In corner

I capelli di Shaqiri

Il ritorno dal primo minuto del folletto rossocrociato e le sue prospettive a livello di Nazionale: merito del cambio di look?
Marcello Pelizzari
26.09.2020 06:00

Com’era la storia di Sansone? Ah, sì. Possedeva una forza eccezionale. Unica. Merito dei suoi capelli, da cui traeva appunto il vigore necessario per sconfiggere gli avversari. E i calvi muti, insomma. Proprio i capelli sarebbero all’origine dell’improvvisa, per certi versi inattesa e gradita «rinascita» (le virgolette sono legate all’avversario, il Lincoln City, di categoria nettamente inferiore) di sua maestà Xherdan Shaqiri. Ne hanno riferito, ovviamente, i tabloid inglesi e, di rimando, il «Blick», un giornale bravissimo a miscelare fatti, indiscrezioni e parecchio gossip.

Ma cosa è successo? Niente. O, meglio, qualcosina. Il folletto rossocrociato è tornato finalmente in campo dal primo minuto. Nell’esotica (per ragioni di sponsor) Carabao Cup, per i nostalgici la Coppa di Lega inglese. È tornato, ha segnato su punizione e, soprattutto, si è divertito fra dribbling e tocchi di classe. Troppo poco, forse, per convincere Vladimir Petkovic a richiamarlo in Nazionale per gli impegni di ottobre, in amichevole contro la Croazia e poi in Nations League contro Spagna e Germania. Abbastanza, però, per attirare l’attenzione del commissario tecnico rossocrociato. Della serie: toh, guarda chi si rivede. «XS» in effetti era sparito completamente dai radar, o quasi. Complice una stagione 2019-20 tribolata, tormentata, fatta di pochissima luce e un mare di ombre. Infortuni, incomprensioni, forse problemi più profondi. Il risultato? Appena undici presenze, una rete e la miseria di 293 minuti con la maglia dei Reds. Jürgen Klopp, il suo allenatore in Inghilterra, si è rallegrato della prestazione offerta pochi giorni fa: «Le cose sembrano molto buone e promettenti» ha spiegato il tedescone, al solito raggiante per non dire sportivamente ubriaco. Quindi ha aggiunto: «La sua qualità, d’altronde, non è mai stata in discussione».

Ai più, è evidente, non è sfuggito il cambio di look di Shaqiri e, nello specifico, un’acconciatura nuova. Un anno fa, hanno cinguettato fra il serio e il faceto molti tifosi, l’attaccatura dei capelli era differente. Più profonda, come a suggerire un’imminente calvizie (noi ne sappiamo qualcosa). Adesso, invece, là dove c’era il vuoto fioriscono capelli. Trapianto? Sì, no, forse. Lo stesso Klopp ha voluto dire la sua sull’argomento, ricordando il suo intervento alla Antonio Conte: «Sì, è vero, mi sono sottoposto ad un trapianto di capelli». In seguito una filippica sul risultato dell’operazione («Davvero fantastico») e sulla procedura in sé («Non fa male, anche se nei primi giorni mi si era gonfiato il viso»).

Sansone-Shaqiri, dunque, ha ritrovato la forza? Di più, se così fosse troverebbe anche un posto nella Nazionale di Vladimir Petkovic? Nessuno, scusateci il gioco di parole, si è strappato i capelli durante la sua lunghissima – e in parte voluta – assenza. L’ultima apparizione dell’ex Basilea in rossocrociato risale al giugno 2019, in occasione della finalina per il terzo posto di Nations League. «Restiamo un piccolo Paese» disse. Di fronte, guarda caso, c’era l’Inghilterra. Xherdan giocò sessantacinque minuti senza infamia e senza lode. Da quel giorno il nulla, al di là di una polemicuccia con il commissario tecnico prontamente sedata dal direttore delle nazionali Pierluigi Tami. Un’assenza, quella di «XS», coincisa con una crescita costante da parte degli altri, guidati da Granit Xhaka capitano e leader maximo. Nessuno, per farla breve, si è chiesto dove fosse (o perché non ci fosse) Shaqiri durante quest’ultimo anno e mezzo circa.

Ora, dal silenzio, l’ex Messi delle Alpi ha lanciato un piccolo, grande segnale. Tramite una punizione da manuale infilatasi alle spalle del portiere. Un verso poetico, un bacio, un accenno di grandezza ritrovata. Con i capelli al vento e il sorriso dei giorni migliori. Basterà?