Il campanello e la divisa da rispettare

di EMANUELE GAGLIARDI - Per le future guardie di confine il campanello della scuola reclute ha fatto udire il proprio squillo ai primi di gennaio, quello che ha chiamato, invece, a raccolta i nuovi aspiranti agenti di polizia (cantonale e comunale) questa settimana. Decine di giovani, tra loro qualche ragazza, che per un anno seguiranno lezioni teoriche e pratiche, al fine di poter svolgere al meglio una professione delicata e impegnativa, fondamentale per garantire la sicurezza della popolazione e l'ordine pubblico. Le guardie di confine entreranno in servizio ai valichi e lungo la zona di frontiera con l'Italia, gli agenti di polizia all'interno del territorio cantonale. Una volta superati test ed esami, dopo una serie di stage effettuati anche sul terreno sotto la guida di esperti colleghi, tutti scenderanno in trincea, a pieno titolo, per svolgere la loro missione di filtro a tutela della legalità. Un compito non facile. Perché in Ticino, la malavita organizzata e non, proveniente in buona parte da Paesi esteri, è sempre alla ricerca di bottini da arraffare: rubando, rapinando, a volte, purtroppo, aggredendo e ferendo le loro vittime. La delinquenza utilizza tutti i mezzi a sua disposizione, compreso l'utilizzo illegale di Internet, che consente, tra l'altro, di poter agire, spesso indisturbati, da migliaia di chilometri di distanza dal luogo in cui viene commesso il reato. Mentre lunedì mattina gli aspiranti poliziotti si sedevano ai banchi nel primo giorno di scuola, prendendo contatto con la nuova realtà lavorativa, un paio di banditi entravano in azione assaltando un distributore di benzina situato nel Mendrisiotto nei pressi del confine. Un obiettivo, tra l'altro, già «visitato» altre volte. La cronaca nera, inoltre, tornava a occuparsi del ritorno di assegni falsi emessi da delinquenti che questa volta hanno preso di mira affittacamere e proprietari di rustici del Locarnese, nonché a segnalare un arresto per truffa ed appropriazione indebita. Aspiranti guardie di confine e poliziotti a scuola dovranno imparare parecchio: a livello di norme, di reati da combattere, di comportamenti da assumere nelle diverse fattispecie. Dovranno difendersi e saper reagire, sempre guidati dal criterio di proporzionalità, non sempre facile da seguire e osservare, soprattutto in circostanze particolarmente difficili e pericolose. Dovranno saper mettere un paio di manette e nel contempo rispettare sempre chi hanno davanti. Chi sbaglia, chi va sopra le righe, chi addirittura (i casi, fortunatamente a questo proposito sono molto rari) passa dall'altra parte della barricata, aprendo relazioni pericolose con il mondo della delinquenza, paga duramente. Anche perché i tutori dell'ordine che finiscono in carcere non hanno vita facile. Ma torniamo ai primi giorni di scuola, all'entusiasmo reale dei giovani che hanno scelto una professione rischiosa al servizio della comunità. Con il passare delle settimane, con l'arrivo della divisa e la consegna delle armi, con l'apprendimento di nozioni teoriche e pratiche, con il tuffo nella realtà quotidiana in cui si muove una guardia o un poliziotto, l'immagine dell'aspirante lascerà il posto all'uomo in divisa al servizio della comunità, capace di intervenire al momento opportuno con i giusti modi e al quale il cittadino, quello onesto, porta sempre rispetto.