Pensieri dal battellino

Grüezi mitenand

Chi ricopre una delicata funzione pubblica, o l’ha ricoperta e magari spera di ricoprirla ancora, deve porsi la questione dell’opportunità di certi atteggiamenti
Bruno Costantini
08.02.2025 06:00

«Hoi Alice! Und grüezi mitenand!», ha esordito una settimana fa l’ex consigliere federale democentrista Ueli Maurer nel videomessaggio a un evento dell’Alternative für Deutschland in vista delle elezioni in Germania, portando il suo cameratesco saluto alla copresidente e candidata cancelliera Alice Weidel. L’estrema destra tedesca aveva già incassato lo spregiudicato sostegno di Elon Musk e nessuno sentiva il bisogno che dalla Svizzera arrivasse la slinguazzata di Ueli che ha contrariato il suo stesso partito. Maurer è oggi un semplice cittadino che ha il diritto di pensare e dire quello che vuole, ma non può scordarsi l’alto ruolo che ha avuto in rappresentanza dell’intero Paese. Di ciò discutevo con Asia sul battellino facendo le prime traversate verso Caprino, ma lei ha già in testa solo il carnevale e m’ha preannunciato che vuole andare al Nebiopoli e al Rabadan vestita da Siro Quadri. Ho dato un’occhiata alle bottiglie di Barbera fatto col mulo che avevamo a bordo per vedere quante fossero vuote: nemmeno una. Era proprio sobria e seria la mia amica microinfluencer del lago e content creator. In quale guaio vuole andare a cacciarsi satireggiando su un ex giudice del Tribunale penale cantonale? E poi l’idea è troppo macchinosa: vuole travestirsi da Siro Quadri vestito da uomo o da Siro Quadri vestito da donna? È un gran casino, non si capisce più un tubo con tutte le menate sulla fluidità di genere. Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti sono i due giudici che avevano accusato di pornografia il presidente del Tribunale Mauro Ermani, nel frattempo dimessosi, per l’invio inopportuno a una segretaria dell’immagine di falli di plastica giganti (il famoso «ufficio penale»). A loro volta sono stati licenziati in tronco dal Consiglio della magistratura per aver gravemente violato i loro doveri con una falsa accusa ed ora attendono l’esito del ricorso contro la loro destituzione.

Recentemente Quadri e Verda Chiocchetti sono andati in discoteca e si sono fatti fotografare abbracciati, lui in abiti femminili anche se non era ancora carnevale. Non c’è nulla di male, ha commentato Asia: nella loro vita privata possono fare ciò che vogliono. Giusto, ma siamo al punto di prima: chi ricopre una delicata funzione pubblica, o l’ha ricoperta e magari spera di ricoprirla ancora, deve porsi la questione dell’opportunità di certi atteggiamenti, deve preoccuparsi dell’immagine anche nella vita privata, perché quella diventa l’immagine dell’istituzione che si rappresenta o si è rappresentata, tanto più se si è già protagonisti di una vicenda devastante. Il presidente del Centro e della Commissione giustizia del Gran Consiglio Fiorenzo Dadò vuole ora sapere se i due abbiano anche una relazione sentimentale, ciò che porrebbe un serio problema per l’eventuale reintegro. Insomma, l’affare s’ingrossa al Tribunale penale e ricostruire la fiducia nella Giustizia sta diventando un’impresa disperata. Forse dalla Diocesi di Lugano bisognerebbe farsi prestare l’esorcista fresco di nomina che tuttavia, pure lui, pare sia già contestato da chi parla di uno spirito curiale «cadregaro» (sai che novità!). Ha ragione il vignettista Lulo Tognola quando dice che «oggi è sempre più̀ difficile fare satira. Inconsapevoli la fanno con grande disinvoltura certi politici e magistrati. Però in questo caso più che sorridere c’è da piangere». Infatti la mia amica è istericamente in lacrime perché non riesce a scegliere quale Siro Quadri indossare a carnevale. Hoi Asia, sü da cò!