Il commento

I danni d'immagine e quelli alle persone

Tribunale penale cantonale: ogni intervento prematuro sconvolge il nostro sistema, creando danni gravissimi
Fabio Soldati
Fabio Soldati
18.09.2024 06:00

È con sconcerto che leggo prese di posizione di politici e terzi in merito alle vicende che coinvolgono il tribunale penale cantonale. Sconcerto siccome, senza conoscere i fatti, vi sono giudizi e commenti che, oltre a creare un gravissimo danno di immagine al nostro sistema giudiziario, stravolgono un principio fondamentale, ovvero quello che prima di giudicare occorre avere una completa conoscenza dei fatti e del loro contesto, frutto del risultato degli accertamenti che vengono effettuati dagli organi competenti. Ancora pochi giorni or sono vi sono stati fiumi di commenti a seguito di una lettera anonima (!), che di regola dovrebbe esser immediatamente cestinata in quanto anonima, accompagnata da alcune fotografie di bambini che combinano pasticci, estrapolate dal loro contesto, poi subito spiegato dall’avv. Mattei.

Una breve ricapitolazione oggettiva dei fatti noti, dovrebbe permettere di capire di cosa si sta parlando e come si trovano al momento le varie persone coinvolte. Tutto parte a fine 2023 da una segnalazione di una segretaria del tribunale penale nei confronti di una sua collega, segnalazione di «mobbing», ovvero, per definizione, pressioni sul posto di lavoro. Questa procedura è stata oggetto di inchiesta da parte dell’avv. Maria Galliani, e a breve vi sarà una decisione. Nell’aprile 2024, il giudice Ermani nella sua qualità di presidente del tribunale penale cantonale, e due giudici suoi colleghi, inoltrano al consiglio della magistratura una segnalazione nei confronti di due colleghi entrati da pochi anni nel tribunale penale, rimproverando loro di non svolgere il lavoro in modo sufficiente. Questa segnalazione, nell’aprile 2024, è pertanto completamente indipendente dalla procedura di mobbing sopra indicata. La reazione dei due colleghi a tale segnalazione è stata una denuncia penale, alla quale era stata anche allegata una fotografia che girava nel web, presa nel museo dell’erotismo di Amsterdam, inviata da Ermani un anno prima alla segretaria asserita vittima di mobbing, verso la quale oltre al rapporto professionale, vi era stato anche un rapporto di confidenzialità come spesso avviene dopo anni sul posto di lavoro, ovvero venivano scambiati anche colloqui sulle difficoltà che si affrontano nella vita, come ad esempio, la crescita dei figli. Scambi di esperienze che poi ha fatto seguito all’invio nel 2020 (!) delle foto dei bimbi, e la segretaria avrebbe allora risposto ringraziando. Da quanto risulta questa segretaria non ha mai denunciato come inappropriato l’invio dei messaggi e delle foto di Ermani, ma questi sono finiti, nell’ambito delle ricostruzioni richieste al consiglio della magistratura, in mano a terzi nel giugno 2024 che estrapolandoli dal loro contesto privato li hanno trasmessi, tra gli altri, ai media. La denuncia in merito alla foto del museo è stata considerata infondata al punto da meritare una decisione di non luogo a procedere (ed è invero preoccupante che dei giudici penali denuncino un fatto che non costituisce reato).

Sia come sia, speriamo a breve, le autorità competenti emaneranno le decisioni di loro competenza. Quella di mobbing presentata da una segretaria nei confronti della collega, quella inoltrata al CdM dai tre giudici per asserite insufficienze professionali, quella per le denunce penali presentate dai due giudici (una delle quali già liquidata), e le altre di competenza del CdM a seguito delle continue segnalazioni per le quali, anche se dovessero risultare infondate, il CdM deve aprire un fascicolo. Fino a quel momento, politici e terzi devono smettere di sentenziare dall’alto, fare un passo indietro e attendere le decisioni di chi ha accesso completo ai fatti e li giudica in applicazione delle leggi. Ogni intervento prematuro sconvolge il nostro sistema, creando danni gravissimi, squalificando in primis coloro che non rispettano la separazione dei poteri, e non da ultimo, creando danni forse irreparabili alle persone coinvolte. 

In questo articolo: