Il gioco è libertà

Il gioco è un fattore umano fondamentale. Tutti giocano, adulti e cuccioli, umani e no. Il gioco è funzione culturale, accompagna la civiltà dalla preistoria a oggi, come spiega il grande storico olandese Johan Huizinga nel suo luminoso saggio Homo ludens, del 1939. Tutte le grandi attività della società umana sono permeate dal gioco, per es. il linguaggio, che gioca con le parole e crea metafore.
Ma che cos’è il gioco? è un’azione che si compie entro limiti definiti di tempo e di spazio, secondo regole assunte che impegnano in maniera assoluta, accompagnato talvolta da elementi agonali e in ogni caso da un senso di tensione e dalla coscienza di essere diversi che nella vita ordinaria. Il gioco è un momento di sospensione dalla vita normale, una sfera temporanea con modalità e finalità proprie.
Mi sono chiesta, con tutto il rispetto, se sia possibile che la situazione pandemica presenti qualche associazione con il gioco. Certo che la malattia e le misure per contenerla non sono un gioco, per carità, e non lo è la morte. Eppure tra i fattori caratterizzanti il gioco troviamo, oltre la sospensione della vita quotidiana, la presenza di regole e norme e la limitatezza nel tempo e nello spazio. E infine l’elemento della competizione e della lotta. Un tipo particolare di gioco comprende l’uso della maschera e dei travestimenti, che come poche altre cose crea la disposizione al lontano, al diverso, alla misteriosità e all’uscita dalla vita ordinaria. Anche la mascherina indossata fuori dal contesto ospedaliero sottolinea la straordinarietà del momento, l’uscita dal mondo normale, l’ingresso in un mondo sospeso, il diventare diversi.
Un altro tipo di giochi qui molto interessante è il gioco agonale o competitivo. Anzi, il terreno della competizione nella quale si vince o si perde è ludico per eccellenza, ci spiega ancora Huizinga. Il competere e il combattere sono sempre espressi con parole indicanti la lotta e il gioco. In particolare politica, medicina, diritto, sono tutti caratterizzati da struttura antitetica e antagonista e vedono schierati avversari e nemici da attaccare o dai quali difendersi. Il momento comune a tutti e tre, magma originale e indistinto, è proprio quello del gioco/lotta o gioco agonale. In medicina la casistica è amplissima ed è usata e abusata in relazione alla pandemia, a partire dalla «dichiarazione di guerra al virus» di Emmanuel Macron. Eppure il gioco è per definizione libero, il gioco è libertà, e ciascuno dovrebbe poter dire, se non gli va, «non gioco più», e uscire dalla sfera magica. Insomma nel gioco, come nella festa, concorrono, parole della nostra guida Johan Huizinga, «la sospensione della vita solita, l’unione di severa determinatezza delle regole e delle norme da una parte e di autentica libertà dall’altra, la limitatezza nel tempo e nello spazio». A che gioco giochiamo?