Coronavirus

I cattolici e i dubbi di fronte al vaccino

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Carlo Silini
23.08.2021 06:00

Nella variegata galassia dei no-vax c’è anche una componente cattolica, piccola ma assai chiassosa, soprattutto sul web. Tralasciamo gli argomenti complottisti sentiti, a tratti, anche sull’onnipresente Radio Maria, troppo grossolani per meritare repliche. A meno di credere che Bill Gates, i (perfidi) cinesi e Satana in persona si siano coalizzati per testare un’arma «tecnobiologica» proibita nell’ambito di «un piano globale contro l’Occidente». Mancano gli ebrei, il 5G, le scie chimiche, l’ISIS e Godzilla e poi ci sono tutti.

Andiamo al loro argomento più serio: i vaccini provengono da feti abortiti. In gennaio un parroco nel Beneventano ha affermato in predica che «il vaccino è una porcheria fatta con gli aborti, e poi pensate che dopo che ve l’hanno iniettata non potete più morire?». Numerosi gruppi dell’area tradizionalista sostengono posizioni analoghe. Sembra una follia ma qualcosa di vero c’è.

Come ha spiegato Meredith Wadman sulla rivista Science (5/6/ 2020), gli sviluppatori di vaccini utilizzano in genere una di queste due linee cellulari fetali umane: HEK-293, una linea cellulare renale che originariamente proveniva da un feto abortito intorno al 1972; e PER.C6, una linea cellulare che è stata sviluppata da cellule retiniche di un feto di 18 settimane abortito nel 1985. La tecnica (utilizzata anche da Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson e AstraZeneca) è quindi assai più antica del coronavirus. Grazie ad essa i laboratori hanno sviluppato, tra l’altro, vaccini contro la varicella, l’epatite e l’herpes zoster, nonché farmaci contro la poliartrite reumatoide e la fibrosi cistica. La tecnica consiste nel prelevare un campione di alcune cellule che sono i «discendenti» di queste due cellule fetali e farle crescere in laboratorio per moltiplicarle.

Le cellule di cui parliamo sono state prelevate da due singoli feti abortiti negli anni ‘70 e ‘80. Ma oggi sono i lontanissimi discendenti di queste cellule, cresciute in laboratorio, che vengono utilizzati e sono stati utilizzati nei quattro decenni passati per lo sviluppo di numerosi vaccini e farmaci. Nessuno, quindi, ci sta iniettando materiale abortivo nel corpo e nessun aborto è stato indotto nel 2020 per permettere lo sviluppo dei vaccini.

A questo punto, un approccio etico equilibrato deve riconoscere che: 1. dal punto di vista cattolico l’aborto è e resta un atto moralmente condannabile; 2. tuttavia, se da un paio di interruzioni di gravidanza avvenute decenni fa è stato possibile ottenere una linea cellulare in grado di produrre un vaccino che ha salvato e salverà numerosissime vite, allora il procedimento è accettabile. Dal punto di vista cattolico, è anche vero che è meglio ricorrere a vaccini prodotti attraverso culture cellulari che non derivano da aborti (come Novavax, Sanofi Pasteur, GlaxoSmithKline e Sinovac). I vaccini, però, non li puoi scegliere tu, sono acquistati dai Governi e tu prendi quello che ti danno.

Perciò, in una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede del dicembre 2020, il Vaticano afferma che «quando non sono disponibili vaccini contro il Covid 19 eticamente ineccepibili» è «moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid 19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione». Lo stesso Papa Francesco si è chiaramente schierato per il vaccino senza attardarsi sulla questione delle culture cellulari: «Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri».

In conclusione, la Chiesa cattolica accetta tutti i vaccini, anche quelli che provengono da linee cellulari originate da interruzioni di gravidanza. Non impone ai fedeli l’obbligo di vaccinarsi, ma li incoraggia fortemente a farlo perché «è un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili» (parole di Bergoglio). Nello stesso tempo chiede a «coloro che, comunque, per motivi di coscienza, rifiutano i vaccini prodotti con linee cellulari procedenti da feti abortiti» di «adoperarsi per evitare, con altri mezzi profilattici e comportamenti idonei, di divenire veicoli di trasmissione dell’agente infettivo». Come dire: se non vuoi vaccinarti metti la mascherina, tieni le distanze e assumi le tue responsabilità rispetto al resto della collettività.

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