratello, Silvio, eccolo a Buenos Aires, dove sviluppa il suo talento commerciale. Con i discendenti della famiglia De Marchi di Astano è attivo nel settore dei prodotti chimici e medicinali, inoltre in società immobiliari e bancarie. La sua attenzione cade su un territorio adiacente alla capitale argentina, che presenta analogie con gli sviluppi collinari e montagnosi del suo amato Malcantone. Ne acquista i terreni, li divide in lotti, fa costruire la scuola e la stazione ferroviaria. Agli altri emigrati offre in questo modo una alternativa all?altalenante (e spesso svalutato) corso della moneta argentina. Nasce così (1908) Villa Lugano, cui si aggiungerà Villa Soldati, un altro quartiere della trentina attuale di Buenos Aires, quartiere che richiama le origini e la provenienza del fondatore. Concede ai compratori grandi facilitazioni nel pagamento, regala per ogni lotto un numero considerevole di mattoni. A Villa Lugano sorgeranno fra l?altro un aeroporto e l?autodromo, poi teatro delle gesta del «grande» Juan Manuel Fangio. Nella colonia svizzera (e ticinese) il suo apporto, sempre caratterizzato dalla discrezione, risulta determinante per promuovere iniziative finalizzate a integrare la nostra emigrazione nella realtà argentina. Ricordiamo fra l?altro che uno dei più amati presidenti della nazione sudamericana fu Carlos Pellegrini, originario di Croglio (negli anni 1890-1892). Rientrato nel Malcantone poco più che quarantenne, Giuseppe Soldati si occupa di opere pubbliche. Nel 1907-1908 assume metà della spesa per la costruzione della strada che da Magliaso sale a Neggio. Promuove un?azienda agricola in loco e sul Lema acquista e fa ricostruire l?alpe di Cavalera. Una scala ricavata nella parte rocciosa della parte sommitale del Lema viene da lui totalmente finanziata. Il suo progetto era di arrivare al culmine con una funicolare, anticipando quella che sarà poi la seggiovia, inaugurata nel 1952. Fra le altre iniziative di interesse pubblico da lui promosse spicca la Fondazione Giuseppe Soldati, per opere educative a favore della gioventù malcantonese.